La messinese ha fondato varie startup, tra cui RisparmioSuper e ReStore, tra i pionieri dell'e-commerce in Italia. Ha girato il mondo partendo dallo Stretto
MESSINA – Che l’imprenditrice Barbara Labate sia una vera eccellenza messinese lo racconta la sua storia. Partita da Messina, dove ha studiato al liceo scientifico prima e all’UniMe poi, ha girato il mondo da studentessa, vivendo in Europa e negli Stati Uniti, portando con sé le proprie origini ovunque per poi tornare, e sfruttare la sua esperienza lontano in Italia. Da lì la nascita di vari progetti, dalla prima startup nel 2004 al grande successo di RisparmioSuper. E poi ReStore, di cui è fondatrice e Ceo, un portale tra i pionieri dell’e-commerce in Italia, con cui vorrebbe creare nuovi posti di lavoro nella sua terra.
Barbara, la sua strada inizia Messina: com’è partita?
“Sono nata a Messina, ho frequentato le scuole superiori al Liceo Linguistico Archimede, con professori di eccellenza che mi hanno aiutato ad affrontare diverse esperienze internazionali, grazie allo studio dell’inglese, del francese e il tedesco. Ho successivamente frequentato Scienze Politiche all’Università di Messina e, in questi anni, ho avuto l’opportunità di fare una internship alle Nazioni Unite a Ginevra, ed un Erasmus a Buxelles. Ho anche vinto una borsa di studio Leonardo e partecipato a uno stage a Parigi della durata di un anno. Successivamente sono andata in Canada, in Nuova Scozia, per tre mesi a lavorare nell’ambito delle organizzazioni internazionali. Successivamente, ho ottenuto una borsa di studio Fulbright ed un Master di due anni alla Columbia University di New York”.
Poi RisparmioSuper e ReStore, qual è il segreto dietro la nascita delle due società?
“Ho lanciato la mia prima startup nel 2004, era dedicata al mondo dei servizi per la telefonia. RisparmioSuper nasce successivamente, oltre 10 anni fa, ed è stato un sito molto innovativo per l’epoca, il primo servizio web e mobile che confrontava in tempo reale i prezzi dei supermercati in tutta Italia. E l’idea di realizzare RisparmioSuper è partita dalla mia esigenza di risparmiare sulla spesa quando nel 2003, da studentessa vivevo nella carissima New York. L’obiettivo era quello di avere dei consumatori il più possibile informati grazie ad uno strumento digitale che potesse dare la possibilità di fare una spesa intelligente, e degli acquisti realmente convenienti con un effettivo risparmio economico a fine anno”.
Quant’è difficile essere una imprenditrice nel 2023 e quanto coraggio serve?
“E’ molto difficile essere imprenditori in Italia, soprattutto per l’impatto delle tasse sul lavoro dei nostri dipendenti. Mi piacerebbe dare dei bonus a chi lavora sodo senza dover calcolare che ogni euro di premio, sono 3 euro di costi azienda totali, quindi è estremamente difficile far crescere il proprio team con le tassazioni di questo tipo”.
C’è stato un momento in cui ha pensato di non farcela?
“Almeno due volte negli ultimi anni stavo per gettare la spugna, ma la perseveranza, anche degli eventi storici, come ad esempio il Covid, ci hanno fatto rimanere attaccati al nostro business. Ho sacrificato tanti pezzi della mia vita e ancora li sto sacrificando, ma questa è la mia passione”.
Cosa si sentirebbe di dire ai giovani messinesi che guardano al futuro, in città o lontano?
“Il mio motto è: chi vuole fa, chi non vuole parla. Se vuoi realizzare una attività imprenditoriale, a Messina come in ogni altra città, puoi provare a farlo”.
Che rapporto ha con Messina?
“Amore e odio. Torno sempre con grande piacere, anche perché qui ho tanti amici e la mia famiglia. Odio perché vedo un potenziale enorme non sfruttato, una noncuranza e incapacità di curare il bene comune e pubblico, e di impegnarsi a difendere quello che Madre Natura ci ha dato. Eterno e grandissimo amore, ma odio per come abbiamo trattato e trattiamo la nostra città”.
Cosa serve, secondo la sua esperienza di innovatrice e da donna che vive da tempo fuori Messina, alla città?
“Serve speranza, servono iniziative culturali, educazione civica, buon esempio. Bisogna far tornare chi vive fuori il più spesso possibile a casa, per far investire qui le risorse economiche che si guadagnano al nord. Serve scolarizzazione, e far viaggiare chi sta al sud e fare scambi con l’estero. Bisogna riformulare il nostro rapporto con il mare e con la natura e gestire in modo strutturato l’arrivo dei croceristi. Bisognerebbe valorizzare il Pilone e farne una attrazione della città, con un osservatorio o punto panoramico. Serve proteggere le nostre meravigliose spiagge e quel poco di antico che è rimasto in città. Serve partecipazione”.
Qual è il suo sogno?
“Potermi riposare un po’ dopo tanti anni di battaglie e avere un po’ più di tempo per le mie passioni e interessi. E poi con ReStore vorrei realizzare nuovi posti di lavoro nella mia terra, ma anche nuovi servizi e rendere sempre più utile la spesa on line. Vorrei creare nuove opportunità per i miei clienti retailer e per l’industria alimentare. Un circolo virtuoso che porta beneficio a tutte le persone che girano attorno a questo mondo della spesa on line. Desidero che questo sia un tornado che continui a crescere sempre più nel tempo”.
Io la penso esattamente come lei.
Facciamo rientrare i nostri giovani che lavorano fuori regione, in primis chi può lavorare da remoto.
Questi, se debitamente incoraggiati, potrebbero rientrare domani stesso e portare conoscenza e reddito in città in pochissimi anni perché si tratterebbe di persone già produttive, formate e capaci di coinvolgere. Chi sta da sempre in città non riesce a comprendere determinati meccanismi.
Come fanno i politici a non comprendere una cosa tanto chiara?
Ho 66 anni, ero professoressa universitaria.
Ma vorrei lavorare ancora, cosa potrei fare per fare lavorare la testa e guadagnare qualcosina?