Il candidato sindaco di area Pd, sostenuto dal gruppo Big Bang Milazzo, interviene in merito alla chiusura dell’ufficio locale dell'agenzia delle entrate; dopo la Serit e il dubbio sull’Inps, Milazzo rischia di perdere uffici essenziali per la comunità.
Continua a far discutere anche in politica la comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate della chiusura dell’ufficio di Milazzo, prevista per il prossimo mese di ottobre.
La decisione è stata presa in rispetto a quanto stabilito dalle norme previste dalla legge sulla spending review; nel caso di Milazzo questa misura è resa più urgente per la carenza di indispensabili certificazioni dell’immobile attualmente in uso, più volte sollecitate alla proprietà e non prodotte. Si è però anche parlato dell’opportunità di creare un punto di assistenza fiscale, di riferimento per la popolazione del comprensorio; e qui è stato chiamato in causa il comune, che si è subito attivato per valutare la proposta della direzione regionale dell’Agenzia delle entrate.
Sull’argomento era già intervenuto Beppe Picciolo del Patto dei Democratici per le riforme, deciso a chiedere in Commissione Lavoro l’audizione del direttore regionale.
Interviene oggi Salvo Presti, candidato a sindaco di area Pd renziana per le amministrative del 31 maggio.
Presti parla della perdita di un servizio essenziale, e per questo l’impegno, “entro i confini delle competenze di ciascun ente, deve mirare a trovare una soluzione alternativa, come potrebbe esserlo, non ultimo, la concessione gratuita di immobili comunali. L’amministrazione uscente già ad Aprile dello scorso anno aveva espresso volontà circa la risoluzione della vicenda, ma evidentemente con scarsi esiti: il sindaco solo in questi giorni ha investito gli uffici comunali competenti della questione. Sarebbe allarmante se, oltre la chiusura già avvenuta della Serit e quella paventata dell’Inps, Milazzo perdesse un servizio essenziale per cittadini e professionisti. Il Punto di assistenza fiscale, proposto dal direttore Gentile come presidio alternativo all’agenzia, rischia di essere solo un palliativo inefficace rispetto alle esigenze del territorio e alla reale natura del servizio di riscossione tributi”.