Teatro, le gemelle diverse della Mazzantini specchio di tutte

Teatro, le gemelle diverse della Mazzantini specchio di tutte

Alessandra Serio

Teatro, le gemelle diverse della Mazzantini specchio di tutte

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sabato 15 Aprile 2023 - 12:20

Chiara Noschese e Nancy Brilli accendono il testo della Mazzantini. Al Vittorio Emanuele fino a domenica

MESSINA – Ortensia e Anemone sono tutte noi. Noi adolescenti che costruiamo nel confronto con mamma, amiche, sorelle, modelli sociali, il nostro primo prototipo di femminilità. Noi che crescendo cambiamo, non senza difficoltà, attraversando il cambiamento dei tempi intorno e dentro di noi. Noi che partiamo guardando la nostra madre, nostra sorella, e promettendo a noi stesse: “Non sarò mai come lei” invece finiamo per diventarlo, con una certa soddisfazione.

Noi che, ad un certo punto della nostra vita, cominciamo a tirare le fila e, a cuore molto più leggero, ci riconciliamo con tutte: con noi stesse, con tutte le nostre “io”, con tutte le altre donne che abbiamo criticato, dalle quali abbiamo cercato di allontanarci ma dalle quali siamo state costantemente attratte e legate.

Ne la “Manola” di Margaret Mazzantini, al teatro Vittorio Emanuele ancora oggi e domani, domenica 16 aprile, le due gemelle diverse interpretate da una scoppiettante Nancy Brilli e una magistrale Chiara Noschese conducono lo spettatore per mano lungo il conflittuale percorso del femminile tutto.

E lungo una metà del nostro secolo, quello a cavallo tra le ideologie, la loro morte, gli sfrenati e voluttuosi anni ’80 e ’90, le fobìe dei primi anni del nostro decennio e la nuova ideologia ecologista. Ancora, nella strada tra l’ossessione religiosa e quella laica della psichiatria, attraversando il fascino dell’occulto.

Così, la “ciofeca” Ortensia, ossessionata e ossessiva, fobica e “asessuale”, diventerà una disinibita milf, mentre la “Marilyn Monroe de la Garbatella” Anemone chinerà il capo al matrimonio con un uomo gretto che la trasformerà in ciofeca. Proprio l’incontro-scontro con l’altro sesso è la chiave di volta del mutamento delle due protagoniste che, terminato il loro percorso e allontanata la centralità dell’altro sesso dalle loro esistente, si ritroveranno e si riconosceranno.

Trascinato dalla caratura teatrale della Noschese, illuminato dalla Brilli, il testo della Mazzantini potrebbe forse avere anche più spinta, ma la direzione di Leo Muscato riesce ad esplicitare, quasi in maniera didascalica, tutti i piani interpretativi, in un’ora e 20 di riflessione comica e drammatica sulla nostra generazione.

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