Lo storico dj sarà protagonista il 22 aprile a Bologna per il Record Store Day, la giornata mondiale dei negozi di dischi
MESSINA – Alfredo Reni, lo storico dj messinese, sarà protagonista il 22 aprile del Record Store Day, la giornata mondiale del negozio di dischi. A lui è affidato un djset che terrà nella vetrina di un negozio di Bologna, Semm records, nella centralissima via Oberdan. In occasione di questa giornata saranno tantissimi i dischi che usciranno nel formato vinile: da John Lennon ai Simple Minds e a un live dei Cure. Ci saranno pure un cofanetto di Fabrizio De André, “Faber – periodo Karim”, un boxset di 45 giri masterizzati per l’occasione, e gli album colorati di Lucio Dalla e Lucio Battisti.
Per l’occasione, abbiamo rivolto al deejay (foto di Paolo Galletta), di recente impegnato nell’iniziativa “Due Luci per Cuci”, alcune domande.
Alfredo Reni, come è cambiato lo scenario musicale messinese nel quadro del cambiamento globale?
“Più che cambiato, io lo trovo cresciuto in qualità. Il Corelli forma e sforna un buon numero di musicisti eccellenti nella classica e nel jazz, apprezzati in Italia e anche all’estero”.
Che cosa consiglierebbe a un giovane dj?
“Di ascoltare. Cercare la musica e non limitarsi a replicare ciò che leggono nelle classifiche. Molti successi attuali sono remake di brani del passato. Googlare qual è l’originale e da li fare tutte le connessioni possibili”.
Dalle radio messinesi alle discoteche, nel corso della sua carriera, quali sono stati i momenti più significativi?
“Io sono arrivato a Messina per fare la radio, Radio Onda, una sorta di community con ragazzi romani, e abitavamo tutti nella stessa casa che ospitava gli studi. E poi Antenna dello Stretto, una delle più importanti radio italiane. La sola radio siciliana inserita nel circuito promozionale delle major discografiche. E subito dopo le discoteche: l’Ikebana, il piccolo club di Sant’Alessio che nel 1980 divenne il tempio del nuovo rock che arrivava dall’Inghilterra. E il Tout Va, la discoteca che negli anni ’80 fu uno dei locali simbolo in Italia per il ballo”.
Un ricordo o un aneddoto?
“Ray Charles aveva un concerto al Tout Va. Mentre la sua band eseguiva dei brani prima del suo ingresso, lui aspettava seduto a cavalcioni su una sedia. Mentre muoveva la testa a ritmo, allungava la mano destra per afferrare il boccale di birra alla sua sinistra. A reggere quel boccale, per lui, ero io: il momento più alto del mio curriculum”.