Questa è Messina? Il dibattito sulle pensiline Atm fa riflettere sull'identità della città

Questa è Messina? Il dibattito sulle pensiline Atm fa riflettere sull’identità della città

Marco Olivieri

Questa è Messina? Il dibattito sulle pensiline Atm fa riflettere sull’identità della città

giovedì 01 Giugno 2023 - 07:42

Il cuore del problema è un altro: c'è bisogno di una visione culturale che animi questa città e la porti lontano dal provincialismo

MESSINA – La campagna “This is Messina”, con arancini e focacce a banalizzare l’immagine della città a detta di diversi artisti e cittadini, ha scatenato i commenti sui social. Non sono mancate le precisazioni sul piano di comunicazione nelle pensiline Atm, “arancini e pidoni solo in 5 foto su 18” e nessuna sostituzione di opere artistiche, ma il cuore del problema è un altro. La passione con cui si dibatte, e si critica, rivela che il vero argomento, la madre di ogni questione, è l’identità di Messina. “This is Messina”, “questa è Messina”, ma quale Messina? Che città è Messina? Allora, ritorna, potente, la necessità di una visione culturale che animi questa città. Che la conduca fuori da un eterno provincialismo, da classi dirigenti e cittadinanza condannate a ripetere all’infinito copioni giù visti, idee e slogan superati da una contemporaneità che qui non arriva mai.

Il tema riguarda tutti: maggioranza e opposizione, istituzioni, sindacati e organismi di rappresentanza, mondi culturali e sociali. Nessuno può tirarsi indietro. Non a caso in questi giorni, in un parallelo con il rischio fallimento del Messina calcio, abbiamo evidenziato che la città deve trovare in sé stessa – nelle proprie potenzialità – una base per riattivare un percorso, un progetto, una visione compatibili con una nuova idea di Città metropolitana.

In un quadro in divenire, Messina è anche animata, e non sempre lo si ricorda, da una serie di realtà di valore che devono trovare nel Comune e nelle istituzioni un punto di riferimento e di raccordo. Un “fare rete” per migliorare davvero la città. Messina è anche l’eccellenza teatrale di chi opera in campo teatrale, ad esempio: dalla compagnia Carullo-Minasi a Nutrimenti Terrestri, il Teatro dei 3 Mestieri, Roberto Bonaventura e “Il castello di Sancio Panza”, il Clan Off di Currò e Failla e La Compagnia dei balocchi di Sasà Neri, tra gli altri. Messina è anche l’eccellenza di un progetto cinematografico di qualità con la sala Lux gestita dal Cineforum Orione e l’instancabile impegno del presidente Nino Genovese e del responsabile della programmazione Francesco Torre. Una realtà in crescita: 12.000 presenze nei primi 5 mesi di incasso senza titoli commerciali.

“Fare rete” una necessità per archiviare la marginalità di Messina

Potremmo continuare, e lo faremo in altri articoli, a citare gli sforzi degli esercenti Parlagreco (multisala Iris) e La Scala-Polizzi (Apollo), il gioiello (da valorizzare di più) del MuMe – Museo regionale, e non solo per i Caravaggio, e come non menzionare tre importanti associazioni concertistiche: la Filarmonica Laudamo, la più antica della Sicilia, con 102 anni, e una delle più antiche d’Italia; l‘Accademia Filarmonica e l’associazione Bellini, che propongono stagioni musicali d’altissimo livello.

La necessità, dunque, per sfruttare le potenzialità del territorio, è quella di “fare rete” in una prospettiva salvifica di confronto e scambio, di apertura al mondo. I recenti sforzi dell’assessore Caruso, in ambito turistico, rientrano nel bisogno di dialogare con ogni soggetto in campo, dal commercio a chi opera nel settore culinario, per superare l’individualismo. E, al di là del tema pensiline, il vero cuore del problema, lo ribadiamo, è avere una visione culturale che traghetti Messina fuori dalle secche di una marginalità e di una periferia del mondo da archiviare.

Non è più tempo di tirare a campare e Messina ha bisogno di mettere in comunicazione e valorizzare le sue energie migliori. Sia quelle che vivono qui, sia quelle impegnate in ambito internazionale e nazionale.

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8 commenti

  1. Impeccabile!

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  2. messina non ha nessuna identità tranne le cozze e il pescestocco

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  3. Stracondivido ogni cosa scritta ….. bellissima analisi in questo articolo🤩….. BRAVISSIMO!!!!!!!

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  4. il tema del dibattito dà la misura di quanto è caduta in basso la città che oramai si può chiamare a ragione Meschina non più Messina.

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  5. L’assessore Caruso è quello che su questo sito ha dichiarato che a Messina non servono nuovi alberghi? Se questa è la visione dell’assessore al Turismo di una giunta di smaccata ispirazione “paesana”, cosa gli si deve chiedere?

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  6. Solite polemiche messinesi. Non ci vantiamo di essere noi i creatori del vero arancino e della vera granita? Anche questa è arte. Soprattutto perché valorizza il lavoro di chi giornalmente fa arancini e granite.

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  7. mi scusassiru…ma nte pensilini ca pubblicita du manciari, invece di scriviri ngrisi , non si putia scriviri in dialettu “chista e’ Missina” oppuru “chista e Buddacilandia” ??????? chiedo pi na para di amici.

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  8. È assolutamente assurdo ancora dopo diversi giorni fare polemiche su ciò che c’è nelle pensiline Atm, l’amministrazione ha voluto mettere foto di specialità da Street food libera di farlo, vorrei sapere dove sta il problema, per quanto riguarda l’articolo della redazione condivido, ma non c’entra un tubo con le pensiline, una diatriba inutile.

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