Botta e risposta tra l'Autorità nazionale anticorruzione e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Nel dl sul Ponte sullo Stretto di Messina, c’è “uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico, sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi”. Così il presidente dell’Anac, Giuseppe Busìa, lamentando che proposte emendative presentate dall’Anac per correggere questa stortura non siano state accolte dal governo. Le maggiori critiche si appuntano però alle nuove norme sugli appalti che entreranno in vigore il primo luglio. “La deroga non può essere la regola” avverte il presidente dell’Anticorruzione, che poi punta l’indice su quelle che definisce le “scorciatoie foriere di rischi”: come l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti, specie per servizi e forniture, o l’eliminazione di avvisi e bandi per i lavori fino a cinque milioni di euro.
“Ci sarà un responsabile anti corruzione e sono previste sanzioni”
La replica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Sono “totalmente infondate le preoccupazioni dell’Anac a proposito del Ponte sullo Stretto, come lo erano quelle sul Nuovo Codice degli Appalti. Non solo perché verrà nominato un responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza, ma anche perché le garanzie a tutela della legalità e del corretto utilizzo dei fondi pubblici sono salvaguardate dalle norme generali del nostro ordinamento nonché dal Codice degli Appalti. Codice degli Appalti che prevede precise responsabilità e sanzioni”.
Gira e rigira cu mania non pinia
I RISCHI DEL PONTE? TUTTI A CARICO DEL PUBBLICO
Detto e ribadito. Adesso ha, nuovamente, il crisma dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione. Il modo con cui il Governo “resuscita” un progetto potenzialmente meno efficiente delle alternative disponibili (parola degli esperti del Ministero) è un possibile regalo dello Stato ai privati.
Il “patto” tra Governo ed Eurolink (leggasi: WeBuild) è gravemente squilibrato a vantaggio del privato. Contrariamente a quanto chiesto dall’Autorità, lo Stato ripristina i rapporti contrattuali, ma Eurolink non rinuncia al contenzioso. Meglio, lo farà solo DOPO che il progetto sarà stato approvato, ossia quando non avrà più nulla da perdere. Il 15 Maggio scorso, tra l’altro, abbiamo assistito a un bel siparietto. Sappiamo che il Tribunale delle Imprese aveva respinto le pretese di Eurolink, giudicando legittima la “caducazione” dei contratti operata dal Governo Monti nel 2012 e infondate le pretese dei privati. Le ditte hanno chiesto l’anticipazione dell’udienza di appello e il 15 Maggio la società Stretto di Messina ha rinunciato al contenzioso, ma WeBuild no. A quel punto la Corte si è aggiornata a ottobre …2024, fra un anno e mezzo! Motivo? A quel punto il progetto sarà concluso e WeBuild potrà fare ciò che più le conviene: se il progetto è stato approvato, rinuncerà alla causa prendendosi la commessa; se il progetto è stato respinto manterrà la causa aspirando al risarcimento. Comodo, come dormire fra quattro guanciali!
E lo Stato? Lo Stato mette sul piatto 15 miliardi per un’opera terribilmente cotroversa, da molti esperti giudicata inutile e dannosa, dalla sicurezza incerta e azzardata, che ha alternative giudicate “potenzialmente preferibili” perfino dalle commissioni nominate dal Ministero delle Infrastrutture, e rinuncia a un contenzioso che in primo grado aveva già vinto, offrendo alla mano del privato tutti i jolly del mazzo. Un modo ben strano di tutelare l’interesse pubblico. Se lo Stato fosse stato la sua casa o la sua azienda, il buon padre di famiglia Matteo Salvini avrebbe rinunciato a una posizione di forza contrattuale (una vittoria in primo grado) offrendo tutto in cambio di niente? Ne dubitiamo fortemente.
Ma c’è un altro aspetto di “rischio” che la riesumazione dei contratti mantiene esclusivamente in carico al pubblico, esimendone del tutto il privato. È il rischio “finanziario” dell’operazione. Ne parleremo nella prossima puntata.
MESSINA, 08 Giugno 2023
Comitato: “Invece del ponte – cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto”