Da una lettrice, Anna Maria Raffa, riceviamo e pubblichiamo una riflessione in seguito agli Stati Generali sui servizi sociali ed alla situazione del settore a due anni dal'insediamento dell'amministrazione.
Leopardi diceva che non è tanto bella la festa, quanto l’attesa della festa stessa, si sono conclusi così venerdì 29 maggio, senza particolare enfasi o clamore rispetto a quelli che si erano generati al momento dell’indizione e del posticipo, gli Stati Generali dei Servizi Sociali. Il programma prevedeva due incontri (un pomeriggio e una mattina), per un totale di 8 ore circa (fra i ritardi sono poi risultate poco meno) e la mia fame bulimica di novità si trovava già in fase di sofferenza. Dai primi interventi sembrava che tutti avessero da fare altrove e che tutto sommato la questione andava risolta in fretta: stanza dimessa, video proiettore e powerpoint, niente manifesti, niente cavalieri, niente carpette, niente fiori, due dispense, foglio all’entrata per le firme e attestato. Una festa per pochi intimi, in cui relatori si chiamavano l’un con l’altro “amici”, e una platea composta da alcuni rappresentanti ASP, diversi assistenti sociali, la metà dei sindacati, un po’ di cooperative, un pizzico di volontariato e tanti studenti.
Si comincia con il sindaco che, come sempre nel portare saluti, mi ricorda quanto sta lavorando per me, e quanto mi abbia a cuore rispetto alle precedenti, anaffetive amministrazioni; continua la Presidente del Consiglio che, anche se ha rapidamente imparato il “leinonsachisonoio”, ci informa di “venire dalla strada”, qualunque cosa voglia dire. L’incontro del pomeriggio è caratterizzato dalla cronostoria che ha portato all’incontro finale degli Stati Generali, siamo partiti dal “disastro lasciato dalle precedenti amministrazioni”, alla ”necessità delle proroghe” per garantire la continuità del servizio (se le fai perché le fai, se non le fai apriti cielo, con ste proroghe sbagli sempre). Contributi degli operatori sociali ASP e del Dipartimento, di un operatore sociale partenopeo; alla fine qualche contributo dei sindacati, degli ordini professionali, delle rappresentanze cooperativistiche, ex politici, e ben due dell’Istituto Neurolesi, in piena campagna elettorale. Il livello di novità apportate alla mia conoscenza si assesta così, dopo il primo pomeriggio, ai numeri negativi.
Il secondo giorno, apporti più o meno pertinenti alla traccia dal vicepresidente dell’Anci, specialisti dell’ASP, del settore e degli assessori. Chi ha partecipato ai tavoli tematici non può che empaticamente condividere l’amarezza della presidente della consulta delle Organizzazioni sociali: scarsa considerazione della politica e degli uffici amministrativi verso l’organo del Terzo settore, e non è un dettaglio rispetto ai principi della legge 328/00, oltre che del famoso “cambiamento dal basso”, ma questo non fa più notizia.
Fra gli imputati del terrore giacobino, un Dipartimento dei Servizi Sociali inadeguato sia per organico che per divisone-confusione di competenze fra amministrazione e servizi sociali; chissà se glielo riferiscono, non c’era nessun dirigente. Altro imputato le cooperative, che si sono ben difese, l’Assessore delle “cooperative non tutte da buttare” ci mette una pezza, nella Multiservizi ci sarà posto anche per loro, in un ruolo generico definito, “progettazione”. Per quanto riguarda i Comuni facenti parte del Distretto 26, per loro è previsto un Ufficio Dipartimentale per i servizi sociali, chissà se glielo riferiscono…non c’erano neanche loro. Sicuramente hanno fallito coloro che non venendo alla festa “speravano di farsi notare di più” parafrasando l’Assessore Ialacqua, erano davvero troppi per notarli tutti. Notevole l’assenza del volontariato invece, per essere un evento a marchio Cesv.
A 15 minuti dalla fine, quando la mia soglia dell’attenzione non ne voleva sapere più di rispondere ai miei ripetuti solleciti, con un assist del coordinatore Rizzo, il Direttore Le Donne mi comunica, come se nulla fosse, che il “mio” sogno come lavoratore dei servizi sociali a breve diverrà realtà, anch’io come tutti i colleghi dei servizi sociali diventerò una pubblica dipendente di questa MessinaMultiservice! Avremo tutti dei contrattini privati ed un unico padrone che disporrà di noi a secondo delle necessità (del settore s’intende); sembra anche che saremo in buona compagnia assieme colleghi di Amam , Messina Ambiente etc. etc. .
Credevo che gli Stati Generali si concludessero, per l’Assessore che dice “di non poter piacere a tutti” (un eufemismo per non dire che non piace proprio a nessuno), come l’ufficializzazione della mancata rivoluzione nei servizi sociali, il definitivo autogol della sua carriera, ma non è andata così. La Multiservizi è un processo ancora da determinare e da definire, c’è la forma giuridica da scegliere, ma da qui a breve cominceranno, mi rassicurano i relatori a convegno finito, una serie di incontri tecnici che porteranno a chiarirci meglio il concetto, forse avremmo degli Stati generali della Multiservizi, penso io. Per la mia generazione che ha imparato a considerare il “posto pubblico” un privilegio di cui i nostri genitori rimarranno gli ultimi beneficiari, una sorta di disfunsionalità da dimenticare dopo tangentopoli, a fronte dell’unica caratteristica che sembra avere oggi il lavoro, quella della “flessibilità”, questa multiservizi rappresenta l’avverarsi del più proibito dei sogni. Un eldorado, peccato che lo abbiamo sentito in pochi, dal nostalgico sapore di statalizzazione comunista (catto?). Mi faccio il conto degli anni che mancano alla fine del mandato dell’amministrazione, mi sa che non ci arrivano … o siamo già in campagna elettorale?
Anna Maria Raffa
Ti ho letto con molta attenzione, cara ANNA MARIA, ma come tanti sei caduta nelle rete di chi non non vuole dire mancu su mazzi come vorrebbe i SERVIZI SOCIALI a Messina. Mariedit è per la LIBERA SCELTA come facciamo per i nostri cari, tra strutture private e pubbliche rigorosamente iscritte all’albo regionale. Il messinese veramente bisognoso deve stare al CENTRO del servizio, poi tutti gli altri attori nello sfondo, compresi gli operatori sociali della ipotizzata multiservi o delle cooperative, da cui dobbiamo pretendere professionalità e abnegazione senza se e senza ma, in cambio uno stipendio sicuro, di questi tempi è già molto. Cara ANNA MARIA facci sapere le tue proposte altrimenti la nostra attenzione scemerà sempre di più.
Ti ho letto con molta attenzione, cara ANNA MARIA, ma come tanti sei caduta nelle rete di chi non non vuole dire mancu su mazzi come vorrebbe i SERVIZI SOCIALI a Messina. Mariedit è per la LIBERA SCELTA come facciamo per i nostri cari, tra strutture private e pubbliche rigorosamente iscritte all’albo regionale. Il messinese veramente bisognoso deve stare al CENTRO del servizio, poi tutti gli altri attori nello sfondo, compresi gli operatori sociali della ipotizzata multiservi o delle cooperative, da cui dobbiamo pretendere professionalità e abnegazione senza se e senza ma, in cambio uno stipendio sicuro, di questi tempi è già molto. Cara ANNA MARIA facci sapere le tue proposte altrimenti la nostra attenzione scemerà sempre di più.