Lungo faccia a faccia col giudice dei due protagonisti dell'inchiesta della Finanza che dicono: "Siamo innocenti"
MESSINA – Hanno deciso di parlare le due persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza che ipotizza i reati di tentata concussione e corruzione al Papardo. A Palazzo di Giustizia per il primo faccia a faccia col giudice, l’ex deputato regionale Antonio Catalfamo e la dirigente medico Francesca Paratore non si sono sottratti all’interrogatorio di garanzia e, accompagnati dai difensori, rispettivamente gli avvocati Tommaso Calderone e Giuseppe Lo Presti, hanno risposto a tutte le domande del giudice Tiziana Leanza.
I due hanno respinto le accuse, si dicono innocenti rispetto ai reati penali contestati ed hanno inquadrato le vicende intercettate dai finanzieri, fornendo la loro versione dei fatti. Nessuna “pressione indebita” sui vertici ospedalieri, ha detto Catalfamo, ma la dinamica politica ordinaria rispetto a avvenimenti che si stavano sviluppando lecitamente. Catalfamo ha anche fornito delle “dichiarazioni spontanee” che possono essere utili agli investigatori per ulteriori approfondimenti.
Agli interrogatori, che sono andati avanti per oltre due ore a testa, ha preso parte anche il sostituto procuratore Marco Accolla, titolare del caso, che ha anche lui chiesto alle due persone andate ai domiciliari alcuni particolari emersi dalle indagini. Al momento nessuno dei due ha avanzato particolari richieste al giudice per le indagini preliminari.
Tocca ora alla Procura, dopo questa prima fase di confronto con i protagonisti, capire se è il caso di ascoltare, convocandoli, anche gli altri due indagati, ovvero il giornalista Santi Cautela e l’assessore comunale di Barcellona, Angelita Pino. L’indagine, lo ricordiamo, nasce da una segnalazione delle Fiamme Gialle di Palermo che, su input della Procura di Milano, si stavano occupando degli appalti in sanità.