Ferragosto, un giorno di festa con un velo di tristezza: "L'emigrazione è un dramma"

Ferragosto, un giorno di festa con un velo di tristezza: “L’emigrazione è un dramma”

Giuseppe Fontana

Ferragosto, un giorno di festa con un velo di tristezza: “L’emigrazione è un dramma”

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martedì 15 Agosto 2023 - 08:10

Nella riflessione dell'artista Lelio Bonaccorso c'è tutta l'amarezza di chi resta e di chi parte, nella stessa misura. E c'è anche un appello: "Lavorare tutti per Messina"

MESSINA – Ferragosto è un giorno di festa doppia per Messina e i messinesi. La tradizione della Vara si unisce ai consueti pranzi in famiglia e con gli amici o a giornate al mare che rappresentano l’emblema delle vacanze estive. Ma Ferragosto è anche un giorno limite, un crocevia, dopo il quale molti messinesi, parenti e amici, sono impegnati a rifare le valigie e a tornare alle proprie vite lontano da casa, o in una nuova realtà che con quella in riva allo Stretto ha poco a che fare.

E così il giorno di Ferragosto diventa un simbolo di unione e divisione, un abbraccio forte pronto a schiudersi, con una distanza che si azzera, ma vicina a ricomporsi. Una nota di tristezza si insinua dietro i sorrisi di chi parte e di chi resta, in egual misura e con la stessa amarezza. Come spiega, bene (come sempre), il fumettista Lelio Bonaccorso, artista messinese di valore riconosciuto, che a Messina c’è rimasto e combatte, con iniziative e facendo da collante con l’amministrazione e i vari enti, per mettere un freno all’esodo continuo di migliaia di giovani.

Bonaccorso: “Ferragosto mette anche malinconia”

Lelio Bonaccorso ci racconta la sua esperienza: “Ferragosto è un giorno speciale, di gioia e riunione, di comunione. Tornano tutti gli amici, i fratelli, i cugini, parenti di ogni tipo, ci si ritrova e si torna a essere comunità e famiglia. A me però questo periodo mette anche un po’ di malinconia, perché mi fa pensare al momento in cui tutte queste persone poi devono ripartire. Io ho una sorella che vive all’estero e dei nipotini e vivo questo momento sempre con una certa tristezza mista a rabbia, perché vedo che di tutto si parla in Italia tranne che di questo, che è un vero dramma. Parliamo dell’emigrazione forzata dei giovani del Sud Italia. L’area dello Stretto è quella con più alto tasso di emigrazione in Europa”.

“Questo è il reale problema – prosegue -. Messina ha perso 20 mila abitanti in poco tempo. Io ho deciso di restare a Messina e ho la fortuna di poter fare un lavoro a distanza. Cerco di portare avanti un progetto che possa portare utilità e benessere nel luogo in cui abito, attraverso arte, fumetto e cultura. Abbiamo fondato l’Officina del Sole che è un luogo anche semplicemente di incontro, in cui dare speranza a quelle che sono le generazioni presenti e future. Opportunità che possono trovarsi sul territorio. Lavori come il mio possono essere fatti da remoto e questo dà la possibilità di restare”.

Il messaggio: “Serve l’energia di tutti”

E l’artista prosegue: “Penso anche alla realtà di Farisusu, con due giovani che stanno creando qualcosa di importante, una residenza per artisti, creata da loro che sono tornati dall’estero per farlo. Bisogna lavorare in sinergia, anche con soggetti privati che magari possono investire in start up e in realtà che producano lavoro. Settore elettronico, informatico, artistico e creativo: vorrei ci fosse questo. E anche più altruismo da parte di tutti, perché i soldi guadagnati qui vengano investiti qui e non fuori o tenuti in cassaforte”.

Bonaccorso conclude: “C’è in ballo la sopravvivenza di una città e so che è un messaggio forte quello che lancio. Messina è gloriosa e ha un passato incredibile ma non sappiamo che futuro avrà se non ci impegniamo per essere all’altezza dei nostri antenati. Per la nostra generazione è una prova enorme, ma non c’è alternativa perché in ballo è la nostra sopravvivenza. Io sono convinto che ci riusciremo, perché nel nostro sangue abbiamo le facoltà e le possibilità di fare del bene. Dobbiamo collaborare tutti, anche se capita di non condividere le stesse idee. Messina ha bisogno delle energie di tutti”.

3 commenti

  1. Non c’è molto di cui disquisire: basta guardare cosa c’è sotto questo articolo. “Segnalazioni tempostretto”…una città irrecuperabile

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  2. L’area dello Stretto è stata vittima di una incredibile depredazione totale. A Messina trovavano impiego tutte due le sponde dello Stretto. Purtroppo, quando le province da autonome sono passate regionali, la Regione Sicilia, ha trasferito equamente tra Catania e Palermo tutti i comandi storici e gli uffici di Messina. Il compartimento ferroviario con l’officina, la direzione e distribuzione postale regionale, la banca d’Italia, Marisicilia, il distretto militare, Comando regionale della Guardia di Finanza, Comando regionale dei Carabinieri, e tanti altri. Ogni comando, ogni ufficio, portava un notevole lavoro indotto, come la mensa, il servizio di pulizia, l’assistenza ai mezzi e la manutenzione degli uffici, ect. Migliaia e migliaia di posti di lavoro, ma anche lavoratori, spesso con le famiglie, sono dovuti andare via, quindi, con con notevole ripercussione economica sulle città. I lavoratori e le loro famiglie, compravano il pane, i vestiti, andavano al supermercato, oggi ci sono meno studenti nelle scuole e via di seguito. La Regione Sicilia ha fatto un vero è proprio massacro, non solo al territorio messinese, anche a quello reggino. L’area dello Stretto cresce o affonda insieme. Le due province, con oltre 1300.000 abitanti, superano circa metà delle regioni italiane, eppure sono marginalizzate dalle due regioni. Bisogna assolutamente creare una regione dello Stretto, che dia autonomia amministrativa e ponga fine all’oppressione, che lentamente sta uccidendo lo Stretto.

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  3. Poco più di 20 anni fa lavoravo a Messina, poi sono andato via… neanche lontanissimo… anche la mia compagna ha trovato lavoro… Scegliamo di non fare i pendolari… vita troppo venduta per una città che non avrebbe offerto il poco futuro che, chi come me, ancora vede in Sicilia… Nessuno dei miei amici ci vive più… tutti andati via… pure chi lavora nel pubblico… Messina? A volte rimpiango di esserci cresciuto ed avere avuto pochissime oppurtunità (che ho sfruttato al massimo)!

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