L'assessora Cannata prende le distanze dai manifesti stop gender

L’assessora Cannata prende le distanze dai manifesti stop gender

Marco Olivieri

L’assessora Cannata prende le distanze dai manifesti stop gender

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giovedì 07 Settembre 2023 - 17:10

Dopo l'invito a intervenire da parte di Arcigay e Famiglie Arcobaleno, la parola all'assessora alle Pari opportunità: "Non li posso però fare rimuovere"

MESSINA – L’assessora alle Pari opportunità Liana Cannata interviene sulla campagna pubblicitaria del Movimento Pro Vita, con il bambino adornato suo malgrado da un fiocco rosa. E precisa anche, in relazione all’invito a rimuovere i manifesti “stop gender” a Messina, che non ci sono i presupposti legali per procedere alla rimozione. Afferma l’assessora: “Mi indigna la strumentalizzazione dei bambini per sottintendere messaggi discriminanti. Ho voluto incontrare il presidente di Arcigay Rosario Duca e Maristella Bossa, delle Famiglie Arcobaleno, per esprimere la mia solidarietà e per comunicare loro l’avvio di verifica dell’iter procedurale della domanda di affissione, Verifica pure dei presupposti giuridici per procedere alla rimozione anche in base alla normativa vigente in materia. Paradossalmente la risposta è stata, come è avvenuto in altri Comuni italiani, vedi Modena, che si lederebbe la libertà di espressione garantita all’articolo 21 della Costituzione italiana”.

La norma, citata dall’avvocata Bossa, è quella contenuta nell’articolo 1 comma 4-bis dl. 121/2021: “È vietata sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche”.

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2 commenti

  1. l’unica discriminazione è ormai verso le famiglie eterosessuali tradizionali che non possono esprimere l’amore verso i bambini maschi e le bambine femimmine. Che tempi.. quelli nostri in cui non si possono difendere i propri valori tradizionali..

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  2. Ma difendere da cosa Lillo?
    Dai “Teteschi”?
    Si sentono tutti vittime:
    etero, gay, neri, bianchi, poliamorosi, famiglie arcobaleno, famiglie sfasciate ma tradizionali, famiglie violente ma tradizionali famiglie colorate ma sfasciate, pure quelle.
    Una galassia di perseguitati che cerca negli altri le colpe di una società intera.
    Fatti salvo i sacrosanti diritti civili ognuno poi si lamente come gli pare, dall’alto delle proprie ragioni.

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