Le somme che non bastano, i debiti che crescono: tutti sanno ma nulla cambia. La Tari è la punta dell'iceberg

Le somme che non bastano, i debiti che crescono: tutti sanno ma nulla cambia. La Tari è la punta dell’iceberg

Francesca Stornante

Le somme che non bastano, i debiti che crescono: tutti sanno ma nulla cambia. La Tari è la punta dell’iceberg

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venerdì 11 Settembre 2015 - 00:07

Da anni i commissari di Messinambiente chiedono più soldi per gestire la società, ieri anche Calabrò ha parlato a ruota libera delle difficoltà di operare in questo modo. "Ogni mese ci sono costi che non trovano copertura e produciamo debiti. Dibattito incandescente in commissione bilancio, per i consiglieri la delibera Tari va ritirata.

«I soldi che mensilmente il Comune prevede di girare a Messinambiente sulla base delle perizie redatte dal Dipartimento Ambiente con la collaborazione dell’Ato3 non bastano. I costi del servizio non sono allineati con le reali esigenze per garantire struttura e servizi, le cifre inserite in perizia non corrispondono ai costi reali e mese dopo mese si continuano a creare debiti perché i costi extra che siamo costretti a sostenere non sono coperti da nulla». Hanno parlato senza peli sulla lingua il commissario di Messinambiente Giovanni Calabrò, il direttore tecnico Roberto Lisi e il responsabile amministrativo Antonino Inferrera, un fiume in piena che ha rotto gli argini durante l’ennessima commissione Bilancio dedicata alla Tari, ai conti che non tornano, ai costi di Messinambiente, alle incertezze dopo due anni e mezzo di un’amministrazione che doveva rivoluzionare la gestione dei rifiuti e che invece si sta dimostrando esattamente in linea con quelle del passato. Quantomeno sull’aspetto economico e gestionale. Senza mezzi termini gli uomini di Messinambiente hanno confermato ciò che Ciacci ha ripetuto fin dal suo arrivo a Messina e fino all’ultima lettera dello scorso 10 luglio indirizzata al Dirigente del dipartimento Ambente: i soldi non bastano. A Messinambiente servono circa 250 mila euro in più al mese e il fatto che anche gli amministratori accorintiani siano a conoscenza delle difficoltà ma allargano le braccia davanti alle richieste dei commissari scelti ad hoc per gestire società e servizi è un dato preoccupante che nessuno può più ignorare.

Nulla di nuovo in quanto dichiarato da Calabrò, Lisi, Inferrera, ma le loro parole pesano come macigni e inchiodano l’amministrazione alle proprie responsabilità perché adesso i consiglieri comunali vogliono assoluta chiarezza su questo buco da 3 milioni di euro che mese dopo mese si sta formando a causa di chi evidentemente fa finta che i problemi non esistano. Ciacci, e dunque prima di lui anche Armando Di Maria, evidentemente avevano ragione: «Questo disallineamento non nasce certo oggi, si tratta di una forbice tra costi presunti e reali che esiste da almeno 7 anni, ma prima forse era più facile spostare somme da una parte all’altra senza dover rendere conto di ogni passo ai cittadini, oggi invece molto attenti visto che il costo del servizio è interamente a carico dei messinesi. Il problema però è sempre lo stesso: prima le perizie venivano redatte unilateralmente da Ato3, ora che se ne occupa il Comune però la musica non è cambiata, le carte sono quelle di un tempo e le metodologie sono sempre le stesse» ha spiegato Inferrera.

Chi pagherà questi 3 milioni circa di potenziale debito fuori bilancio? Perché l’amministrazione non lo ha inserito nei costi Tari evitando ai consiglieri di votare un atto palesemente errato e che immediatamente attirerebbe l’attenzione della Corte dei Conti? Quesiti legittimi di consiglieri comunali che si stanno ritrovando ad assistere a quello che Gino Sturniolo ha etichettato come il fallimento dell’operazione Ciacci, visti i risultati. Leggendo la delibera confezionata dall’amministrazione Accorinti, per il 2015 il costo ammonterebbe a 41.622.000 euro, ma ormai tutti sanno bene che il vero costo della Tari potrebbe schizzare da un momento all’altro sforando i 45 milioni di euro. Un salasso rispetto addirittura all’odiatissima Tares del 2013, quella che portò centinaia di messinesi a protestare davanti Palazzo Zanca.

Poi ci sono anche circa 700 mila euro in più da pagare alla discarica di Motta S. Anastasia perché da maggio ad agosto Messinambiente ha dovuto scaricare i rifiuti fuori orario, facendo di questa modalità una prassi. Tutte situazioni figlie della condizione in cui si trova ad operare Messinambiente, senza possibilità di investimenti e programmazioni a lungo termine che potrebbero consentire un abbattimento di tanti costi extra oggi inevitabili, come la riparazione dei mezzi o i viaggi fuori orario in discarica necessari perché i mezzi a disposizione sono pochi e dunque da gestire a seconda delle esigenze. Un calderone in ebollizione che qualcuno dovrebbe togliere dal fuoco prima che sia troppo tardi.

La Tari dunque è solo la punta dell’iceberg. Un iceberg che rischia di rivelarsi molto più imponente di quanto si potesse immaginare. Costi, cifre, dubbi, timori. La tassa rifiuti 2015 sta creando non poco scompiglio a Palazzo Zanca e l’impressione è che siamo ancora all’inizio. Più si prova a mettere ordine in una discussione che non riesce a trovare soluzione, più saltano fuori elementi preoccupanti, destabilizzanti, contraddittori: la perfetta fotografia della gestione rifiuti da parte dell’amministrazione Accorinti.

La Tari ha portato anche i ieri i consiglieri della I commissione Bilancio a riunirsi per riprendere il discorso su questa tassa che anche quest’anno è tutta sulle spalle dei messinesi e proprio per questo impone maggiore chiarezza e trasparenza. Man mano che si parla però saltano fuori sempre nuovi elementi, nuove cifre, soldi che mancano e che non si chi dovrebbe coprire. Un vaso di Pandora che ormai la commissione presieduta da Carlo Abbate vuole aprire a tutti i costi per dire con chiarezza e trasparenza ai messinesi quanto pagheranno di Tari e perché. «Finalmente abbiamo la possibilità di fare una reale operazione verità sulla gestione dei rifiuti, sui costi effettivi, sulle responsabilità dell’attuale situazione e andremo fino in fondo per provare a mettere ordine in un settore in cui regna il totale disordine» ha spiegato Abbate.

I consiglieri, da Franco Mondello a Pippo Trischitta, passando per Antonella Russo, Pippo De Leo, Giuseppe Santalco, hanno chiesto a gran voce che l’amministrazione ritiri la delibera, tanto non sarebbe una novità, e la modifichi inserendo le somme mancanti. «Devono avere il coraggio di dire che non è cambiato nulla e che la tari costerà più che in passato» hanno dichiarato i consiglieri. Cosa succederà adesso è un’incognita. Di certo c’è che i problemi di Messinambiente sono noti a tutti e ignorarli non farà che peggiorare ancor di più una situazione già di per se intricatissima.

Francesca Stornante

12 commenti

  1. Questo dimostra (secondo me) l’impossibilità, nonché l’inutilità di mantenere l’attuale livello occupazionale.
    I costi di Messinambiente sono rappresentati per il 70% dal personale.
    Nessun margine per rivedere i costi con queste percentuali.
    Lo stesso Ciacci disse chiaramente che il rapporto altrove era del 40% circa (se non ricordo male).
    Va rivista l’allegra politica di trasferimento tra partecipate che sta facendo confluire in AMAM la categoria più tutelata d’Italia, l’impiegato pubblico.
    Quella produrrà solo danni.
    Presentate un piano serio di tagli al personale al consiglio e poi vediamo cosa succede.
    Vediamo quanto salteranno all’insù i glutei tanto ben agganciati agli scanni dei signori consiglieri.

    Salvatore

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  2. Questo dimostra (secondo me) l’impossibilità, nonché l’inutilità di mantenere l’attuale livello occupazionale.
    I costi di Messinambiente sono rappresentati per il 70% dal personale.
    Nessun margine per rivedere i costi con queste percentuali.
    Lo stesso Ciacci disse chiaramente che il rapporto altrove era del 40% circa (se non ricordo male).
    Va rivista l’allegra politica di trasferimento tra partecipate che sta facendo confluire in AMAM la categoria più tutelata d’Italia, l’impiegato pubblico.
    Quella produrrà solo danni.
    Presentate un piano serio di tagli al personale al consiglio e poi vediamo cosa succede.
    Vediamo quanto salteranno all’insù i glutei tanto ben agganciati agli scanni dei signori consiglieri.

    Salvatore

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  3. Il problema è che anche questa amministrazione non riesce a far pagare tutti. In quartieri cosidetti degradati e non solo ancor oggi molti non pagano acqua ( allacci abusivi alla rete) spazzatura e così via. Nonostante fuori abbiano parcheggiati suv ed abbiano televisori a tutta parete, e condizionatori. Tutto ricade sui soliti NOTI. Allora ormai è l’ora che facciano pagare tutti, pur facendosi aiutare dalle forze dell’ordine vadano e facciano ispezioni in modo che vengano fuori chi veramente non può pagare perché realmente povero. Solo in quel caso forse le cose funzionerebbero meglio e non saremmo salassati sempre i soliti, senza troppe masturbazioni per aumentare o diminuire questo o quello.CHIAMASI CLIENTELISMO.

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  4. Il problema è che anche questa amministrazione non riesce a far pagare tutti. In quartieri cosidetti degradati e non solo ancor oggi molti non pagano acqua ( allacci abusivi alla rete) spazzatura e così via. Nonostante fuori abbiano parcheggiati suv ed abbiano televisori a tutta parete, e condizionatori. Tutto ricade sui soliti NOTI. Allora ormai è l’ora che facciano pagare tutti, pur facendosi aiutare dalle forze dell’ordine vadano e facciano ispezioni in modo che vengano fuori chi veramente non può pagare perché realmente povero. Solo in quel caso forse le cose funzionerebbero meglio e non saremmo salassati sempre i soliti, senza troppe masturbazioni per aumentare o diminuire questo o quello.CHIAMASI CLIENTELISMO.

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  5. Messinambiente va chiusa. I dipendenti, per quanto doloroso, licenziati e sostituiti (non si può non addebitare loro gran parte delle responsabilità sotto il profilo operativo). La multi servizi va, se si è ancora in tempo, accantonata.
    Tra tutte le sciocchezze di questa amministrazione, credo che la super amam sia la più colossale.
    Infine, bisogna fare chiarezza. È’ sotto gli occhi di tutti che la città era ed è un immondezzaio. Non si può chiedere che i cittadini paghino in maniera ingiustificata un “non servizio”.
    Per quel che mi riguarda sono stanco di pagarè per ritrovarmi in una città comunque lurida. Prima era uguale? Forse… Ma si pagava meno di un terzo.

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  6. Messinambiente va chiusa. I dipendenti, per quanto doloroso, licenziati e sostituiti (non si può non addebitare loro gran parte delle responsabilità sotto il profilo operativo). La multi servizi va, se si è ancora in tempo, accantonata.
    Tra tutte le sciocchezze di questa amministrazione, credo che la super amam sia la più colossale.
    Infine, bisogna fare chiarezza. È’ sotto gli occhi di tutti che la città era ed è un immondezzaio. Non si può chiedere che i cittadini paghino in maniera ingiustificata un “non servizio”.
    Per quel che mi riguarda sono stanco di pagarè per ritrovarmi in una città comunque lurida. Prima era uguale? Forse… Ma si pagava meno di un terzo.

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  7. Antonio Torrecamonica 11 Settembre 2015 07:38

    Lei ha pienamente ragione! Messina impiega circa 600 dipendenti, tra Messinambiente e Ato, nel settore rifiuti, circa 100 dipendenti a quartiere! La vera e necessaria rivoluzione doveva passare per la chiusura di messinambiente, di fatto fallita,per giungere alla contemporanea creazione di una nuova società con livelli occupazionali razionalizzati.. è mancata la forza e il coraggio per farlo!

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  8. Antonio Torrecamonica 11 Settembre 2015 07:38

    Lei ha pienamente ragione! Messina impiega circa 600 dipendenti, tra Messinambiente e Ato, nel settore rifiuti, circa 100 dipendenti a quartiere! La vera e necessaria rivoluzione doveva passare per la chiusura di messinambiente, di fatto fallita,per giungere alla contemporanea creazione di una nuova società con livelli occupazionali razionalizzati.. è mancata la forza e il coraggio per farlo!

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  9. continuano a formare debiti su debiti .

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  10. continuano a formare debiti su debiti .

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  11. FRANCESCA pur conoscendo la delibera di Giunta 353 del 11/6/2015, il piano di intervento gestione ARO, dove si fissano gli obiettivi relativi ai costi dei servizi 2015-2018, in particolare il costo del servizio di trasporto e conferimento a DISCARICA, nel 2105 €2.094.776, ZERO nel 2016,ZERO nel 2017,ZERO nel 2018, PERCHE’ NON NE PARLA MAI ABBASTANZA? Vi fornisco il link della delibera di cui NESSUNO vi parla. Questi obiettivi sono ODIATI da chi ha goduto di una gestione rifiuti per cantare un INNO ALLA DISCARICA, voluta da chi vuole oggi delegittimare ACCORINTI, a soli due anni dal suo mandato. A Palazzo Zanca c’è un solo innocente RENATO sindaco. http://www.comune.messina.it/repository/archivio-atti/allegati/2015/Docs38529/396.pdf.

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  12. FRANCESCA pur conoscendo la delibera di Giunta 353 del 11/6/2015, il piano di intervento gestione ARO, dove si fissano gli obiettivi relativi ai costi dei servizi 2015-2018, in particolare il costo del servizio di trasporto e conferimento a DISCARICA, nel 2105 €2.094.776, ZERO nel 2016,ZERO nel 2017,ZERO nel 2018, PERCHE’ NON NE PARLA MAI ABBASTANZA? Vi fornisco il link della delibera di cui NESSUNO vi parla. Questi obiettivi sono ODIATI da chi ha goduto di una gestione rifiuti per cantare un INNO ALLA DISCARICA, voluta da chi vuole oggi delegittimare ACCORINTI, a soli due anni dal suo mandato. A Palazzo Zanca c’è un solo innocente RENATO sindaco. http://www.comune.messina.it/repository/archivio-atti/allegati/2015/Docs38529/396.pdf.

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