Nel corso del prossimo autunno vedremo nuovi cicloni con queste caratteristiche sul Mediterraneo
Dopo aver appena sfiorato la Sicilia orientale nei giorni scorsi, apportando qualche pioggia e qualche temporale, il ciclone subtropicale “Daniel” (che avevamo previsto), scendendo verso il mar Libico, su acque sempre più calde, si è notevolmente rinforzato, divenendo una tempesta subtropicale. Nella serata di ieri il ciclone ha effettuato l’atterraggio sulle coste della Cirenaica, nell’area poco a sud della città di Bengasi.
Le forti piogge e i nubifragi prodotti dal ciclone, che nella serata di sabato 9 settembre si era sensibilmente rafforzato dopo essere finito sopra le caldissime acque superficiali del Golfo della Sirte, hanno prodotto disastrose inondazioni in una vasta area della Cirenaica.
Disastro in Libia
Purtroppo il bilancio delle vittime si fa, di ora in ora, sempre più pesante. Secondo fonti locali il numero dei morti avrebbe superato i 6000 morti. Migliaia i dispersi nella sola Derna, capoluogo dell’omonimo distretto, dove sono arrivate le squadre di soccorso che stanno cercando di mettere in salvo molte persone, in città e villaggi ormai sott’acqua. Moltissimi morti si contano pure nelle città di Al Bayda e Shahat, dove sarebbero caduti ben 400 mm di pioggia in 24 ore. Inoltre, almeno sette persone, tra cui tre donne, sono morte a causa delle inondazioni che hanno colpito la città di Susa, nel distretto di Jabal al Akhdar, nel nord-est della Libia.
“Daniel” subito dopo l’atterraggio sulla Cirenaica il ciclone, con le sue grosse bande nuvolose spiraliformi, ha portato piogge di carattere torrenziale su vaste aree della Libia orientale. Non abbiamo dati pluviometrici attendibili, causa i recenti conflitti e l’instabilità politica che interessa tutto il territorio libico. Eppure si stima che su alcune aree le piogge hanno raggiunto valori di oltre 200/300 mm, fino a punte di 400 mm. Parliamo di dati impressionanti se rapportati alla media climatologica della Libia. Inoltre trattandosi di perturbazioni molto piccole i modelli matematici fanno molta fatica a calcolare la loro traiettoria. Per questo questi cicloni possono essere seguiti solo con attività di now/casting o veglia meteorologica operativa, indispensabili in queste situazioni estreme.
Monito per l’autunno
Cicloni come “Daniel” ormai sono diventati molto comuni sul Mediterraneo, durante la stagione autunnale, ma non solo. E possono benissimo colpire i nostri territori, proprio come avvenuto un paio di anni fa con “Apollo”, che causò gravi inondazioni e mareggiate sul siracusano e ragusano. O come nell’autunno del 1996, quando ben due “medicanes” interessarono la Sicilia e il messinese, causando allagamenti, alluvioni lampo e venti di tempesta, fra le Eolie e lo Ionio. Il problema è che cicloni di questo tipo, con caratteristiche tropicali, quando colpiscono non lasciano scampo, originando fenomeni atmosferici violenti, come piogge torrenziali o venti tempestosi, in grado di mettere in ginocchio il territorio. Del resto l’autunno meteorologico è appena iniziato, sarà molto lungo e con molta probabilità dovremo tenerci pronti ad affrontare simili situazioni, come oggi in Libia.
Sempre semplice ma chiarissimo. Ma secondo Lei il riscaldamento c’entra o è una fase climatica e basta?
l’anticiclone delle azzorre si è spostato molto a sinistra dell’italia praticamente qui non arriva piu ed era quello che assicurava la non formazione di medicane nel mediterraneo qui arrivavano sole le perturbazioni atlantiche come diceva bernacca dobbiamo ringraziare la alta pressione che non ha permesso a daniel di risalire (se fosse stato ottobre o novembre non lo so)ma è sceso distruggendo la libia quindi è ovvio che è un cambiamento climatico
non sono meteorologa
150 magari u signuri………..si parla di non meno di 20.000 fra morti e dispersi. distruzioni immani ………..
Tra Regione Comune e altri enti interessati qualcuno ci ha fatto caso? Si riesce ad immaginare se tutta quell’acqua si scarica sui devastati Peloritani cosa succederà? E le teste di m…..a appiccicano incendi