Quella bomba d'acqua che seminò morte e distruzione: Scaletta si ferma per non dimenticare

Quella bomba d’acqua che seminò morte e distruzione: Scaletta si ferma per non dimenticare

Carmelo Caspanello

Quella bomba d’acqua che seminò morte e distruzione: Scaletta si ferma per non dimenticare

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mercoledì 30 Settembre 2015 - 22:03

Alle 18 sarà celebrata una Santa Messa in suffragio delle vittime, nella chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo. Seguirà un corteo sino a Foraggine, il luogo balzato agli onori della cronaca nazionale e internazionale per l’immagine del palazzo costruito (si disse) in mezzo al torrente. Il vicesindaco Avigliani: "Il territorio adesso è più sicuro"

Feriti e corpi senza vita sotto montagne di fango e macerie. Funerali di Stato. Solidarietà, contestazioni. Gira la giostra delle colpe. Rimbalzano cifre, si contano i danni, si susseguono dichiarazioni di tecnici e politici. Il paese è in ginocchio. Tutti responsabili, nessun responsabile. Scaletta si ferma per non dimenticare quella tragica alluvione che l’1 ottobre 2009 devastò l’area a sud di Messina, cambiando il destino della cittadina jonica. Si contarono danni ingenti e 37 morti. Alcuni corpi non vennero più ritrovati. La ferita più grande, ancora aperta, di quella alluvione, a Scaletta Zanclea, è rappresentata dalla strada che conduce al camposanto, franata sotto la bomba d’acqua. Sono passati sei anni ed ancora non è stata ricostruita. Si può passare da una via alternativa (privata) solo per accompagnare le bare al cimitero. “Dalla Protezione civile – ci dice il vicesindaco, Gabriele Avigliani – abbiamo ricevuto rassicurazioni che i lavori saranno realizzati nel 2016”. Intanto oggi Scaletta si ferma per non dimenticare. Alle 18 sarà celebrata una Santa Messa in suffragio delle vittime, nella chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo, che sorge in via Roma a poche decine di metri da contrada Foraggine, il “Ground zero” del terribile evento calamitoso.

Il sacro edificio, sfigurato dalla furia del fiume di fango, è stato rimesso a nuovo. E’ lo stesso in cui un giovane gridò al miracolo. Gli salvò la vita il tabernacolo al quale rimase aggrappato dopo essere stato scaraventato fino all’abside dalla micidiale bomba di acqua e detriti. Seguirà un corteo sino a Foraggine, il luogo balzato agli onori della cronaca nazionale e internazionale per l’immagine del palazzo costruito (si disse) in mezzo al torrente. Si riaprono ferite mai rimarginate. In quel palazzo avevano trovato rifugio anche Santino (il macellaio) ed Eugenio Bellomo, padre e figlio. “Eravamo sicuri, tra tante difficoltà, di esserci messi in salvo – ricorda Eugenio – quando la bomba d’acqua ha sventrato tutto. La furia dell’acqua ha trascinato il corpo di mio padre che tenevo per mano. Il fango lo ha inghiottito per sempre”.

Ricordi che il tempo non riuscirà a cancellare, di feriti e corpi sepolti dalle macerie. Di case e strade devastate da un evento calamitoso senza precedenti. Solo a Scaletta si contarono 456 sfollati. “Dal giorno della tragedia – evidenzia il vicesindaco Gabriele Avigliani – il rischio è stato mitigato. E’ stato fatto tanto. La collaborazione con la protezione civile e il Genio civile è proficua e il dialogo costante. Il territorio – prosegue – è molto più sicuro rispetto al 2009, e gli ultimi eventi meteo hanno dimostrato che i torrenti fanno meno paura. Anche le opere a monte hanno funzionato. Ma oggi – taglia corto il vicesindaco – è il giorno del ricordo e del silenzio, in cui nella mente di ognuno di noi scorrono immagini che ti segnano per sempre. Non è giorno di proclami”.

Carmelo Caspanello

4 commenti

  1. IN METEREOLOGIA NON ESISTE IL TERMINE “BOMBA D’ACQUA”. NON BISOGNA DAEE SEMPE LA COLPA ALLA NATURA O ALLE PRECIPITAZIONI DI FORTE INTENSITA’. LE COLPE SONO ALTRE

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  2. IN METEREOLOGIA NON ESISTE IL TERMINE “BOMBA D’ACQUA”. NON BISOGNA DAEE SEMPE LA COLPA ALLA NATURA O ALLE PRECIPITAZIONI DI FORTE INTENSITA’. LE COLPE SONO ALTRE

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  3. ONORE ALLE VITTIME ED AI LORO PARENTI…

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  4. ONORE ALLE VITTIME ED AI LORO PARENTI…

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