Piemonte, il Comitato torna in Procura e denuncia: "Qualcuno fermi il manager Vullo"

Piemonte, il Comitato torna in Procura e denuncia: “Qualcuno fermi il manager Vullo”

Rosaria Brancato

Piemonte, il Comitato torna in Procura e denuncia: “Qualcuno fermi il manager Vullo”

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lunedì 19 Ottobre 2015 - 08:30

Il Comitato salvare l'ospedale ha presentato la seconda denuncia in Procura nei confronti delle decisioni adottate dal dg del Papardo Michele Vullo. "Non rispetta quanto prevista dall'ordinanza urgente del sindaco sul mantenimento del Pronto soccorso e delle unità connesse".

Mentre il direttore generale del Papardo Michele Vullo scrive al Tar e contesta l’ordinanza anti-chiusura del Pronto soccorso del Piemonte, il Comitato va dritto in Procura e presenta la seconda denuncia. “Qualcuno fermi Vullo” è il messaggio del Comitato Salvare l’ospedale Piemonte. La prima denuncia è del 10 giugno,la seconda è del 16 ottobre e fa seguito alla mancata applicazione da parte del manager sia delle disposizioni dell’ordinanza del sindaco che di quanto richiesto dall’assessore Gucciardi in sede di approvazione del ddl il 7 ottobre.

“Il Sindaco-ricorda Minasi, presidente del Comitato- che nella motivazione dell' ordinanza ha preso atto della necessità del servizio di pronto soccorso ha ordinato al D. G. del nosocomio, nel dispositivo dell' ordinanza, di “ astenersi dall' attuare la rispettiva deliberazione n. 602 del 16 settembre 2015, così mantenendo nello stabilimento ospedaliero Piemonte il pronto soccorso e, con esso, tutte le unità operative che fin ora hanno operato nel Presidio in funzione di esso”. E' più che evidente che l' ordinanza del sindaco, proprio in quanto diretta ad evitare pericoli per l' incolumità pubblica ordina il mantenimento del pronto soccorso nella sua completezza ed organicità “con tutte le unità operative “ che sono connesse al pronto soccorso in senso stretto che cura l' accettazione, la diagnostica e la stabilizzazione del paziente. Le unità operative traslocate durante l' estate al Papardo con il pretesto dell'organizzazione delle ferie debbono ritornare nei locali dell' Ospedale Piemonte fino al “concreto effetto di un atto legislativo regionale” onde scongiurare i pericoli per l' incolumità ed addirittura per l' ordine pubblico ventilati nell' ordinanza emessa ai sensi degli artt. 50 e 54 del T.U. E. L”.

Nella denuncia presentata venerdì in Procura il Comitato allega alcuni esempi di quanto accaduto e sottolinea come “In occasione della riunione convocata dalla Parrinello, direttore medico di presidio come si evince dal verbale del 23/9/2015 emerge con estrema chiarezza che i locali destinati all' ortopedia al Papardo sono assolutamente insufficienti ad ospitare tutti i letti e le attrezzature che possano assicurare l' intervento di urgenza. Lo stesso, con ancora più allarmante chiarezza si deduce dalle dichiarazioni del dr. Sutera quanto al reparto di rianimazione ove si afferma che “non è strutturalmente possibile ospitare i sei letti dell' ospedale Piemonte, il tutto mentre restano inutilizzati molti posti letto dell' ospedale Piemonte e i pazienti rischiano per l' incolumità”.

La denuncia è corredata da due casi, uno risalente alla sera del 7 ottobre quando una signora novantenne,secondo il racconto di Minasi, arrivata da Lipari all’eliporto del Policlinico, “con una frattura scomposta e dal Policlinico per mancanza di posti, trasferita in ambulanza al Sirina di Taormina mentre al Piemonte resta un inutile medico di guardia (?)in ortopedia ed otto letti inutilizzati”. Il secondo caso riguarda un’altra messinese giunta al Piemonte con diagnosi di sospetto edema polmonare, “viene ricoverata allo IOMI di Ganzirri per indisponibilità del reparto di cardiologia già smantellato dal DG Vullo in estate, mentre al Piemonte restano inutilizzati sei posti UTIC. Così come inutilizzate resteranno le tre sale chirurgiche modernissime da poco istallate, alla faccia della “spending review” tanto invocata. Gli accorpamenti possono effettuarsi col rispetto del principio dell' invarianza, cioè della conservazione del minimo dei posti letti necessari per assicurare la somministrazione del servizio di pronto soccorso. Tale principio è stato invece leso pregiudicando gravemente la funzionalità del necessario servizio di pronto soccorso.

Il DG, che si guarda bene dal fare le assunzioni temporanee previste dalla legge per supplire a temporanee necessità si preoccupa di assumere dermatologi e statistici (voglia codesta Procura direttamente accertare quanto da noi detto). Ricorre con ogni evidenza la violazione dell' art. 650 del C.P. , violazione che, con i mezzi che la procedura prevede, la S.V. Vorrà impedire che venga portata ad ulteriori (e dannose) conseguenze.Si chiede l'avviso ai sensi dell' art 408 C.P.P”.

Occorre fare un passo indietro alla precedente denuncia dalla quale scaturì l’indagine della Procura e venne ascoltato lo stesso Vullo. La situazione adesso è peggiorata sotto il profilo della sicurezza del presidio nonostante l’emissione dell’ordinanza del sindaco e le disposizioni dell’assessore Gucciardi che, più volte sollecitato dai giornalisti, ha dichiarato d’aver parlato con il manager del Papardo invitandolo ad applicare integralmente il provvedimento e ad evitare ulteriori disagi e fughe in avanti. Non solo così non è stato ma il ricorso presentato al Tar contro l’ordinanza evidenzia come il direttore generale cammini imperturbabile da solo senza ascoltare neanche il suo assessore (a meno che le cose non stiano diversamente e Gucciardi non sia stato chiaro nell’esplicitare il suo volere rispetto a quanto detto alla stampa).

Rosaria Brancato

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