Il disagio sociale a Messina tra sfratti, alloggi di transito e il reddito che non c'è

Il disagio sociale a Messina tra sfratti, alloggi di transito e il reddito che non c’è

Marco Olivieri

Il disagio sociale a Messina tra sfratti, alloggi di transito e il reddito che non c’è

mercoledì 10 Gennaio 2024 - 06:40

Più che emergenze, problemi strutturali. Serve un fronte comune tra forze politiche e sindacali, anche nel conflitto, immaginando nuove soluzioni

MESSINA – Gli alloggi di transito con persone che vivono lì da tre anni. L’imminente “sfratto” in via Padova, il 16 gennaio, per quattro famiglie occupanti nel cuore del Rione Ferrovieri. Il caso della signora in ospedale che non può tornare a casa perché un’altra persona si è introdotta abusivamente nella sua abitazione. E c’è pure chi, in alloggi a disposizione di Arisme, occupa la casa da 24 anni, oltre a una decina d’occupanti a Bisconte.

Da una parte una minoranza di prepotenti; dall’altra una maggioranza di persone che vivono emergenze che non si possono definire tali. Sono problemi strutturali sul piano sociale. Non si possono mettere i disagi, come la polvere, sotto il tappeto. Più di quattromila persone, dato in fase d’aggiornamento su Messina e provincia, risultano senza più reddito di cittadinanza e si tratta di una delle situazioni più esplosive. A questo aggiungiamo, secondo il Sindacato unitario nazionale inquilini assegnatari, il dato di “ventimila case vuote in città, mentre migliaia di famiglie, almeno tremila, sono in cerca di abitazione”.

23 milioni per l’acquisto di case a favore di persone con disagio abitativo

Nel vuoto della politica, ci sono poche realtà, come l’Unione inquilini, che svolgono un’azione fondamentale di pungolo nei confronti dell’amministrazione comunale. Ed è una buona notizia quanto ha dichiarato il direttore generale del Comune, Salvo Puccio, a Tempostretto: “Destiniamo 23 milioni per l’acquisto di case a favore di persone con disagio abitativo (extra risanamento). La modifica è stata approvata dal ministero per il progetto Pinqua, Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”.

Serve un progetto sociale organico

Tutto questo va accompagnato da un progetto sociale organico. Osserva Antonio Currò, segretario dell’Unione inquilini: “Il Comune manca di una strategia nell’affrontare questo tsunami sociale: gli sfratti e gli sgomberi aumentano in un terreno nel quale si è carenti di politiche abitative. Tutto ciò va invece trattato alla stregua degli altri servizi per i cittadini, come elemento essenziale. Da tempo il sindaco ci deve dare risposte sugli abitanti di via Padova e su quelli delle cosiddette case fantasma a Zafferia. Non bastano gli interventi che ha fatto in alcuni casi. Servono un’azione costante e un progetto”.

In più, le recenti polemiche su Messina Social City devono servire per accendere i riflettori sulle politiche sociali e rafforzarle, entrando nel merito delle questioni. Non è un impegno facile quello dell’assessora Alessandra Calafiore. E da una dialettica con l’Unione inquilini e le forze politiche, associative e sindacali, quelle interessate davvero ai problemi e alle ingiustizie, possono nascere soluzioni nuove. Più attenzione e risorse in questo campo sono fondamentali, al pari della necessità di rafforzare il lavoro e la formazione.

In sostanza, serve un fronte comune dall’alto e dal basso, anche nel conflitto, per immaginare nuove soluzioni all’altezza della crisi economica e sociale in cui siamo immersi. Non è semplice ma non c’è alternativa, se non la resa.

Nella foto Maria Fileti e la famiglia La Rocca, dell’alloggio di transito a Bisconte.

Articoli correlati

4 commenti

  1. la pretesa di ricevere una casa con soldi nostri , quando avete la possibilità di cercare e trovare lavoro come milioni di famiglie. Assurdo!!! reddito di cittadinanza e tutti questi sussidi via hanno bloccato la voglia di far tutto e abituati a non fare piu nulla adesso pretendete sulle spalle dei contribuenti e di chi ha seminato una vita senza mai elemosinare nulla

    2
    3
    1. Buongiorno,

      essere poveri non è una colpa.
      Cordiali saluti

      3
      1
  2. L’importante è il PONTE e i gettoni della Commissione PONTE

    2
    0
  3. Capisco bene che non è una colpa essere poveri, ma nel caso specifico i signori in questione abili nel fare tutto, possono benissimo cercarsi un lavoro, affittare una casa modesta anziché portare avanti chiedere aiuto. Anzichè riempire il vs giornale con queste notizie sarebbe il caso che accoglieste denunzie più di peso . buon lavoro direttore

    2
    3

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007