Compositrice e direttrice d'orchestra, la messinese sarà allo Staples Center per la serata finale: "Torno in California con grande piacere"
LOS ANGELES – Chiedete a musicisti, artisti, cantanti, qual è il loro sogno, e sicuramente parleranno, puntando in grande, dei Grammy. Si tratta, per i pochi che non lo sanno, degli Oscar della musica, di uno dei premi più ambiti che si possano ricevere e che ogni anno portano a Los Angeles decine di cantanti, compositori, direttori d’orchestra tra i più importanti al mondo, pronti a salire sul palco del celebre Staples Center, l’attuale Crypto.com Arena.
Ma pochi sanno che c’è anche un po’ di Messina nella macchina organizzativa, o meglio, nella giuria. La pianista, compositrice, arrangiatrice e direttrice d’orchestra messinese Cettina Donato, una vera eccellenza dello Stretto, sta volando proprio in queste ore verso la California, per partecipare alla serata finale del 4 febbraio, da giurata. Da anni, infatti, è una delle persone selezionate (la giuria è a numero chiuso e su segnalazione dei musicisti stessi) per votare nelle varie categorie del premio.
La pianista spiega com’è nato il suo ingresso in giuria
Lei stessa lo ha raccontato a Tempostretto, quasi come fosse una cosa “semplice” e “normale”. Cettina Donato ha spiegato: “La cerimonia dei Grammy, gli Oscar della musica, è la più grande notte musicale al mondo. Ci possono andare solo quelli che hanno ricevuto nomination o i membri votanti. Nel mondo siamo diverse migliaia e per diventare un membro votante devi entrare, per così dire, per raccomandazione. Mi spiego: le stelle della musica segnalano alla commissione dei votanti un determinato musicista, con la motivazione che questo musicista impreziosisce ulteriormente la commissione stessa. Poi viene valutato il curriculum, la biografia, ciò che ha fatto durante la propria carriera. Ecco, io sono stata segnalata da Randy Brecker, trombettista e compositore, e la moglie Ada Rovatti, una sassofonista italiana”.
Il percorso di Cettina Donato
Per spiegare il motivo per cui Cettina Donato sia stata “segnalata” non bastano poche righe. Basti ricordare che parliamo della prima donna italiana ad aver diretto orchestre sinfoniche con un repertorio jazz o che ha ricoperto il ruolo di International presidente del Women in Jazz del South Florida. O ancora i premi: dalla nomination per il Best Jazz Revelation Composer and Performer alla vittoria del Carla Bley Award nella categoria “Best Jazz Composer of Berklee College of Music”. La pianista vanta collaborazioni con orchestre in tutto il mondo e la sua Cettina Donato Orchestra, fondata a Boston, è composta da musicisti provenienti da cinque continenti. Ha suonato in Spagna, Ungheria, Repubblica Ceca, Germania, Svezia, Texas, Louisiana, New York, Massachusetts, California, Italia, Città del Vaticano, Canada, Giappone, con decine di jazzisti di altissimo livello. E ha inciso sette album, oltre ad aver collaborato da pianista e compositrice anche in ambito teatrale.
“Non vedo l’ora di incontrare Williams e Dudamel”
“Quando vieni accettato – ha proseguito Donato – diventi a vita un membro dei Grammy. E per questo hai la possibilità ogni anno di recarti a Los Angeles e assistere alla cerimonia finale. Per quanto riguarda la votazione ci sono dei round che partono alla fine dell’anno precedente, con ballottaggi vari. Si vota nella categoria in cui ti senti più competente, io voto sempre per classica, jazz e pop. Passata la prima scrematura si passa all’ultimo ballottaggio e chi passa riceve la candidatura, la nomination. Intorno ai primi di febbraio poi arriva la cerimonia in cui ci sono tutti i nominati, di tutti i generi musicali: è un grande spettacolo perché si vedono i più grandi artisti di ogni genere musicale, penso a Lady Gaga, a Taylor Swift, ma anche a tanti altri musicisti. Io non vedo l’ora di incontrare John Williams, che ho già incontrato varie volte, o il grandissimo direttore d’orchestra Gustavo Dudamel. Per me non è la prima volta e in California ci torno con grandissimo piacere”.