Nebrodi 2, bocche cucite agli interrogatori mentre si apre il processo d'appello

Nebrodi 2, bocche cucite agli interrogatori mentre si apre il processo d’appello

Alessandra Serio

Nebrodi 2, bocche cucite agli interrogatori mentre si apre il processo d’appello

lunedì 12 Febbraio 2024 - 19:18

Il 14 febbraio i clan di Tortorici tornano alla sbarra. Come sono andati i confronti col giudice

MESSINA – Al via mercoledì 14 febbraio il processo d’appello scaturito dall’operazione Nebrodi, il primo maxi blitz anti mafia contro i clan di Tortorici e il fenomeno delle truffe all’Agea. L’appuntamento è nell’aula bunker del carcere di Gazzi e servirà alla Corte per stilare il calendario delle udienze successive, per ascoltare cioè i magistrati che reggono l’Accusa, i tanti avvocati impegnati e i legali delle parti civili coinvolte. Successivamente le parti torneranno a interloquire nelle aule di palazzo Piacentini.

La sentenza Nebrodi in appello

Anche in secondo grado è un processo dai grandi numeri. In primo grado la sentenza ha fatto contare 91 condanne, per oltre 600 anni di carcere complessivamente, 10 assoluzioni, 4 milioni di euro di beni, soprattutto quote societarie, confiscati. La Procura ha chiesto di rivedere le assoluzioni, di annullare i sequestri revocati dai giudici di primo grado, di confermare l’accusa di associazione a delinquere per i presunti appartenenti al clan dei Bontempo Scavo che la Corte di Patti ha invece cassato. La sensazione è che il dibattimento potrebbe riaprirsi, in particolare per valutare le nuove accuse dei pentiti.

Bocche cucite agli interrogatori

Intanto si è chiusa la tornata di interrogatori delle persone coinvolte nella seconda tranche dell’inchiesta, sfociata nella retata dello scorso 6 febbraio. Il giudice Eugenio Fiorentino ha concluso oggi i faccia a faccia con gli indagati detenuti a Caltanissetta, mentre nei giorni scorsi sono andati al confronto col giudice quelli rinchiusi a Gazzi, al Pagliarelli di Palermo e nelle altre carceri italiane dove si trovavano già, quando è scattato il blitz. Non è stata una parentesi fruttuosa, per gli inquirenti: in pochissimi hanno deciso di rispondere alle domande del giudice e dei pubblici ministeri che hanno preso parte agli interrogatori. La maggior parte ha invece scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, tenendo la bocca chiusa.

Dal Riesame al nuovo sequestro

I difensori impegnati (tra loro gli avvocati Carmelo Occhiuto, Decimo Lo Presti, Fabio Armeli, Sandro Pruiti e Nino Cacia), sono già a lavoro per chiedere al Tribunale del Riesame di annullare il provvedimento dello scorso 6 febbraio. Sul tavolo ci sono anche i provvedimenti di sospensione per 14 imprese e un corposo sequestro di titoli e denaro. In seconda battuta è scattato intanto un altro sequestro, quello per equivalente fino a poco più di 44 mila euro a carico di Maria Destro Mignino, moglie di Carmelo Bontempo Scavo.

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