LovME Fest 2016. L'arte del ferro, a tu per tu con Fabio Pilato

LovME Fest 2016. L’arte del ferro, a tu per tu con Fabio Pilato

Claudio Panebianco

LovME Fest 2016. L’arte del ferro, a tu per tu con Fabio Pilato

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lunedì 23 Maggio 2016 - 06:48

Fabio Pilato, messinese, secondo il libro "Fabbri d'arte" è uno dei 18 artisti viventi più influenti nel lavorare il ferro. Ha creato opere esposte in Italia, Europa e fuori dal continente, rappresenta realmente un orgoglio cittadino ed il 2 giugno sarà presente a forte Ogliastri per mostrare la sua bravura. Intervistato per Tempostretto.it ha spiegato cosa sia realmente la passione che arde dentro l'arte

Il LovME Fest si prospetta anche quest'anno una vera e propria kermesse multiculturale. Non solo spettacoli e divertimenti, ma momenti di riflessione e d'apprendimento. Scoprire, o meglio riscoprire, antiche arti è uno degli obiettivi che gli organizzatori si pongono. Nel 2016 cosa significa lavorare "alla vecchia maniera" (per intendere: incudine, martello e tanta pazienza) il ferro? Il messinese Fabio Pilato è sicuramente l'uomo che nel modo migliore può rispondere alla domanda.

Classe 1964, appena laureato in economia e commercio capisce che quella dei numeri non sarà la sua strada e, sentendo ardere dentro il fuoco dell'arte, comincia a conoscere le tecniche dei fabbri, ad avvicinarsi al mondo delle sculture, un mondo che non lascerà più. 20 anni di attività che l'hanno portato a creare prodotti esposti in Italia, Europa ed anche fuori dal continente (precisamente negli Stati Uniti), e, secondo Antonello Rizzo, autore del libro "Fabbri d'arte", è tra i 18 artisti contemporanei più influenti nell'area. Nel 2011 vince una competizione internazionale, con la realizzazione di un bellissimo fenicottero, svoltasi a San Marco d'Alunzio e coordinata dall'associazione "Fabbri d'arte".

Nel suo laboratorio, in via contrada pomarelle a faro superiore, ha forgiato vere e proprie meraviglie e durante la seconda edizione del LovME Fest, Pilato esporrà alcune delle sue creazioni, oltre a dare istantanea dimostrazione del suo talento. Tempostretto.it l'ha intervistato.

Quella del fabbro, seguita seguendo i canoni originali, è una vocazione molto antica. Cosa dovrebbe spingere un giovane, soprattutto qui a Messina, dove per vivere sembra sia necessario innovarsi ogni giorno, a scegliere il "vecchio" e non il "nuovo"?

Dopo la laurea ho capito che non era quello l'ambito in cui desideravo lavorare, ho scoperto la passione per il ferro ed ho cominciato ad apprenderne le tecniche. Sono un artigiano e da 20 anni opero dentro un mondo che è assolutamente tutto da scoprire. Dietro il ferro vi sono realtà ed idee assolute, un mestiere così antico che invece è profondamente moderno, basti pensare alla tecnologia. Nel momento in cui un telefonino viene messo sul mercato è già obsoleto e per crearne di migliori servirà del progresso, lavorare invece questo materiale, seguendo quella che è la procedura utilizzata da millenni, fa capire come quest'arte sia nata perfetta. Il ferro rimane assolutamente attuale.

Secondo Antonello Rizzo, lei è uno tra i 18 artisti viventi più influenti nell'arte del ferro. Una notizia di cui la città dovrebbe vantarsi, eppure in pochi conosco questo "segreto". In riva allo Stretto altre realtà riportano traguardi degni di nota, come si può quindi valorizzare certi risultati?

Il valore è qualità, non quantità. Non è importante tanto valorizzare quanto produrre. La nostra vita scorre e finisce, l'arte invece rimane. L'arte, per essere tale, deve essere però prodotta, in seguito poi questa assumerà un valore. L'arte è passione, costanza, è essenziale quindi non tanto dare importanza o dare chissà quale valenza, piuttosto cercare di creare qualcosa che attiri così tanto l'attenzione da risaltare. E' quindi fondamentale essere malati di arte, realmente immersi in quello che si fa, solo così si può lasciare il segno.

Il LovME Fest è un evento giovane fatto da giovani, nato solo da un anno e capace di racchiudere tante realtà. A livello artistico, è importante promuovere iniziative di questo genere?

E' fondamentale promuovere iniziative di questo genere, sembra che il comune risulti sordo davanti all'arte, il denaro per realizzare qualcosa di concreto a quanto pare scarseggia, affidarsi ai giovani è realmente l'unica soluzione. Una città come Messina potrebbe vivere di arte e bellezze naturali, è un vero peccato sprecare tutto questo. Eventi come il LovMe Fest sarebbe interessante se diventassero itineranti, vere e proprie giornate che a turno coinvolgessero diverse località del territorio e queste visite fossero inserite nell'iter turistico, rendendo il tutto una tappa fissa.

Al LovME Fest verrà raccontata anche l'arte del ferro con esposizioni e dimostrazioni, una vera e propria mostra a cielo aperto. Eventi del genere, in cui è possibile esporre opere liberamente, dovrebbero diventare permanenti?

E' essenziale rendere l'arte permanente. Avevo l'idea, tempo fa, di trasformare i capannoni ex sea flight di faro superiore in un vero e proprio centro commerciale dell'arte, ma la proposta è morta prima di prendere minimamente vita. L'arte genera interesse, è unica, deve stimolare la curiosità e si muove dove vi è attenzione e può ardere solo all'interno di un contesto che sia un flusso continuo. L'arte è immortale, per esserlo realmente ha bisogno di essere alimentata costantemente.

Claudio Panebianco

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