Il questore Annino Gargano: "Rispetto delle regole, anche da parte di noi poliziotti, controllo del territorio, prevenzione e dialogo con i cittadini"
MESSINA – Il questore di Messina Annino Gargano stringe la mano guardando negli occhi. Ci tiene a trasmettere un messaggio di autenticità, credibilità e coerenza. “L’attenzione a questo bellissimo territorio, con un lavoro culturale assieme a scuola e famiglie. La prevenzione e il dialogo, in empatia con la popolazione. Il rispetto delle regole e l’eventuale sanzione nei confronti di chi, tra i poliziotti, non le dovesse rispettare sono per me dei capisaldi”, spiega alla fine dell’incontro al Palacultura per i 172 anni dalla fondazione della polizia.
Evidenzia il questore Gargano: “Sono 172 anni di sacrifici e impegno della polizia di Stato, che abbiamo celebrato assieme ai cittadini, con una particolare attenzione alle nuove generazioni. Con loro e per loro dobbiamo lavorare, per il benessere della collettività e nel rispetto delle leggi”. Al suo fianco, Salvatore Gulizia, commissario capo e portavoce della Questura di Messina: “Cerchiamo sempre di comunicare nella massima trasparenza, all’interno della cornice delle regole che dobbiamo seguire”.
Questore, lei si è insediato da poco a Messina. Che situazione ha trovato?
“Un bellissimo territorio. Non intendo solo le bellezze paesaggistiche, artistiche e culturali. Parlo di un territorio fatto di belle persone che si vogliono affrancare dalla cappa di una criminalità che per fin troppo tempo ha soffocato la città e la provincia. Puntiamo molto sul controllo del territorio, fatto di prevenzione e vicinanza al cittadino e ai suoi bisogni. Le donne e gli uomini della polizia di Stato di Messina, con le loro specialità, si prefiggono oggi questo: un impegno perdurante per il bene della collettività, stando accanto in concreto ai cittadini”.
Come sta affrontando il problema della carenza di personale?
“I problemi vengono affrontati con la professionalità e l’impegno che ci contraddistinguono da anni. Il dipartimento della pubblica sicurezza e il capo della polizia, su input del ministro dell’Interno, stanno facendo sforzi importanti per nuove assunzioni, per avere forze fresche a disposizione della collettività. Ma a fare la differenza sono sempre la volontà e la determinazione che sono sempre uguali: dal primo giorno di giuramento all’ultimo giorno di lavoro”.
Come è cambiata la professione del poliziotto e come si evolverà in rapporto alle nuove tecnologie?
“La capacità di noi poliziotti è quella di essere sempre al passo con i tempi, sapendo mutuare da una serie d’esperienze le professionalità e i saperi per poter contrastare al meglio ogni forma di criminalità. I cittadini devono sentire la nostra vicinanza nel concreto: dalla piccole cose al contrasto delle mafie e delle criminalità organizzate che sono ancora perduranti su questo territorio”.
Qual è l’emergenza maggiore in relazione al territorio?
“Credo che non ci sia un’emergenza in particolare. Credo che ci sia un problema culturale da affrontare, mettendo al centro le nuove generazioni. Sono fondamentali la scuola e la famiglia, assieme alle istituzioni. Occorre ribaltare la cultura del malaffare e del crimine. Non ci sono manifestazioni particolari. Abbiamo assisitito, a Messina e nel sud d’Italia, a un inabissamento delle modalità esteriori con le quali la criminalità si presenta sul territorio. Ma non per questo è meno pericolosa per modalità d’attuazione e per pervicacia nelle condotte”.
In questo periodo si è parlato delle cariche dei poliziotti agli studenti. In generale, al di là del caso specifico, cosa si può fare per contrastare le violenze e le violazioni delle regole da parte dei poliziotti? Occorre rafforzare la formazione?
“Di certo, la formazione è centrale. La professionalità di ciascuno di noi non può che basarsi sulla preparazione, su una nuova e rinnovata cultura della legalità. Certo, non è facile quando si è in strada, in determinate circostanze, ma la stella polare che ci deve sempre guidare è quella del rispetto delle regole e della gente. Il poliziotto deve cercare l’empatia nel rapporto con le persone. Si tratta di un passaggio fondamentale per essere davvero vicini alla gente”.
La carriera di Annino Gargano
Il questore Gargano ha 59 anni ed è in servizio dal 1990. È stato vice dirigente della Squadra mobile e dirigente della Squadra volanti di Parma, dirigente dell’anticrimine di Viareggio e della Squadra mobile di Lucca. E, ancora, dirigente della Divisione immigrazione di Lecce, della Squadra mobile di Bari e poi nominato dirigente superiore nel 2018. Dal 2019 al 2020 è stato questore di Vibo Valentia e, dalla fine dello stesso anno, questore di Chieti. Dall’aprile del 2022 al febbraio 2024 questore di Brindisi. Dal 21 febbraio 2024 questore di Messina.