I tentacoli della ndrangheta sulla movida milanese, 14 in manette

I tentacoli della ndrangheta sulla movida milanese, 14 in manette

Redazione

I tentacoli della ndrangheta sulla movida milanese, 14 in manette

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lunedì 15 Aprile 2024 - 16:50

Tra i 14 arrestati dalla Guardia di finanza Agostino Cappellaccio, referente della cosca Piromalli di Gioia Tauro

MILANO  – Il “dominus delle attività commerciali” della movida milanese sequestrate oggi dalla Gdf nell’ambito dell’inchiesta del pm della Dda di Milano, è Agostino Cappellaccio, referente dei Piromalli di Gioia Tauro, tra i 14 arrestati. Lo si legge nel decreto di sequestro delle società riconducibili al presunto procacciatore d’affari del gruppo criminale capeggiato da Salvatori Giacobbe che hanno portato le Fiamme Gialle a mettere i sigilli a 4 locali all’interno del Mercato Comunale Isola, ossia La Masseria, bottega di prodotti alimentari, Granum, pizzeria d’asporto, la pescheria Piscarius e il Beats Bar. Come si evince dalle intercettazioni la pescheria, dal primo ottobre fino al 5 aprile scorsi, quindi “in sei mesi” ha fatturato, “246 mila euro!!!!”, dice Cappellaccio il quale, secondo il pm, ha “un profilo reddituale (…) del tutti incoerente con i massicci investimenti” per la progressiva costituzione delle società sequestrate, il cui numero potrebbe aumentare, in quanto sono in corso accertamenti su altre srl.

“Tu stai tranquilla, il tempo che veniamo noi qua, faremo diventare qua la terra dei fuochi”. Così in un’intercettazione del maggio del 2019 Giovanni Caridi, finito in carcere oggi assieme, tra gli altri, a Salvatore Giacobbe, che sarebbe stato a capo a Milano di un clan della ‘ndrangheta legato ai Piromalli, parlava dell’interesse della cosca al business dei rifiuti. Il particolare emerge dall’ordinanza firmata dal gip di Milano Sonia Mancini, che ha portato in carcere 14 persone nell’inchiesta della Gdf e del pm Silvia Bonardi, che ha fatto venire a galla anche presunte infiltrazioni in locali della ristorazione nella movida milanese nel quartiere Isola, in particolare al Mercato comunale di piazzale Lagosta.

Nel provvedimento si parla della “costante ed asfissiante presenza” della ‘ndrangheta “in vari settori economici, che il gruppo Giacobbe ha permeato giovandosi di imprese a ciò strumentali, portando avanti, peraltro, un piano chiaramente espansionistico perché volto a prendere il controllo di una serie di attività economiche particolarmente redditizie operanti nel tessuto della ristorazione milanese e del traffico illecito di rifiuti“.

In merito a questo “in particolare, non può non menzionarsi la frase che Caridi Giovanni (preposto da Giacobbe Salvatore proprio agli aspetti esecutivi di tale attività delittuosa) riferisce a Moccia Emanuela (compagna del Giacobbe Salvatore) ‘Tu stai tranquilla, il tempo che veniamo noi qua, faremo diventare qua la terra dei fuochi’”. Salvatore Giacobbe, 72 anni e residente a Milano, stando all’imputazione di associazione mafiosa, “munito della dote ‘ndranghetista di ‘Vangelo’, promuoveva, dirigeva ed organizzava un sottogruppo mafioso” in relazione “alle diverse azioni e settori di intervento del gruppo, assumendo compiti di decisione, pianificazione ed individuazione delle strategie della consorteria, impartendo direttive agli associati” per garantire “l’operatività del sodalizio” e “curando direttamente i rapporti con Piromalli Girolamo (non arrestato per associazione mafiosa in questa inchiesta, ndr) classe 1980 detto ‘Mommino’ o con i suoi emissari”.

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