Una lettera della professoressa Ferlazzo e di un gruppo di ex allieve
MESSINA – Riceviamo e pubblichiamo una lettera della professoressa Adriana Ferlazzo e di un gruppo di ex allieve dell’Istituto “Don Bosco”, ormai in fase di chiusura. Le ex allieve rimangono con il rimpianto che una differente programmazione “economica e finanziaria regionale delle FMA (Figlie di Maria Ausiliatrice) avrebbe potuto scongiurarne la chiusura, al di là delle dicharate crisi demografiche e vocazionali”.
La lettera delle ex allieve del Don Bosco
Il 22 maggio molte ex allieve salesiane hanno partecipato, presso l’Istituto “Don Bosco” di Messina, al Triduo di preparazione alla solennità di Maria Ausiliatrice che si è poi tenuta, eccezionalmente, in Cattedrale il successivo 24 maggio. È stato, come sempre, un momento di incontro lieto per la possibilità di rivedere, in quei luoghi familiari a loro tanto cari, le Compagne di scuola e le Suore e ascoltare le
riflessioni guidate sulla devozione a Maria Ausiliatrice, che ha animato fortemente la vita di San Giovanni Bosco sin dall’infanzia, e sull’affidamento alla Madre che Egli ha voluto proporre ai giovani che negli anni hanno frequentato le opere salesiane.
È stato, tuttavia, anche un momento particolarmente triste e doloroso provare una sensazione concreta di prossima dismissione. E così prendere atto che a breve l’Istituto, che per tanti anni è stato un punto di riferimento per tutte coloro che ne sono state allieve e che a quei modelli si sono ispirate nella propria vita spirituale, familiare e sociale, sarà destinato alla definitiva chiusura.
In Cattedrale, infatti, il 24 maggio scorso, sono state simbolicamente consegnate dall’Ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Sicilia, venuta appositamente da Catania, le chiavi della casa a Maria Ausiliatrice con il ringraziamento alla città…
E in entrambe le occasioni, al Don Bosco e in Cattedrale, chi era presente ha assistito attonito e deluso alla chiara conclusione di un’esperienza religiosa, scolastica e sociale che per tante generazioni di allieve e per la nostra città è stata particolarmente significativa e importante, come in più occasioni è stato ribadito.
Queste esperienze sono state per molte ex allieve così tanto importanti da raccogliere in un Comitato spontaneo, che si è costituito all’inizio dell’anno, le voci sempre più numerose che hanno sperato e creduto di poter sollecitare un ripensamento da parte delle autorità religiose preposte per non disperdere un patrimonio di valori, esperienze e speranze.
Alcune di noi hanno raccolto anche il dispiacere di molte suore che, pur nell’obbedienza dovuta alle direttive centrali dell’Ordine, si mostravano incerte sul futuro, sostenendo la speranza che si potesse ancora scongiurare la paventata chiusura dell’Istituto.
In un’Assemblea cittadina particolarmente sentita e partecipata è stato approvato un documento, che è stato inviato a tutte le autorità competenti e a molte istituzioni cittadine, regionali e nazionali, per sensibilizzarle su una problematica che non interessa sentimentalmente solo un ristretto gruppo di ex allieve, ma che da subito potrà anche riflettersi sul vissuto quotidiano e di sviluppo sociale della nostra comunità cittadina.
E alcune di noi hanno tentato la via del dialogo con le istituzioni civili e religiose, cercando anche di Comprendere le motivazioni di tale scelta improvvida e le eventuali necessità o proposte per una soluzione positiva.
Nel corso di queste interlocuzioni abbiamo avuto modo di recepire molte sensibilità positive, ma anche di comprendere più chiaramente che la spoliazione di una realtà così significativa per la nostra città era già stata oggetto di decisioni non recenti, mantenute sotto traccia per molto tempo.
Siamo pertanto, ormai, all’epilogo. Messina sarà quindi defraudata della presenza di una significativa realtà scolastica e religiosa quale è stato per molti anni l’Istituto “Don Bosco”.
Certamente le esperienze e i valori appresi in quell’Istituto resteranno forti in ognuna di noi, ma non Possiamo tacere che la nostra Città viene ancora una volta privata di un bene importante.
Non un bene materiale in questo caso, in quanto la struttura, proprietà della Curia, può ancora rappresentare un bene utilizzabile (speriamo per lungo tempo!…) per scopi significativi.
La città di Messina, tuttavia, perderà certamente l’ennesima occasione per conservare e affermare la propria identità; e perderà, soprattutto, un importante luogo di formazione culturale e di incontro ispirato dai valori della dottrina di San Giovanni Bosco, che ha contribuito concretamente ad una crescita positiva di molte generazioni di giovani siciliani e calabresi.
Come avrebbe potuto ancora fare in futuro! E proprio questo è il più grande rammarico per tutti noi!
Anche il San Luigi,che io ho frequentato, purtroppo ha chiuso come scuola Salesiana alcuni anni fa.Capisco il dispiacere di tutte le ex allieve, perché analogo a quello vissuto dagli ex allievi del San Luigi. Credo che le motivazioni della chiusura di numerose case Salesiane sia da ricondurre alla crisi vocazionale ,su questo bisognerebbe riflettere. Saluto la prof Ferlazzo ,mia insegnante alla facoltà di Veterinaria.
Per l’ennesima volta viene dato risalto alla chiusura del don bosco tirando in ballo la città e le istituzioni mentre invece viene data poca considerazione a due aspetti invece basilari. La decisione della chiusura non ha nulla a che vedere con la politica e con la città in quanto esclusivamente decisa nell’ambito dell’ordine o comunque da parte del proprietario dei locali che non è di certo il comune. Tale proprietario ha magari ritenuto più utile diversificare gli investimenti affittando i locali ad altre scuole da cui trarre così un introito certo. Non meno importante è poi il calo delle vocazioni. C’è quindi da chiedersi se tanto clamore sia stato fatto per la chiusura di reparti di ospedale o anche di scuole. Ma di scuole pubbliche e non a pagamento