Avvocatura ridotta all’osso: per Le Donne non può essere potenziata. Via libera agli incarichi esterni

Avvocatura ridotta all’osso: per Le Donne non può essere potenziata. Via libera agli incarichi esterni

Danila La Torre

Avvocatura ridotta all’osso: per Le Donne non può essere potenziata. Via libera agli incarichi esterni

Tag:

giovedì 29 Settembre 2016 - 09:27

Il Comune avrebbe al proprio interno avvocati da destinare all’Ufficio legale, il segretario/direttore generale ritiene tuttavia che un loro trasferimento comporterebbe un danno per l’ente in termini di efficienza . Per il dirigente Ferlisi invece è la mancata implementazione del Dipartimento a mettere a rischio «i fondamentali criteri di efficacia, efficienza e economicità dell’azione amministrativa»

Centinaia di contenziosi sulle spalle e solo quattro avvocati interni a fare i salti mortali . Nonostante le richieste di rafforzare l’ufficio avanzate dal dirigente Calogero Ferlisi e nonostante il grido d’allarme più volte lanciato dai legali comunali, obbligati a districarsi tra le decine di pratiche che quotidianamente arrivano sulla loro scrivania, l’ Avvocatura di Palazzo Zanca continua ad essere ridotta all’osso. In compenso, come abbiamo visto nella nostra inchiesta di qualche mese fa, fioccano gli incarichi esterni.

Quel che è peggio che la situazione è destinata a rimanere com’è perché sul potenziamento dell’Avvocatura –promessa con la delibera n.503, proposta dall’ ex assessore Mantineo ed approvata dalla giunta Accorinti il 1,luglio 2015 – emerge, al momento, una chiusura netta da parte del segretario/direttore generale Antonio Le Donne. In una lettera inviata al rientro dalle vacanze (data 29 agosto 2016) ai direttori di sezione dell’Avvocatura comunale e per conoscenza al sindaco Accorinti, all’assessore al personale Eller e al dirigente Ferlisi – Le Donne dice chiaramente che non è possibile incrementare il numero dei legali interni. E non perché il Comune non abbia avvocati da destinare al Dipartimento ma perché gli avvocati in organico sono impegnati in settori amministrativi e secondo il direttore generale un loro trasferimento comporterebbe un danno per l’ente in termini di efficienza.

Le Donne giustifica la sua scelta evidenziando che non si tratta «di mancanza di volontà bensì di decisione imposta dalla situazione concreta» e aggiungendo, quasi a voler mettere le mani avanti, «che in nessun caso può essere considerata inadempienza». Nella lettera, il segretario/direttore generale afferma inoltre che «il senso di responsabilità che deriva da una visione “globale” delle necessità dell’ente , e non di una sola porzione, ha fatto correttamente propendere per differire temporalmente la implementazione al momento in cui sarà possibile assumere personale qualificato»

In merito agli incarichi esterni, il super manager di palazzo Zanca chiarisce: «a fronte della gravità della situazione….. ….. non potendo fare all’interno si è dovuto “comprare “ la prestazione all’esterno» secondo la «nota valutazione make or buy (fai o compra)». Per Le Donne, dunque, ricorrere ad avvocati esterni è al momento una necessità per il Comune. E quando a conclusione della lettera scrive «certissimo che non vi sarà più bisogno di ribadire le suesposte considerazioni» fa capire che per lui la questione è chiusa.

Cade dunque nel vuoto l’allarme lanciato a febbraio da Ferlisi, che in una lettera interna scriveva: «si ravvisa l’opportunità se non la necessità di adottare provvedimenti organizzativi per evitare che il Dipartimento Avvocatura renda servizi e prestazioni non rispondenti a fondamentali criteri di efficacia, efficienza e economicità dell’azione amministrativa». Ferlisi lasciava intendere che oltre ai disagi in termini di organizzazione, la mancata implementazione dell’Avvocatura rischia di provocare un danno all’amministrazione, che è l’esatto contrario di quello che sostiene oggi Le Donne. Ferlisi peraltro rivendicava maggiori risorse per far fronte all’«incremento di incarichi a favore dei professionisti del Libero Foro».

In base a quanto messo per iscritto da Le Donne, il settore legale di Palazzo Zanca continuerà ad operare in perfetta continuità con il passato e il Comune continuerà a rivolgersi a legali esterni, rendendo di fatto carta straccia la delibera n.503 approvata dalla giunta Accorinti, che mirava ad aumentare da 5 a 10 i legali interni e a tagliare numero e costi degli incarichi esterna. La proposta era stata presentata come l’inizio della rivoluzione in un settore strategico per l’ente. Peraltro, nel frattempo, dopo il pensionamento di Mario Rappazzo il numero degli avvocati interni è sceso addirittura a 4. E, come abbiamo visto, per il segretario/direttore genarle al momento non c’è alternativa .

Danila La Torre

10 commenti

  1. MessineseAttenta 29 Settembre 2016 10:28

    Lui il posto al comune lo ha avuto grazie alla raccomandazione di renatino, che lo ha scelto senza una vera selezione.
    Mi sembra giusto che lo stesso trattamento sia riservato agli amici degli amici.

    0
    0
  2. MessineseAttenta 29 Settembre 2016 10:28

    Lui il posto al comune lo ha avuto grazie alla raccomandazione di renatino, che lo ha scelto senza una vera selezione.
    Mi sembra giusto che lo stesso trattamento sia riservato agli amici degli amici.

    0
    0
  3. Le liti giudiziarie nascono perché il Comune è inefficiente. Almeno il 30% delle cause si fanno perché quest’ultimo non sa manutenere il proprio territorio: se lo facesse, in termini di costi risparmierebbe tanto. Poi le altre cause si fanno per incompetenza di molti dirigenti (120.000 euro l’anno ciascuno di stipendio). Fatele fare al mega dirigente Calogero Ferlisi a pieno titolo capo dell’ufficio legale, invece di pagargli anche l’interim di comandante della polizia municipale raggiungendo 200.mila euro l’anno di stipendio e non facendo al meglio nessuno dei due lavori in quanto onerosi e soprattutto altamente configgenti. Se pagheremo gli avvocati esterni sarà la rovina definitiva di Messina.

    0
    0
  4. Le liti giudiziarie nascono perché il Comune è inefficiente. Almeno il 30% delle cause si fanno perché quest’ultimo non sa manutenere il proprio territorio: se lo facesse, in termini di costi risparmierebbe tanto. Poi le altre cause si fanno per incompetenza di molti dirigenti (120.000 euro l’anno ciascuno di stipendio). Fatele fare al mega dirigente Calogero Ferlisi a pieno titolo capo dell’ufficio legale, invece di pagargli anche l’interim di comandante della polizia municipale raggiungendo 200.mila euro l’anno di stipendio e non facendo al meglio nessuno dei due lavori in quanto onerosi e soprattutto altamente configgenti. Se pagheremo gli avvocati esterni sarà la rovina definitiva di Messina.

    0
    0
  5. che strano, per fare concorsi ed assumere persone anche laureato non ci sono mai i soldi ma per pagare consulenze esterne i soldi ci sono

    0
    0
  6. che strano, per fare concorsi ed assumere persone anche laureato non ci sono mai i soldi ma per pagare consulenze esterne i soldi ci sono

    0
    0
  7. Non ci siamo proprio. Alcuni sono convinti che gli avvocati esterni siano squali pronti solo ad arraffare soldi dal povero Comune. Comune che, per bocca del sindaco più inutile possibile, si era liberato da questa “piaga” in quanto era stato sciolto il collegio di difesa che, per inciso, aveva da tempo rinunciato all’indennità fissa. In pratica, il collegio lavorava nell’interesse del Comune e degli avvocati che lo componevano (non vedo quale possa essere il problema se un lavoro viene pagato). Il Comune non pagava nulla e veniva difeso. A causa conclusa, e mi sembra il minimo, veniva pagata una parcella, tra l’altro decurtata, in tempi assolutamente non noti (della serie, chissà quando). Anche le spese venivano anticipate dai legali…

    0
    0
  8. Non ci siamo proprio. Alcuni sono convinti che gli avvocati esterni siano squali pronti solo ad arraffare soldi dal povero Comune. Comune che, per bocca del sindaco più inutile possibile, si era liberato da questa “piaga” in quanto era stato sciolto il collegio di difesa che, per inciso, aveva da tempo rinunciato all’indennità fissa. In pratica, il collegio lavorava nell’interesse del Comune e degli avvocati che lo componevano (non vedo quale possa essere il problema se un lavoro viene pagato). Il Comune non pagava nulla e veniva difeso. A causa conclusa, e mi sembra il minimo, veniva pagata una parcella, tra l’altro decurtata, in tempi assolutamente non noti (della serie, chissà quando). Anche le spese venivano anticipate dai legali…

    0
    0
  9. Quindi il problema del collegio di difesa era solo politico! Bene, si poteva comporre mediante pubblica estrazione da un elenco di professionisti interessati. Dopo due anni, ad esempio, si poteva ripetere l’estrazione… In questo modo si sarebbero evitati i guasti che ci sono stati. Il Comune, in molte cause, neanche riesce a costituirsi in giudizio e queste sono tutte cause perse! Ma la gente è contenta perché la città si è liberata dagli “squali”. Però, se qualcuno di questi ha vinto per il Comune una causa da oltre 20 milioni di euro cosa dovremmo fare? Secondo me, come minimo, pagare anche a rate il giusto compenso (ricordo: decurtato rispetto ai tariffari) all’avvocato e non solo togliere quei milioni dall’elenco dei debiti!!!

    0
    0
  10. Quindi il problema del collegio di difesa era solo politico! Bene, si poteva comporre mediante pubblica estrazione da un elenco di professionisti interessati. Dopo due anni, ad esempio, si poteva ripetere l’estrazione… In questo modo si sarebbero evitati i guasti che ci sono stati. Il Comune, in molte cause, neanche riesce a costituirsi in giudizio e queste sono tutte cause perse! Ma la gente è contenta perché la città si è liberata dagli “squali”. Però, se qualcuno di questi ha vinto per il Comune una causa da oltre 20 milioni di euro cosa dovremmo fare? Secondo me, come minimo, pagare anche a rate il giusto compenso (ricordo: decurtato rispetto ai tariffari) all’avvocato e non solo togliere quei milioni dall’elenco dei debiti!!!

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007