Due sono stati portati a Genova e Palermo. Le indagini sul disastro nella fabbrica di fuochi artificiali sono in corso. Preoccupano le condizioni di Arigò
MESSINA – ll giorno dopo l’esplosione sulle colline di Bordonaro. Tanti i dubbi che le indagini dovranno fugare. Nonostante l’esperienza del titolare della Arigò Fireworks, antica fabbrica di fuochi artificiali che era una vera e propria istituzione per Messina, qualcosa è andato storto. L’esplosione è avvenuta intorno alle 12.40 di ieri, in Contrada Calorenne. Non solo Santo Bordonaro ma Messina sud, e simbolicamente tutta la città, sono stasse scosse da una devastazione che ha ferito tre persone: Giovanni Arigò (42 anni), la sorella Cristina (37 anni) e la madre Giusi Costa, 63 anni. “Pensavamo a una bomba”, hanno detto diverse persone, raggiunte dal boato in differenti zone. Persino in centro.
Giovanni Arigò, in pericolo di vita, è stato trasferito in aereo miliare dalla Rianimazione del Policlinico al Centro grandi ustionati di Genova. Presenta ustioni in tutto il corpo. Per la madre la destinazione è stata l’ospedale Civico di Palermo. Cristina Arigò è rimasta al Policlinico di Messina.
Giovanni Arigò investito dalle fiamme
Dalla ricostruzione emerge che Giovanni Arigò stava lavorando dentro la”casamatta”, la struttura in cemento per la lavorazione delle polveri, quando è avvenuto l’innesco. L’uomo è stato investito dalle fiamme provocate dall’esplosione e il bunker è stato distrutto. La madre e la sorella, con l’abitazione vicina all’azienda, lo hanno soccorso, rimanendo ferite a loro volta ma non sono gravi. L’area è sotto sequestro.
“Si salveranno?”
Ieri è stata la giornata dello stupore e del dolore dei familiari, delle facce sconvolte di chi abita in zona, della preoccupazione per i feriti e in particolare per Giovanni Arigò. Ma anche degli artificieri e dei rilievi della polizia scientifica. Tutto sarà esaminato nei minimi dettagli.
Mentre l’ingresso della fabbrica era bloccato dalle forze dell’ordine, sono passati in bici due ragazzini. Hanno guardato il via vai di vigili del fuoco e poi hanno domandato: “I feriti si salveranno?”. Stesso interrogativo che ha animato gli adulti che sono passati da lì. In questo momento, è la domanda più importante.
Per quanto noi, estranei a questo lavoro, vediamo di esso la parte bellissima, grazie al coraggio di queste persone ,ovvero i giochi d’artificio, è esso un lavoro molto pericoloso e si deve proprio veramente amare per mettere a rischio la propria vita ogni giorno.. Spero con il cuore che le condizioni di tutti loro, soprattutto di Giovanni Arigo’ ,il più grave, possano migliorare ogni giorno sempre di più. 🙏🙏💚