L'analisi dopo la sfida a Latina, scopriamo i più utilizzati tra i biancoscudati e i vantaggi del cambio di modulo
MESSINA – Alla vigilia della trasferta di Latina, specie dopo il contraccolpo psicologico del post Casertana, avremmo firmato per un pareggio. Il pari alla fine è arrivato ma per chi ha guardato la partita, e non solo il risultato finale, c’è rammarico. L’amarezza sembra sia diventata un classico delle partite del Messina perché, come ha ammesso lo stesso allenatore, la squadra avrebbe meritato dei punti in più. Sicuramente un paio di punti tra Potenza, Casertana o ieri sera a Latina, in queste tre sfide la squadra si è fatta raggiungere da situazioni di vantaggio.
Leggerezze difensive, black out superata l’ora di gioco o errori individuali fin qui sono costati punti preziosi in partite dove comunque la prestazione c’è sempre stata e gli avversari non erano irresistibili. Questo aspetto, della buona prestazione, va ribadito perché parliamo sempre di una squadra in costruzione che gioca a calcio in modo propositivo, come ieri a Latina senza attendere l’avversario, e prova a imporre il suo stile nonostante i tanti giovani in gruppo.
Non si può certo sorvolare sull’errore di Curtosi che è costato l’unica rete poi subita dal Messina. Il portiere giovane, classe 2004 e all’esordio quest’anno tra i professionisti, gode della piena fiducia del tecnico che anche nel post Latina lo ha difeso equiparando il suo errore a quello di un calciatore che sbaglia un rigore o un attaccante che da pochi passi fallisce una rete. Mancava quasi un’ora di gioco, recupero compreso, dopo l’1-1 quindi il tempo per segnare altre reti ci sarebbe stato, ma va anche detto che tra Coppa Italia e campionato in sette partite il Messina non ha mai mantenuto inviolata la porta e non sono sempre stati i portieri a sbagliare, una partita l’ha giocata anche Krapikas, e i difensori a volte hanno avuto delle colpe.
Gli uomini di fiducia del mister
La sfida di ieri sera era infrasettimanale, la seconda su tre in dieci giorni. C’è stato turnover dunque con l’allenatore che ha cambiato quattro calciatori rispetto alla sfida con la Casertana, e nonostante questo si iniziano a delineare della scelte precise del tecnico. Dopo sei partite infatti l’unico sempre titolare è stato Leonardo Pedicillo che ha trovato mercoledì sera la prima rete in biancoscudato, la prima per lui tra i professionisti. A quota sei presenze e subentrando dalla panchina ci sono Lia, Ortisi, Garofalo, Anzelmo e Anatriello.
Ci sarebbe stato probabilmente anche Manetta se non avesse saltato la sfida a Cerignola perché squalificato, lui è sempre stato titolare nelle altre cinque sfide di campionato e mai sostituito, come successo ai due portieri, cinque Curtosi e una Krapikas, e a Marino che nelle quattro occasioni in cui è partito dal primo minuto ha terminato la partita. Il minutaggio vede ancora tra i più utilizzati Pedicillo, Lia, Anatriello, Curtosi, Manetta, Ortisi, Garofalo, Rizzo, Frisenna, Marino, Petrungaro e Anzelmo, questi dodici sono sopra i trecento minuti in campo. In tre, che si giocano il posto da titolare, sopra i 200 minuti: Luciani, Petrucci e Salvo.
Il cambio di modulo
Nonostante il cambio di uomini e soprattutto di modulo, con il Messina schierato con un inedito 3-5-2, sul piano del gioco la squadra non ne ha risentito. Segnale che è ben allenata, ognuno sa quello che deve fare in campo e il gioco del Messina non cambia a seconda degli interpreti. Sinceramente sorpresi dal cambio di modulo va detto che la difesa a tre, con i terzini un po’ più liberi di agire a tutto campo, non è dispiaciuta. Salvo e Ortisi hanno potuto avere meno problemi a lasciare scoperta la fascia e i tre centrali avevano più sicurezza a loro volta nel cercare l’anticipo quasi a centrocampo sapendo che in caso di mancato intervento dietro sarebbero rimasti comunque in due a fare la guardia.
Come in ogni cosa però la coperta è corta perché in questo modo, a meno di non rendere troppo offensivo il centrocampo che ieri sera era composto da Frisenna-Petrucci-Pedicillo, non è possibile schierare il tridente in attacco e infatti in avanti erano in due di ruolo. Cominetti e Petrungaro, quest’ultimo apprezzato molto nel suo agire quasi seconda punta tra le linee. Scopriremo già da lunedì sera a Picerno se è stata una scelta passeggera e si tornerà al tridente con la difesa a quattro o se l’allenatore vorrà fare altri esperimenti per dare maggior sicurezza alla retroguardia.
Immagine in evidenza di Francesco Saya,
dalla pagina Facebook Acr Messina