Il deputato regionale ha presentato un'interrogazione per armonizzare le norme dell'isola a quelle delle altre regioni
“Nell'ultimo anno si è parlato molto delle disposizioni relative al reclutamento dei Revisori degli Enti locali, specie a fronte dell'introduzione di nuovi meccanismi in materia; è vero però che proprio questo gran parlare rischia di lasciare troppe voci in sospeso. Onde evitare di incorrere in eventuale poca chiarezza, penso sia necessario mettere nero su bianco gli aspetti fondanti a riguardo”. Così il deputato regionale di Area Popolare, Nino Germanà, primo firmatario di un'interrogazione rivolta al Presidente della Regione Sicilia e all' assessore per le autonomie locali e la funzione pubblica.
“Le stesse associazioni professionali di categoria di Messina e Provincia nonchè l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Barcellona hanno segnalato delle criticità che impediscono, allo stato attuale, il normale e corretto svolgimento delle funzioni degli organi di revisione, il che comporta importanti ricadute negative sulla gestione degli stessi enti locali. In virtù di difficoltà legate a limitazioni, assenza di albi regionali e diverse altre criticità che afferiscono alle disposizioni stabilite dalla nostra Regione e che sono differenti da quelle delle altre regioni cagionando altresì una difformità di trattamento di possibilità dei professionisti in Sicilia, ho chiesto vengano apportate delle modifiche alla normativa vigente. Confido nel buonsenso e la condivisione di intenti affinché si giunga rapidamente ad una risoluzione di questa impropria situazione”.
Nell'interrogazione presentata dal parlamentare regionale è richiesto venga uniformato il limite degli incarichi che possono assumere i Revisori siciliani a quello previsto dall’art. 238 del TUEL che disciplina la medesima fattispecie nelle altre regioni d’Italia; che si provveda a regolamentare e ad informare il contenuto dei bandi; oltre che a chiarire i requisiti formativi che devono possedere i Revisori in fase di prima applicazione della norma; precisare quale sarà il termine della fase di prima applicazione; avviare una convenzione con il Ministero dell’Interno al fine di consentire anche ai Revisori siciliani di poter avere lo stesso tipo di formazione valida per i Revisori delle altre regioni; e, in ultimo, istituire un elenco regionale dei Revisori ove registrare i crediti formativi acquisiti e gli incarichi svolti da ciascuno al fine di poter consentire la verifica da parte dei segretari comunali di quanto autocertificato dai revisori.