Fit Cisl, Faisa Cisal e Orsa replicano a Filt Cgil, Uil Trasporti e Ugl Trasporti; "Dittatura con l'alleanza tra alcuni sindacati e l'azienda"
MESSINA – Non c’è pace in Atm sul fronte sindacale. Fit Cisl, Faisa Cisal e Orsa sostengono di essere stati “esclusi dalla trattativa per il rinnovo dell’accordo integrativo di secondo livello, stabilita dalla direzione aziendale unitamente a tre sigle sindacali sulle sei presenti in azienda”. In sostanza, si vuole imporre, affermano, una “dittatura con l’alleanza tra alcuni sindacati e l’azienda”.
Ecco la presa di posizione: “Adesso arriva anche il referendum dei lavoratori blindato, organizzato in forma “privata” dai sindacati che con Atm S.p.A. hanno condiviso e concluso la trattativa di un accordo che noi abbiamo valutato insufficiente economicamente e disastroso nella parte normativa. Con l’ennesimo tentativo di mettere il bavaglio al dissenso, nel feudo Atm vengono ancora calpestati i principi di democrazia e trasparenza dovuti ai lavoratori”. La nota è una risposta al comunicato di Filt Cgil, Uil Trasporti e Ugl Trasporti. Tre sigle che invece rivendicano i risultati ottenuti con il nuovo accordo integrativo siglato qualche giorno fa con Atm Spa.
Continuano le tre sigle: “I dipendenti che il 4 novembre sono chiamati a esprimere il loro parere troveranno una commissione elettorale composta solo da rappresentanti sindacali che hanno sottoscritto l’accordo, esclusa la presenza di altri rappresentanti sindacali durante le operazioni di voto e di spoglio. Interpretando tatticamente recenti accordi fra le parti, gerarchicamente inferiori alla legge 300/70 (Statuto dei lavoratori) e alla normativa contrattuale che in caso di referendum aziendali prevedono l’indizione unitaria di tutti i sindacati, dopo la separazione dei tavoli di trattativa in Atm si sta per concludere un percorso che richiama alla memoria le peggiori forme di dittatura. Dittature autorizzate da votazioni da facciata a lista unica e gestite solo dal governo uscente che si ricandida sine die. Non sappiamo cosa ci sia dietro a questo patto di ferro fra controparti ma non consentiremo che ai lavoratori venga imposto, con sistemi discutibili, un accordo che peggiora e autorizza la compressione dei diritti e delle tutele che in questi anni ha caratterizzato la gestione oppressiva del personale, tanto da costringere oltre 40 dipendenti nuovi assunti a dimettersi volontariamente dopo aver saggiato l’ambiente”.
Scioperto degli autoferrotranvieri l’8 novembre
E ancora: “Non sarà un referendum blindato a fermare i lavoratori che hanno deciso di alzare la testa a tutela della propria dignità che pesa più di ogni promessa di aumento salariale. Dopo anni di silente sudditanza in molti hanno deciso di cambiare la storia e troveranno Cisl, Faisa e Orsa a sostenerli, anche nelle aule di tribunale. L”8 novembre i sindacati nazionali degli autoferrotranvieri hanno indetto uno sciopero per rivendicare una dignitosa qualità di vita lavorativa e un potenziamento dei diritti e delle tutele. Nel contempo, a Messina si firma l’accordo peggiorativo voluto dall’ex Campagna…
L’unica cosa certa, tra l’altro da tempo evidente, è la spaccatura sindacale.