Orto Liuzzo, 20 anni di atti e nessun lavoro. Revocato l’incarico ai progettisti

Orto Liuzzo, 20 anni di atti e nessun lavoro. Revocato l’incarico ai progettisti

Marco Ipsale

Orto Liuzzo, 20 anni di atti e nessun lavoro. Revocato l’incarico ai progettisti

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giovedì 09 Marzo 2017 - 23:09

Dopo un lunghissimo iter, l’8 gennaio 2015 era stato pubblicato il bando di gara, poi tutto fu bloccato per le proteste dei cittadini e dei rappresentanti del quartiere. Altri due anni non sono bastati ad adeguare il progetto

Era il 1997 e forse si doveva capire già dal fatto che la giunta Providenti aveva nominato l’ing. Davide Ferlazzo e l’arch. Arturo Tinnirello il 1. aprile. A loro il compito di progettare i “Lavori necessari per l’ampliamento della strada di accesso a Orto Liuzzo, prolungamento lato mare verso nord e opere di urbanizzazione”. Un grosso pesce d’aprile, se si considera che, 19 anni e 11 mesi dopo, i lavori non sono mai iniziati e ora l’incarico è stato revocato. Non c’è neanche da meravigliarsi, a Messina, dove siamo tristemente abituati a vedere passare decenni prima che le opere pubbliche vengano realizzate.

Orto Liuzzo ha due accessi dalla statale, condizione potenzialmente buona per garantire vie di fuga sicure in sensi di marcia opposti. Così non è perché uno dei due, quello di via Campanella, è cieco, mentre l’altro, quello di via Fazzino, non è abbastanza largo da consentire il passaggio di due mezzi in direzioni opposte. In parallelo alla strada statale 113 dir, invece, c’è la via Marina, anch’essa stretta, collegata alla via Fazzino ma non alla via Campanella, a causa della “separazione” del torrente Tramontana.

Il progetto da 614mila euro, quindi, prevede l’allargamento di via Fazzino e via Marina e il collegamento con via Campanella, “scavalcando” il torrente, oltre alla realizzazione di marciapiedi, due collegamenti pedonali con l’arenile e l’impianto di smaltimento delle acque. L’iter è stato modificato una serie di volte a causa delle richieste arrivate dai cittadini e dalla circoscrizione, e delle variazioni normative in materia urbanistica e dei lavori pubblici.

I PARERI

Il piano originario prevedeva anche un parcheggio, bocciato dalla Soprintendenza che, nel novembre 2008, dà parere favorevole proprio con questa prescrizione perché “determina una cementificazione della zona costiera, non necessaria ai fini della fruizione del mare. I parcheggi potranno essere consentiti in siti più idonei, oltre 1150 metri dalla battigia”. Altra prescrizione è che i percorsi pedonali siano realizzati non pavimentati.

Gli anni passano a vuoto, solo nel febbraio 2012 arriva l’ok del Genio Civile e il 10 gennaio 2014 i progettisti trasmettono l’elaborato. Nonostante siano trascorsi quasi 17 anni dalla loro nomina, “il bello deve ancora venire”, perché finalmente si intensificano i rapporti tra le parti ma si arriva all’epilogo odierno. Il 21 maggio 2014 il responsabile unico del procedimento, l’ing. Salvatore Bartolotta, chiede modifiche al progetto, dopo aver incontrato i cittadini e i rappresentanti della VI circoscrizione. Considerate le somme a disposizione, si riduce l’ampliamento della via Marina e si punta su una nuova condotta fognaria perché l’attuale è mal funzionante e causa di inconvenienti igienici. Il 16 giugno 2014 i progettisti trasmettono lo stralcio richiesto, a luglio il rup lo trasmette al dipartimento, che lo valida, e l’8 gennaio 2015 viene pubblicato il bando di gara.

LE RICHIESTE DI MODIFICA AL PROGETTO

Tutto finito? Macché. I cittadini protestano di nuovo perché ritengono che le loro richieste di modifica non siano state accolte e il 4 febbraio il bando di gara viene revocato. A luglio 2015 il rup invita i progettisti a rielaborare il progetto, la risposta non soddisfa e a settembre il dirigente Amato sollecita e dà un termine di 15 giorni. Non soddisfa neanche la seconda risposta e il 14 aprile 2016 il rup e il dirigente tornano a sollecitare la revisione del progetto con un nuovo termine di 15 giorni. Di tempo ne passa molto di più fino a quando il 12 settembre 2016 i progettisti trasmettono il nuovo piano. Per la terza volta Amato “boccia” il progetto e l’11 novembre il rup Bartolotta spiega perché non è approvabile, evidenziando “discrepanze e carenze progettuali”, convocando una nuova riunione per il 17 novembre, data entro la quale chiede le modifiche, soprattutto riguardo alla condotta fognaria di via Marina. L’arch. Tinnirello non ritiene i sei giorni sufficienti e chiede altri 15 giorni di tempo. Il 20 dicembre il Dipartimento comunale pubblica la comunicazione di avvio del procedimento di revoca incarico perché “…non è stato dato adeguato riscontro neanche alle criticità stabilite…”.

LA RISPOSTA DEI PROGETTISTI

Il 23 dicembre i progettisti replicano di aver ricevuto nota di volontà di interruzione del rapporto dieci giorni lavorativi dopo la richiesta di altri quindici giorni avanzata il 17 novembre e giustificano i ritardi: “A fronte di un impegno economico congelato è stato richiesto di: ragionare come sarti con taglio e cucito per risparmiare anche i 5 euro per il taglio dell’asfalto, salvando il tappetino esistente ove possibile; di sostituire il marciapiede in pietra lavica, concepito con una certa dignità architettonica con uno in calcestruzzo prefabbricato; successivamente di sostituire il marciapiede in calcestruzzo prefabbricato, eliminandolo totalmente e portandolo a quota strada con pavimentazione in bitume; di risolvere i sopraggiunti problemi relativi alle acque meteoriche di via Fazzino; di risolvere i sopraggiunti problemi fognari di via Marina; di abbassare la quota di fondo alveo del Torrente Tramontana (ma con quale cognizione di causa???); di uniformare tutte le recinzioni da demolire e ricostruire ecc. Molte di queste richieste sebbene lecite (???) hanno comportato lo svilimento del progetto originario e la necessità di apportare continue modifiche. Nonostante tutto, abbiamo cercato di abbracciare tali esigenze e le note lo dimostrano ampiamente. Pertanto, se la volontà dell’amministrazione è quella di portare avanti il procedimento di revoca dell’incarico, ne prenderemo atto, certi di avere fatto di tutto affinché l’opera potesse essere realizzata, non fosse altro che era andata già in appalto, successivamente sospeso per nuove argomentazioni proposte da parte di alcuni cittadini. Se l’Amministrazione non intenderà accogliere la richiesta di rivedere la propria posizione, e quindi concedere una “dead line” concordata ed eventualmente anche sottoscritta, anche solo se fosse per salvaguardare la nostra professionalità saremo costretti ad intraprendere qualunque azione volta a tutelarci”.

L’EPILOGO

Dopo il riesame dei progetti, il 30 gennaio 2017 il rup Bartolotta ribadisce ai progettisti che il progetto non è adeguato. Il 28 febbraio, infine, la giunta Accorinti delibera la revoca dell’incarico ai progettisti, giustificata, dopo la cronistoria dei fatti, dall’”inosservanza delle direttive progettuali stabilite dall’Amministrazione e dal responsabile unico del procedimento, così come per l’inosservanza del rispetto dei tempi fissati a far data dall’avvio delle trattative per il riesame progettuale (luglio 2015), considerata la necessità e l’urgenza per l’Ente di realizzare tale opera di fondamentale importanza per mettere insicurezza la viabilità di Ortoliuzzo”. L’amministrazione comunale ricorda che “l’articolo 2 del disciplinare d’incarico prescrive che il professionista incaricato deve svolgere la propria attività secondo le direttive dell’Amministrazione; l’articolo 5 obbliga i professionisti ad introdurre nel progetto tutte le modifiche e tutti gli adeguamenti degli elaborati che si dovessero rendere necessari per la definitiva approvazione dell’attività progettuale; ogni prescrizione tecnica per la cantierabilità del progetto è rimasta disattesa; a seguito della validazione del primo progetto le competenze dei due progettisti, pari a 30mila euro, sono state liquidate, mentre nessun compenso sarà corrisposto per l’attività ritenute non conforme”

Fatta questa premessa, la delibera di revocare l’incarico, dando mandato al dirigente di avviare un nuovo procedimento per la definizione dell’iter. “I progettisti hanno presentato elaborati non rispondenti alle prescrizioni e direttive impartite dall’Amministrazione e dal rup, che ha dato parere negativo”.

(Marco Ipsale)

8 commenti

  1. L’unica riforma vera ed improcrastinabile che c’è da fare in Italia è quella di raccogliere tutte le norme, regolamenti, ecc. che ci sono, fare un enorme falò e ricominciare daccapo perché siamo il paese dove accadono eventi incredibili ed impuniti e dove si permette che chiunque si sveglia la mattina con un’idea balzana in testa blocchi per 20 anni un’opera di pubblica utilità. Complimenti a tutti coloro che hanno partecipato a questa farsa.

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  2. L’unica riforma vera ed improcrastinabile che c’è da fare in Italia è quella di raccogliere tutte le norme, regolamenti, ecc. che ci sono, fare un enorme falò e ricominciare daccapo perché siamo il paese dove accadono eventi incredibili ed impuniti e dove si permette che chiunque si sveglia la mattina con un’idea balzana in testa blocchi per 20 anni un’opera di pubblica utilità. Complimenti a tutti coloro che hanno partecipato a questa farsa.

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  3. IH-870 I-ITGI 10 Marzo 2017 06:07

    ovviamente, mi auguro che costoro non abbiano ricevuto alcun compenso, verooo ??????

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  4. IH-870 I-ITGI 10 Marzo 2017 06:07

    ovviamente, mi auguro che costoro non abbiano ricevuto alcun compenso, verooo ??????

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  5. Romano Arturo 10 Marzo 2017 14:25

    Meglio tardi che mai. Finalmente l’Amministrazione Comunale ha capito!!!
    xxxxxxxxxxxxxx le logiche politico massoniche di alcuni politicanti del luogo, che decidevano in base ai voti di far espropriare questo o quel terreno. Adesso il Comune ha la possibilità di fare un progetto logico ed accettabile da parte degli abitanti e mandarlo in appalto prima del termine mandato. Come dice un mio caro amico….”l’importante è rendersene conto”…

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  6. Romano Arturo 10 Marzo 2017 14:25

    Meglio tardi che mai. Finalmente l’Amministrazione Comunale ha capito!!!
    xxxxxxxxxxxxxx le logiche politico massoniche di alcuni politicanti del luogo, che decidevano in base ai voti di far espropriare questo o quel terreno. Adesso il Comune ha la possibilità di fare un progetto logico ed accettabile da parte degli abitanti e mandarlo in appalto prima del termine mandato. Come dice un mio caro amico….”l’importante è rendersene conto”…

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  7. Romano Arturo 10 Marzo 2017 19:19

    …l’importante è rendersene conto…meglio tardi che mai…

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  8. Romano Arturo 10 Marzo 2017 19:19

    …l’importante è rendersene conto…meglio tardi che mai…

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