All’inizio del Novecento per molti studiosi e botanici questo abete endemico delle Madonie era considerato estinto
In dialetto è noto “albero croci-croci”, per via della caratteristica forma dei rami, e lo si può considerare il più raro “albero di Natale” esistente al mondo. Parliamo dell’Abies nebrodensis, un albero di conifere endemico delle Madonie e dei Nebrodi più occidentali, in Sicilia. L’abete delle Madonie è uno dei casi più interessanti tra le conifere che caratterizzano il patrimonio forestale italiano.
Si pensava fosse estinto
All’inizio del ‘900 per molti studiosi e botanici questo abete endemico delle Madonie era considerato estinto. Nel 1957 un gruppo di botanici scoprì una popolazione superstite nel Vallone Madonna degli Angeli, nel territorio di Polizzi Generosa. Trenta piante dislocate in un’area di circa 150 ettari che dal 1968 sono state dichiarate specie protetta e dal 1989 inserite nella zona a massima protezione del Parco Regionale delle Madonie.
Ritenuto inizialmente una varietà del più comune Abies alba (Abete bianco) dal botanico Michele Lo Jacono, l’abete delle Madonie, in un successivo studio, venne identificato per la prima volta come specie a sé stante da Giovanni Ettore Mattei nel 1908. Oggi questo albero, che rappresenta un vero monumento per un intero territorio, è fortemente minacciato dai cambiamenti climatici.
Cosa si sta facendo per preservarlo?
Il primo serio progetto per la conservazione del raro abete è stato finanziato dall’Ente Parco delle Madonie, con la collaborazione dell’Azienda Foreste Demaniali e dell’Università di Palermo.
Un lungo percorso, durato circa sei anni e dedicato non soltanto alla corretta gestione e manutenzione dell’area di indigenato, ma anche ai primi tentativi di conservazione ex situ ed alla sensibilizzazione della popolazione tramite incontri divulgativi, visite guidate, mostre e pubblicazioni.
Grazie al progetto, questi alberi sono stati salvaguardati dall’essiccamento dovuto ad un eccessivo sfruttamento della falda idrica. Il progetto ha inoltre permesso di ottenere oltre 5.000 piantine grazie ai semi prodotti dall’impollinazione controllata degli abeti, mentre sono stati circa 1.000 gli innesti di Abies nebrodensis su abeti esotici, questi ultimi con il doppio fine di aumentare la popolazione esistente e ridurre quella di altri abeti che metterebbero a rischio la conservazione.
Come sta oggi l’abete delle Madonie?
I progetti per la conservazione dell’abete siciliano continuano senza sosta, visto che il numero di esemplari è ancora sotto la soglia minima che consentirebbe alla specie di non essere più classificata come in pericolo critico di estinzione. Ma oggi i primi risultati di quei progetti sono confortanti.
Il numero di esemplari è salito a circa 200 unità, oltre a quelle messe a dimora in varie zone del Parco delle Madonie nel corso degli anni. Il futuro degli abeti sembra dunque più al sicuro, ma esistono ancora dei pericoli che possono seriamente minacciare la specie.
Fra questi quello principale è rappresentato dal pericolo degli incendi, ma anche da alcuni animali selvatici, come i tanti daini, che mangiano le gemme delle piantine più giovani, o chi visitando i sentieri va a calpestare inconsapevolmente le piante giovani.
Perchè non recintare le giovani piante?