Sicilia Futura a Delrio: "Assicuri autonomia e continuità all'Authority"

Sicilia Futura a Delrio: “Assicuri autonomia e continuità all’Authority”

Sicilia Futura a Delrio: “Assicuri autonomia e continuità all’Authority”

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lunedì 27 Marzo 2017 - 22:27

Consegnato al ministro il documento che ribadisce la richiesta di un'autonomia gestionale. "Il governo ascolti l'indignazione della collettività" scrive Versaci. "Da proroga nasce proroga" commenta Picciolo.

La Sua presenza a Messina offre lo stimolo per una serie di valutazioni che, politicamente, da alleati del PD quali siamo, dobbiamo necessariamente compiere.

Immediatamente viene in mente la querelle sorta a seguito della scelta operata dal Governo in merito al riordino delle Autorità portuali che ha, oltremodo, penalizzato il comprensorio di Messina e Milazzo.

Oggi non possiamo più permettere che nello scontro tra diverse ideologie, diversi modi di fare politica, diversi interessi, la nostra “comunità” continui a subire scippi che declassano la porta della Sicilia a piccola cittadina di provincia.

Messina ha subìto per trent'anni il Ponte sullo Stretto ha immaginato la propria crescita, o meglio, qualcuno ha immaginato la crescita di Messina, all’ombra di un’opera che è esistita solo nelle contrapposizioni tra i “No Ponte ed i Sì Ponte”. Non è mai stata affrontata una seria programmazione che avrebbe potuto far sviluppare la cantieristica navale che, storicamente, vantava una solida storia e si è invece preferito smantellarla.

Si è preferito declassare la marineria messinese, sia mercantile che militare, attribuendo ad uno dei porti più importanti del Mediterraneo una qualifica di terz'ordine. La Marina Militare ha smantellato l'arsenale, storico presidio, a favore di Augusta, unitamente al bacino di carenaggio.

Sono stati dismessi l'Ospedale militare ed i presidi che vi gravitavano attorno, lasciando solamente aree abbandonate nel degrado più assoluto.

Le Ferrovie dello Stato hanno prima occupato gli spazi che si affacciano sullo Stretto per poi abbandonare la Sicilia e Calabria, mantenendo, però, la proprietà delle zone che dovrebbero essere restituite alla Città perché è da lì che può ripartire la nuova Messina. A tutto questo si aggiunga che non abbiamo più un attraversamento stabile dello Stretto, insomma Messina è una città di mare che, oggi, volge le spalle al mare! Oggi appare un’offesa all’intelligenza pensare di smontare un “Frecciarossa” metterlo su un treno e poi ricostruirlo sulla sponda opposta. Oggi noi chiediamo a Rfi un nuovo approccio riguardo alla continuità territoriale.

In questo contesto, la scelta scellerata, di accorpare l'Autorità portuale di Messina a Gioia Tauro comporterà pesanti ricadute, sia di ordine economico che sociale.

La prima esigenza che viene avvertita dalla collettività è quella di tutelare una realtà, qual è quella dell’Autorità portuale, che ha significato molto per la nostra Città ed affonda le radici in un provvedimento legislativo, varato nel 1951, con il quale si istituiva il Punto Franco di Messina. Sorvoliamo sui contenziosi apertisi tra Stato e Regione che hanno, nel tempo, fatto scemare grandemente la portata economica di tale provvedimento; oggi, in un contesto di crisi economica che investe tutto il nostro Paese accade che, alla luce di motivazioni non suffragate da valide ragioni tecniche ed economiche, si da attuazione alla normativa di riordino del settore portuale cassando una florida realtà in continua crescita.

L’unione con l’Autorità portuale di Gioia Tauro comporta, di fatto, la perdita dell’autonomia gestionale e dei fondi con riflessi che riverberano in maniera oltremodo negativa sul futuro della Zona Falcata, del quartiere fieristico e di tutte le altre potenziali determinazioni che riguardano la nostra Città.

In ogni caso, dovrebbe riecheggiare a Roma non solo l’esigenza avvertita da gran parte della comunità e diretta al mantenimento dell’Autorità portuale, sinonimo di SVILUPPO per i porti di Messina e Milazzo, ma, soprattutto, la profonda indignazione che tale provvedimento ha cagionato nei cittadini che si sentono defraudati di un bene facente parte del patrimonio collettivo. Indignazione che aumenta in maniera esponenziale quando scopriamo che il Governo nazionale ricorda la città di Messina, in maniera sconsiderata, per l'istituzione di un HOTSPOT che pregiudicherà, definitivamente, le possibilità di sviluppo, soprattutto turistico.

Sicilia Futura invita il Governo ad attenzionare il nostro territorio e a porre in essere tutti i provvedimenti necessari ad assicurare continuità alla vita amministrativa dell’Autorità Portuale attraverso il suo mantenimento o attraverso l’istituzione di un ufficio territoriale che gestisca, senza delega alcuna, le risorse economiche da utilizzare per Messina e Milazzo.

Sulla carta siamo una “area metropolitana”, ebbene, vogliamo esserlo veramente, l’Area dello Stretto è un punto d’arrivo imprescindibile: ma fare sistema non significa svendere Messina per biechi interessi di bottega, o peggio.

Ma per crescere devono attenzionarsi i trasporti – ferroviari e stradali -; non veniamo a piatire con il cappello in mano un po' di soldi: vogliamo gli strumenti per essere noi attori della nostra crescita.

Siamo fiduciosi che le promesse fin'ora prestate si tramuteranno in impegni istituzionali per Messina, perché la ricchezza del porto e delle attività connesse sia salvaguardata garantendo l’autonomia decisionale della Città Metropolitana di Messina; tenendo conto dei traffici portuali e delle potenzialità di sviluppo del territorio dello Stretto, attraverso la rideterminazione della qualifica di porto "core" e, ciò, anche attraverso la diversa dislocazione delle competenze specifiche, stante la diversa peculiarità dei due porti.

Salvo Versaci,Segretario Cittadino di Sicilia Futura

A fine serata ha commentato anche il capogruppo Ars di Sicilia Futura Beppe Picciolo: “sono ottimista dopo aver parlato con il ministro e posso dire che da proroga nasce proroga auspicando che si possa andare anche oltre dicembre 2017.Da autonomia nasce autonomia. Dalle parole di Delrio l’idea di un aeroporto cargo nella valle del Mela collegato con Giammoro, soprattutto se finanziato da privati con valide credenziali, può rappresentare una risposta alle carenze infrastrutturali ferroviarie e viarie che a dire del ministro potranno essere risolte in un prossimo futuro ma non a breve”.

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