Lo studio commissionato da Unioncamere Sicilia. Ma c'è chi dice no e prepara la mobilitazione a Roma per motivi ambientali. E non solo
(Fonte agenzia di stampa Ageei) “Il ponte sullo Stretto produrrà nel tempo benefici economici e sociali ben superiori ai suoi costi”. Lo sostiene l’analisi costi benefici condotta da Uniontrasporti con la consulenza tecnico scientifica di Openeconomics e svolta utilizzando le linee guida prescritte dall’Unione europea. Si legge nel resoconto dell’agenzia di stampa sull’energia e le infrastrutture: “I vantaggi apportati dall’infrastruttura, al netto dei suoi costi, vengono espressi in termini monetari mediante il Vane (Valore attuale netto economico), e risultano positivi per più di 1,8 miliardi di euro, con un rapporto benefici costi di 1,2. Questo è, in sintesi, l’impatto che il Ponte sullo Stretto potrà portare sull’ecosistema economico e sociale italiano, calcolando i vantaggi per il tessuto produttivo e turistico di tutta l’area, per la logistica, il traffico passeggeri e merci, al netto dei costi sostenuti dal sistema Paese. Già durante la fase cantieristica l’opera sarà in grado di apportare un contributo di 23,1 miliardi al Pil e creare 36.700 posti di lavoro stabili e alimentare con 10,3 miliardi complessivi di euro le entrate fiscali nelle casse dello Stato”.
Lo studio, commissionato da Unioncamere Sicilia a Uniontrasporti e Openeconomics, è stato presentato il 26 novembre, a Roma, alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in un convegno sugli impatti sociali, economici e ambientali generati dal ponte sullo Stretto di Messina.
Il sostegno di Blandina per la Camera di commercio, Unioncamere e Uniontrasporti
“Oltre 70 anni fa, nell’agosto del 1953, la Camera di Commercio di Messina organizzò un convegno dedicato al Ponte sullo Stretto che, perorandone la necessità, chiamò a raccolta illustri personalità del mondo politico nazionale e regionale insieme a tecnici e ingegneri di fama internazionale – ha ricordato durante il convegno Ivo Blandina, nella sua triplice veste di presidente della Camera di commercio (Cciaa) di Messina, vicepresidente vicario di Unioncamere Sicilia e presidente di Uniontrasporti. – Oggi le conoscenze scientifiche, le tecnologie, il crescente livello di infrastrutturazione del territorio, reso possibile dagli ingenti investimenti del governo, e i tempi, che allora non erano forse ancora maturi, ci spingono a scartare l’opzione zero e a considerare seriamente i benefici che la realizzazione di questo collegamento stabile recheranno al tessuto sociale, economico e produttivo, non soltanto di Messina e della Sicilia, ma dell’intero sistema Paese. Lo studio qui presentato – ha concluso Blandina – lo dimostra con efficacia. Quindi che tutto sia fatto nel pieno e ineludibile rispetto dell’ambiente e della sicurezza, ma che sia fatto” (Ageei).
Ciucci: “13,5 miliardi il costo aggiornato”
“Noi crediamo che 13,5 miliardi sia il valore aggiornato del ponte sullo Stretto. I tempi sono invece legati all’approvazione del Cipess. La legge dice entro il 31 dicembre 2024 e quindi il 2025 sarà l’anno della prima attività sul territorio”. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, a margine sempre del convegno di Unioncamere sulla grande opera. E ha aggiunto: “In tutto le stime sono 8 anni per il completamento dell’opera. Prevediamo per il 2032 l’apertura al traffico del ponte” (fonte Ansa).
Ponte, c’è chi dice no
“Un parere contraddittorio e che si apre a contenziosi a tutti i livelli. E su alcune zone, come i Peloritani, la Valutazione d’incidenza ambientale è negativa”. Per il Wwf, il ponte sullo Stretto è stato “rimandato” solo perché non si è voluto bocciare sul piano politico. Così l’organizzazione valuta il via libera ambientale con le 62 prescrizioni. Scrive Wwf Italia: “Ormai mesi fa, in modo decisamente irrituale, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin aveva “spoilerato” l’esito del parere per la Valutazione d’impatto ambientale (Via). Vale la pena ricordare la vicenda per sottolineare la “serenità” in cui la commissione ha svolto il proprio lavoro anche alla luce delle recenti nomine prevalentemente di carattere politico”.
Per l’organizzazione, rimangono molti dubbi: dalle acque al suolo e sottosuolo, dalla fauna migratrice ai cetacei, dal rumore alle emissioni. Scrive il Wwf: “A questo si aggiungano le prescrizioni su cantieri, cave,
movimenti terra, impatto sui torrenti, ripascimenti. Sostanziali, inoltre, le richieste di approfondimento sui flussi di traffico effettivi, fondamentali quelle più volte reiterate riguardo la microzonizzazione sismica delle faglie capaci e attive”.
E ancora: “Tutti questi argomenti sono stati oggetto di puntuali osservazioni del Wwf Italia, delle associazioni e dei comitati. Ma se il progetto andava bene e tutto era a posto, come più volte dichiarato da Stretto di Messina Spa, a che servono studi di tale portata e rilevanza? E se servono ancora approfondimenti così importanti, approfondimenti indispensabili per valutare l’opera, perché la
commissione ha dato parere favorevole? C’è una contraddittorietà manifesta in un parere favorevole a fronte di queste richieste prescrittive. Per loro natura, queste richieste sono propedeutiche al progetto esecutivo, indispensabili ai fini della valutazione del progetto definitivo”.
Ponte o no ponte, “arriveremo a Roma”
Intanto a Messina la rete no ponte prepara un presidio il 14 dicembre a Piazza Lo Sardo. Il tutto in vista pure di una manifestazione nazionale a Roma. Sottolinea il coordinamento, di cui fanno parte varie realtà associative, comitati civici e partiti: “Ci siamo riuniti per fare il punto della situazione dopo l’importante e riuscita iniziativa del 15 novembre a Roma e alla luce del grottesco parere della commissione riguardo alla Valutazione dell’impatto ambientale Via e Vas (Valutazione ambientale strategica). È emersa la convinzione comune che la lotta deve continuare e che sicuramente il risultato non potrà che essere positivo. Ovvero la vittoria finale di un movimento e di un popolo che vuole utilizzare i soldi previsti per l’ipotetica costruzione del ponte sullo Stretto per finanziare le tante opere prioritarie di cui hanno bisogno i nostri territori. Vogliamo autostrade efficienti, strade secondarie e provinciali, ferrovie a doppio binario e alta velocità, la mitigazione del dissesto idrogeologico e il completamento delle opere incompiute esistenti da decenni, solo per citarne alcune”.