Il sostegno alla nuova rete ospedaliera è costato caro al deputato di Sicilia Futura, attaccato a Milazzo e Barcellona. E i rapporti con il sindaco Roberto Materia rischiano di essere compromessi.
I due Consigli comunali tenutisi sul tema degli ospedali riuniti di Milazzo e Barcellona sono stati un fuoco di fila per PD e Sicilia Futura, additati come i partiti responsabili dei tagli alla rete ospedaliera della costa tirrenica messinese. Le tensioni, tuttavia, vanno oltre gli equilibri regionali, e toccano quelli delle amministrazioni locali: i due alleati sono infatti al governo di Milazzo, e Sicilia Futura sostiene anche Roberto Materia a Barcellona, in una coalizione atipica con la destra locale.
Beppe Picciolo alla sbarra Il fondatore di Sicilia Futura, Beppe Picciolo, è stato suo malgrado il più bersagliato. Il suo voto favorevole – e le iniziali dichiarazioni d'entusiasmo nei confronti del nuovo piano sanitario – gli hanno attirato le critiche tanto di Milazzo quanto di Barcellona. Con qualche distinguo: se infatti nella città del Longano il coro di critiche ha unito amministrazione, maggioranza e opposizione, nella città del Capo le contestazioni maggiori sono arrivate soprattutto da qualche consigliere, senza che la maggioranza nè il sindaco Giovanni Formica prendessero una posizione netta.
Anche il clima con cui Picciolo è stato accolto nei due consigli era diverso. A Milazzo, il deputato ha sostenuto convintamente che il Fogliani non fosse stato davvero penalizzato, e che aggiustamenti di buonsenso saranno un'ovvia conseguenza, visto che ci saranno ancora diversi step prima di arrivare a una rete ospedaliera definitiva. "Al netto delle prescrizioni di legge, che impediscono ad esempio di avere cardiologia a Milazzo, da oggi in poi potremo chiedere non solo gli adeguamenti necessari al Fogliani, ma potremo anche contare sul rafforzamento della pianta organica. L'obiettivo è avere un ospedale che magari ha meno reparti, ma che funzioni al massimo dell'efficienza" – ha spiegato Picciolo – "quando poi arriveranno le verifiche di efficienza previste nel decreto Balduzzi, conteranno solo i risultati. E lì, se avremo costruito un ospedale efficiente, potremo chiedere ulteriori servizi". Al termine del suo intervento, Picciolo è sembrato aver convinto i consiglieri, cui resta qualche riserva sull'iter necessario per ulteriori modifiche. Solo l'opposizione consiliare è rimasta convinta che il Fogliani sia destinato alla chiusura, o comunque a un importante ridimensionamento.
Ben diversa la situazione al Consiglio comunale di Barcellona, dove la tensione era palpabile. Dal sindaco ai consiglieri di centrodestra, fino al deputato Santi Formica – intervenuto nel dibattito – tutti hanno puntato il dito contro i partiti di governo. "Quanto accaduto in Commissione sanità è un vero colpo di mano dei governi nazionale e regionale" – ha attaccato Formica – "è stato approvato un piano arrivato in commissione il giorno prima, senza che nessuno potesse studiarlo. Abbiamo provato a far mancare il numero legale, ma sono rimasti otto deputati su quindici, quelli necessari a rendere valida la votazione. Tra quegli otto c'era Picciolo. Perchè tutta questa fretta? Forse perchè sta arrivando la campagna elettorale?"
Picciolo ha spiegato così la scelta di far passare il piano: "Abbiamo dovuto fare in fretta perchè avremmo dovuto pronunciarci entro 24 ore sul piano esitato dal Ministero, con cui tuttavia il dialogo va avanti da anni. Le riunioni a Roma sono calendarizzate, e la prossima cadeva il 4 luglio, oltre alcune scadenze fondamentali. Approvandolo subito, abbiamo potuto finalmente sbloccare le assunzioni in pianta organica. I nostri ospedali devono essere al massimo dell'efficienza per superare le verifiche del decreto Balduzzi, che sono previste a fine 2017 e a fine 2018; altrimenti sì che rischierebbero la chiusura definitiva. A noi interessava soltanto salvare il sistema sanitario siciliano, e ci siamo riusciti".
Sul Cutroni-Zodda, Picciolo ha dovuto fare esercizio di franchezza. "La divisione di area medica a Barcellona e chirurgica a Milazzo è stata bocciata dal Ministero per motivi tecnici, e il decreto Balduzzi non ammette due ospedali simili nel raggio di pochi kilometri. Era dunque necessario fare altro per salvare il presidio. Io non credo affatto sia condannato: restano sei posti letto di rianimazione, su cui potremo in futuro innestare una rete per lo stroke unit (ictus e simili), ed è stata mantenuta l'ossatura per la riabilitazione. E' chiaro che, nei decenni, si è scelto di puntare su Milazzo, ed è troppo tardi per tornare indietro; ma possiamo ancora trasformare il Cutroni-Zodda in un presidio specialistico, dedicato alla riabilitazione, con anche una stroke unit di primo livello e possibilmente un reparto di neurologia".
Più difficile per il deputato è stato giustificare gli "incentivi" ad alcuni ospedali di base del trapanese (provincia di provenienza dell'assessore alla salute) e la presenza di ospedali riuniti doppioni in altre parti della Regione: "A Palermo e Catania ci sono diversi hub, ospedali di riferimento per tutta l'isola, che devono essere dotati di tutti i reparti; per questo, laddove ci sono più strutture, capita anche ci siano più reparti uguali. Per quel che riguarda eventuali favoritismi, ho già parlato con il sottosegretario Davide Faraone, che si è reso disponibile ad ascoltare le nostre istanze bypassando l'assessorato; gli errori ci sono, ma ci sono anche i margini per correggerli". Come? "Sia riprendendo l'iter che ha portato a questa rimodulazione, sia attraverso gli spostamenti interni che potranno essere decisi dal direttore generale dell'Azienda sanitaria".
Alleanze in discussione? Se a Milazzo il sindaco Formica sembra aver accettato la nuova rete ospedaliera, confermando la sua contiguità politica con il centrosinistra (e con il Pd), lo stesso non si può dire di Materia, che ha annunciato anche un ricorso al Tar per valutare alcune illegittimità nell'iter che ha portato all'approvazione. Una posizione che alimenta ulteriori tensioni interne, che da tempo lacerano la maggioranza consiliare di Barcellona. Materia ha dichiarato apertamente di non avere più alcuna fiducia nel governo regionale; dichiarazioni opposte a quelle di Picciolo e della stessa rappresentante di Sicilia Futura in consiglio, Lucia Puliafito.
La vicenda ha però riavvicinato l'amministrazione Materia alla destra della sua maggioranza; nel consiglio di ieri, le posizioni di Materia e Formica erano identiche, e anche i consiglieri di maggioranza hanno condiviso la valutazione estremamente negativa dell'amministrazione nei confronti del nuovo Cutroni-Zodda. La convivenza, sinora tranquilla, tra centrodestra e centrosinistra si è scontrata con le esigenze della politica regionale, e potrebbe portare a un rimescolamento delle carte.
Adesso, bisognerà capire se il sindaco Materia sarà interessato a ricucire lo strappo con il centrosinistra, o se preferirà affidarsi agli alleati più vicini per appartenenza culturale e politica. Per Sicilia Futura si apre invece una fase decisiva: il partito di Picciolo ha stretto un patto di ferro col Pd regionale, ma in provincia di Messina inizia a soffrire alcune alleanze anomale. In vista delle elezioni regionali, sarà fondamentale darsi un'identità coerente.
Sulla nuova rete ospedaliera interviene anche la deputata nazionale Mariella Gullo: "La nuova rete ospedaliera presenta troppe criticità che negano persino il diritto alla Salute. La nostra provincia ha subito tagli indiscriminati che mortificano i cittadini e che dimostrano la scarsa attenzione che il governo regionale ha nei confronti di Messina. Impensabile che il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto possa rimanere senza un Pronto soccorso, così come non è comprensibile il taglio di reparti di importanza vitale per ospedali come Barcellona e Milazzo. A ciò si aggiunga la comprensibile preoccupazione per la chiusura del Pronto soccorso pediatrico del Policlinico di Messina, l’unico dell’intera provincia. Chi governa la nostra regione ha il dovere di restituire ciò che è stato maldestramente tolto a Messina, attraverso quei correttivi che oggi, guarda caso, invocano quei parlamentari che, da un lato fanno da stampella al governo regionale e dall’altro governano nei Comuni fortemente penalizzati dai tagli della nuova Rete ospedaliera”.
Ormai è evidente che per la regione Sicilia i messinesi sono come gli ebrei per i nazisti. Siamo di fronte ad un massacro che si svolge negli anni, stappando violentemente un pezzo di diritto ai messinesi di ogni angolo della provincia. I bambini messinesi non hanno più diritto al pronto soccorso, molti cittadini della provincia messinese non hanno più diritto ad un adeguato soccorso ed assistenza.
Già i traghetti di Messina sono “targati” Catania, Le prestigiose aree demaniali marittime messinesi presto saranno governate da Gioia Tauro, le poste da Catania, le ferrovie da Palermo..ect.. Messina e provincia non hanno gli stessi diritti degli italiani…solo tagli e massacro… come gli ebrei e i nazisti. Ribelliamoci, reagiamo ai soprusi.
Ormai è evidente che per la regione Sicilia i messinesi sono come gli ebrei per i nazisti. Siamo di fronte ad un massacro che si svolge negli anni, stappando violentemente un pezzo di diritto ai messinesi di ogni angolo della provincia. I bambini messinesi non hanno più diritto al pronto soccorso, molti cittadini della provincia messinese non hanno più diritto ad un adeguato soccorso ed assistenza.
Già i traghetti di Messina sono “targati” Catania, Le prestigiose aree demaniali marittime messinesi presto saranno governate da Gioia Tauro, le poste da Catania, le ferrovie da Palermo..ect.. Messina e provincia non hanno gli stessi diritti degli italiani…solo tagli e massacro… come gli ebrei e i nazisti. Ribelliamoci, reagiamo ai soprusi.