Il silenzioso Messina ormai scollato dalla tifoseria, dalla città e dalla realtà

Il silenzioso Messina ormai scollato dalla tifoseria, dalla città e dalla realtà

Simone Milioti

Il silenzioso Messina ormai scollato dalla tifoseria, dalla città e dalla realtà

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lunedì 09 Dicembre 2024 - 10:35

Prossimo weekend decisivo: scontro diretto contro la Juve Next Gen e scadenze per preliminare e stipendi. Il Messina al punto più basso di sempre

MESSINA – Difficile commentare qualcosa che non c’è. In questo particolare caso si parla della prestazione del Messina contro il Foggia. I biancoscudati hanno subito una delle più brutte sconfitte della stagione. Non tanto in termini di punteggio, visto che contro l’Avellino qualche settimana fa incassarono un 6-0, quanto nel modo di affrontare la gara e i suoi risvolti. Dopo una discreta buona mezz’ora in cui i peloritani hanno provato a fare la partita, come giusto che sia in casa contro una squadra di pari livello, l’undici di Modica ha incassato il gol alla prima conclusione in porta dei pugliesi. E da lì in poi non ha saputo o voluto reagire.

Il silenzio surreale del “Franco Scoglio”, assenti anche i tifosi ospiti a cui da quest’anno è stata appaltata l’animazione della partita, ha finito per completare un quadretto tragico che rappresenta probabilmente uno dei punti più bassi del Messina. Sicuramente lo è della gestione dell’attuale proprietà. Il presidente Pietro Sciotto non può più nascondersi dietro ad altro e altri perché il principale responsabile di questo scollamento del Messina dalla sua tifoseria, dalla sua città e dalla realtà è certamente lui.

I silenzi ormai assordanti del Messina

Il Messina sta diventando sinonimo di silenzio: sugli spalti, in sala stampa e anche sulla trattativa. Quest’ultima sta incidendo più di quanto si voglia ammettere sul momento della squadra, sicuramente più dei giornalisti spesso dipinti “cattivi” e dei “tifosi che protestano”. Il silenzio dell’allenatore, ad oggi 50 giorni in città, non deve sorprendere visto che sembra prassi di una società che è anch’essa muta. Non c’è un direttore generale, dopo la breve parentesi di Pippo Trimarchi, e non c’è più un direttore sportivo, quel Giuseppe Pavone che era stato l’unico in parte ad averci messo la faccia parlando dopo la sconfitta con l’Avellino. E prima ancora si era presentato dal ritiro insieme al direttore operativo Angelo Costa, a fine luglio.

Il presidente non appare in pubblico da quasi un anno, era il 21 dicembre dello scorso anno, quando alla vigilia della sfida casalinga contro il Monopoli la conferenza stampa fu occasione dello scambio di auguri con la stampa. In mezzo qualche dichiarazione rilasciata tramite l’ufficio stampa e una brevissima intervista in video a PianetaMessina a settembre. Crediamo che il presidente Sciotto abbia risolto i suoi problemi di salute, visto che nelle ultime settimane è stato impegnato e presente nel definire i dettagli del preliminare di vendita, sarebbe quindi il caso che diventasse il frontman di questo Messina in crisi e venisse in pubblico a rispondere a qualche domanda.

Società allo sbando, unica salvezza il passaggio di proprietà

La settimana che inizia sarà decisiva per le sorti dei biancoscudati. In campo allo scontro diretto col Foggia seguirà quello contro la Juventus Next Gen, c’erano pochi dubbi che i bianconeri avrebbero risalito la china. Si sperava che avrebbero aspettato il girone di ritorno, invece in queste ultime del girone d’andata hanno trovato due vittorie consecutive, sulle tre dell’intero campionato. Fuori dal campo la situazione resta in bilico perché c’è la tanto attesa data di scadenza del preliminare, fissata il 15 dicembre, e il giorno successivo il 16 dicembre c’è una scadenza economica da onorare pena punti di penalizzazione. Come successo alla Turris nelle scadenze precedenti e i corallini adesso rischiano anche l’estromissione dal campionato se salteranno nuovamente.

Della trattativa filtra poco. Si sa che a metà della settimana scorsa avrebbe già dovuto muoversi qualcosa e così non è stato. C’è tutto il tempo ovviamente per concludere entro il 15. Ma questa situazione di incertezza, legata anche al fatto che non esiste una penale in caso di non ottemperanza del preliminare, non fa stare tranquilli i tifosi. Come loro anche calciatori e allenatore leggono i giornali e probabilmente non sanno nulla di più. Si pongono quindi delle domande a cui non hanno risposte e gli effetti si ripercuotono in campo.

Non è un caso che allenatore e squadra appaiano svogliati e vadano avanti col pilota automatico in cerca di una scossa che si spera possa arrivare il prima possibile. Altrimenti saranno guai visto che la situazione, già arrivata al fondo, potrebbe solo peggiorare.

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