Abita in una contrada senza numeri civici. L'Inps respinge il ricorso, il sindacato Sgs protesta
Francesca – nome di fantasia per una questione di riservatezza – lavora in un call center. Si occupa di fissare gli appuntamenti dei pazienti nelle strutture sanitarie del Messinese. E’ un lavoro che la gratifica tanto e soprattutto le consente di non pensare troppo alla sua patologia, la sclerosi multipla.
Ci sono giorni però che la malattia si fa sentire più del dovuto – la gamba e la schiena tirano molto -, Francesca è costretta a fermarsi. Il medico di famiglia le consiglia qualche giorno di riposo.
Contrada senza numeri civici
Il certificato medico viene inoltrato all’Inps di competenza. Nello stesso viene specificato che il Comune non ha ancora assegnato nella contrada il numero civico.
Francesca sa bene che il dipendente assente dal lavoro per malattia ha l’obbligo di reperibilità nella propria residenza o in altro luogo, purché correttamente indicato nel certificato medico e regolarmente comunicato al datore di lavoro, durante le fasce orarie stabilite dalla normativa vigente per permettere lo svolgimento dell’eventuale visita medica di controllo domiciliare. La contrada dove abita Francesca è pressappoco lunga 20 metri e con quattro residenti in tutto.
Stipendio decurtato
A distanza di qualche giorno, Francesca si vede recapitare una nota da parte dell’Inps nella quale si comunica che le saranno tolti 200 euro in quanto il medico fiscale non ha trovato l’abitazione. Francesca presenta ricorso, allegando un certificato di residenza, dove si evince che l’abitazione è senza numero civico, in quanto il Comune non ha ancora provveduto.
Ricorso respinto
L’Inps dopo qualche giorno comunica a Francesca che il ricorso è stato rigettato e che comunque se vuole può fare ricorso al giudice. “Bastava che il medico fiscale percorresse la Contrada – 20 metri –, due soli portoni di ingresso in tutto il quartiere per trovarmi”, dice amareggiata Francesca. E aggiunge: ci sono i “furbetti della malattia”, credo sia giusto contrastare il fenomeno delle finte malattie. La mia purtroppo non è “finta” ma drammaticamente vera. Fare ricorso giudiziario? Ci vorrebbero troppi soldi. “A nostro giudizio – sostiene Aldo Mucci, del direttivo nazionale sindacato generale scuola – va rivista la visita fiscale”.