Incontro lunedì mattina a Palazzo Zanca, seguito di pomeriggio da un confronto all'Università promosso dall'Ordine
MESSINA – Si tratta di un ritorno. Un maestro internazionale dell’architettura contemporanea torna a Palazzo Zanca. Daniel Libeskind sarà il protagonista in audizione, nella commissione Ponte presieduta da Pippo Trischitta, di un confronto su “Progetto Centro direzionale. Ponte sullo Stretto di Messina: impatto sul territorio e rigenerazione urbana”. Saranno presenti il presidente dell’Ordine degli architetti, Pino Falzea, e la vicepresidente Clara Stella Vicari Aversa.
“Con grande emozione e profonda gratitudine che accoglieremo Daniel Libeskind”, esordisce il presidente dell’Ordine messinese e della Consulta regionale architetti siciliani Falzea, che aggiunge: “Un maestro indiscusso dell’architettura contemporanea e una figura simbolica nella trasformazione del panorama urbano globale. Dopo la commissione consiliare, noi architetti lo intervisteremo all’Università, presso la sede dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, dalle 15.30 alle 17.30. E i messinesi potranno ascoltare la sua voce, le sue riflessioni, il suo straordinario percorso creativo e inoltre comprendere, attraverso la sua opera, che l’architettura può trasformare non solo lo spazio ma anche il nostro modo di percepire e vivere il nostro tempo”.
Il progetto del Centro direzionale del Ponte sullo Stretto
“Daniel Libeskind – continua Falzea – è un architetto che va oltre il semplice progetto di edifici. Le sue creazioni sono narrazioni, sculture viventi che catturano memoria, emozione e identità culturale. Il suo stile si distingue per l’uso innovativo delle forme geometriche, delle superfici dinamiche e dei contrasti tra luce e ombra, elementi che rendono ogni sua opera inconfondibile”. Per il presidente dell’Ordine degli architetti, “un altro progetto di grande rilevanza è il Centro direzionale del Ponte sullo Stretto di Messina. Una visione ambiziosa che unisce architettura e infrastruttura in un progetto simbolico per il Sud Italia. Pur essendo un’opera ancora in attesa di realizzazione, il suo design interpreta il territorio come un punto di connessione e dialogo, celebrando la relazione tra terra e mare. È un esempio straordinario di come l’architettura possa trasformarsi in una metafora visiva di unità e progresso”.
Tra i suoi progetti più significativi, il Jewish Museum di Berlino, dove ogni dettaglio architettonico dialoga con la memoria della Shoah. Oppure il contributo alla ricostruzione del World Trade Center a New York, con il Master Plan che ha dato una nuova vita simbolica e urbana a Ground Zero. In Italia, il segno di Libeskind è evidente in uno dei progetti più importanti di riqualificazione urbana contemporanea: CityLife a Milano. La sua Torre Libeskind, chiamata anche “Il Curvo”, è considerata dagli addetti ai lavori un emblema di modernità e armonia. “Con la sua forma sinuosa, pensata per dialogare con il cielo e con le altre torri del complesso, rappresenta un nuovo modo di concepire lo spazio urbano, rendendo Milano una città sempre più all’avanguardia a livello internazionale”, mette in evidenza l’architetto Falzea.
“Le opere di questo grande maestro – continua il presidente – mostrano come Libeskind sia capace di coniugare audacia progettuale e sensibilità umana. Ogni suo edificio non è solo uno spazio da vivere, ma un’esperienza da ricordare. Un’opera che comunica emozione, storia e visione del futuro”.