Ritrovato il cadavere decapitato di una donna

Ritrovato il cadavere decapitato di una donna

Ritrovato il cadavere decapitato di una donna

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sabato 13 Dicembre 2008 - 09:10

Il re Bomba, Ferdinando II, non ha pietà di Messina

Piove piombo sulla città, riecheggiano ancore nelle orecchie della popolazione i fischi delle cannonate della flotta borbonica. La rivolta, l’ennesima, partita anche in questa circostanza da Palermo, dopo la parentesi napoletana, è stata accolta positivamente dalla città dello stretto.

Ferdinando II di Borbone,il nostre re Bomba, come ormai è stato ribattezzato, ha ordinato che la città ribelle venisse messa a ferro e fuoco.

Una batterie di navi, partite da Napoli, dopo una breve sosta nel golfo di Bagnara, guidate dal comandante in capo Filangieri, hanno gettato l’ancora a poca distanza dalla città. Alle otto e trenta del mattino hanno avuto inizio le ostilità. Il bombardamento ha preparato il campo allo sbarco delle truppe borboniche.

Una vera è propria resistenza è stata poi improvvisata sulla strada che, da Contesse, ormai abbandonata alla desolazione, porta a Gazzi. Numerose si fanno ormai le testimonianze della crudeltà delle quali è stata vittima la popolazione, che inerme ha subito il triste destino.

Un agricoltore, tale Galasso, è stato fatto prigioniero con la famiglia, dopo aver assistito al rogo della propria casa. Solamente dopo essere stato condotto in carcere è stato ucciso davanti agli occhi, colmi di terrore, di moglie e figli. Inspiegabile il dolore di Lotterio Russo, che ritornato a casa, ha trovato il corpo esanime della figlia, alla quale è stata orrendamente mozzata la testa e recisi i seni.

Non si contano più le testimonianze di violenza sulle donne.

Molti gli incendi scoppiati, non solo per effetto delle bombe, ma per iniziativa dei soldati napoletani, che hanno contribuito a distruggere ciò che è stato risparmiato dal cannoneggiamento. Soldati e cittadini sono stati uccisi senza alcuna distinzione.

Malati e paralitici, già duramente segnati dalla vita, sono stati strappati alle case e agli ospedali e vigliaccamente uccisi. Chiaro e unanime si è alzato, inizialmente, il grido dei messinesi, meglio esser sepolti sotto le rovine della patria città, che piegarsi al re Bomba.

L’ennesima vittima dell’insensata violenza militare, il farmacista Antonio Giambri, che nonostante abbia pagato per la vita del figlio e del nipote, non ha potuto impedire il loro brutale assassinio.

Il cielo è stato oscurato nel giro di poche ore dal fumo degli incendi, i cadaveri affollano i lati delle strade, il silenzio, dopo gli accesi combattimenti, domina la città. Messina riconquistata, rientra sotto il giogo del suo legittimo sovrano. Con queste parole il Filangieri ha informato, via telegrafo, il sovrano dell’importante successo ottenuto.

La popolazione e il governo cittadino hanno fatto voto di sottomissione al sovrano, nell’attesa che la vita della città possa riprendere il suo corso naturale.

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