L'allenatore aveva in testa di lasciare da tempo ma è stato "ingabbiato" da chi c'era prima: "Oggi sono sereno, se volete un osso da azzannare eccomi qua"
MESSINA – “Volevo farlo prima ma quelli che c’erano prima mi hanno ingabbiato a farmi morire qua dentro. Ho cercato di non mollare per i ragazzi ma avevo già capito da tanto. Mi ha fregato troppo amore, fregato da questa bellissima donna di nome Messina, mi sono ammazzato da solo e dovevo girare la macchina quel 13 giugno e andarmene. Ho sbagliato e pago, sono stanco di combattere”, così Giacomo Modica al termine della gara col Crotone persa per 2-0.
“Lascio libera la società di cercare un altro allenatore – prosegue Modica – non sono mai scappato e ho fatto di tutto per amare questa bellissima donna che è il Messina. Ci ho messo tanta voglia di essere protagonista e non ci sono riuscito, quindi devo prendere atto di questo e se c’è qualcuno che deve pagare per le disfatte di questo periodo devo essere io. Noi non abbiamo avuto mai una carezza in sette mesi, era un muro contro muro che avevo avvertito e capito e ho rispettato tutti. Non hanno rispettato me e credo che a tutto c’è un limite, siamo arrivati al capolinea almeno io personalmente a vivere una situazione in cui mi sento spiazzato. Ringrazio i nuovi arrivati per l’affetto dimostrato, ma dopo tante debacle e situazioni particolari penso sia arrivato il momento di farmi da parte, magari ci sarà una scintilla e uno scatto e un cambiamento per altri. Coloro che volevano la mia testa da tre mesi, oggi li accontento e mi auguro che venga qualcuno che possa accettare e prendere in consegna dei ragazzi meravigliosi.
Io sostengo che questa squadra con i nuovi innesti e la voglia di fare bene, questi ragazzi sono sempre stati soli e sbeffeggiati. I risultati sono stati frutto di tante piccole cose, diciamo sempre siamo il Messina, abbiamo una storia, vero, ma non c’è più niente calcisticamente. Ve lo dico con grande dolore, mi sento una persona serena nell’animo, ho perso tanto orgoglio ma non la dignità. Lascio un bel po’ di soldi, lascio ragazzi meravigliosi che ringrazierò personalmente domani e vi chiedo di aiutarli. Ringrazio i tanti che mi sono stati vicini e ringrazio anche i denigratori e i maghi della tastiera”.
Gli ultimi sette mesi difficili
Il mister ha proseguito: “Non ho potuto mai avere l’ausilio di questo pubblico meraviglioso, sembrava di giocare otto mesi col Covid. Non ero nuovo e se cercavano qualcosa da azzannare, da mangiare, da dare in pasto ora è il momento. Lascio per dare seguito ad altri e spero che questa squadra si salvi. C’è voglia di fare bene ma io non ce la faccio più, non mi va più di essere il condottiero di questi ragazzi. Dal 12 di dicembre dico che voglio andarmene ma mi hanno tenuto qui a farmi fare queste figure, lo ringrazio per quanto fatto lo scorso anno, per non avermi esonerato dopo sei sconfitte di fila. Di questa squadra ci assumiamo le responsabilità io Pavone e Costa, ho fatto con quello che avevo come budget e potevo, già quattro/cinque dall’anno scorso, l’abbiamo fatta in tre e non mi esimo dalle mie responsabilità. Io devo fare delle scelte, a volte le indovino altre le sbaglio, non è mai venuto meno il mio amore o la mia professionalità, io partivo in guerra con il fucile a piombini gli altri col carro armato. Ora mi sento abbastanza sereno, ci sono esoneri e dimissioni che fanno molto male, io oggi non mi sento così sconfitto”.
L’apertura del mercato e il comportamento di alcuni
Il mercato ha complicato la situazione: “La squadra nel momento in cui sentiva che poteva cambiare area è andata in tilt, chi aveva le offerte, e per essere scarsi ne sono arrivate tante, dopo le sconfitte ed essendo sotto torchio hanno preferito andare via. Il primo di tutti, è emblematico, se ne è andato Manetta, non puoi costringere i giocatori a restare se hanno offerte. Se parli con ognuno di loro ti dicono ‘mister non era per te’. Noi abbiamo ancora qua Frisenna, poi ci sono i procuratori che li gestiscono che dicono loro di non giocare che si fanno male. Poi c’è sempre uno stupido di turno che deve pagare”.
Il commento sulla partita
Sulla gara giocata col Crotone: “Ho visto trenta minuti belli dentro la gara, siamo stati bene in campo, avevamo di fronte una squadra in stato di forma eccezionale e che gioca un calcio divino per la categoria. In funzione dei nuovi arrivati, alcuni anche sabato, non si poteva chiedere tanto di più.
Nella nostra partita dopo il 2-0 è arrivato tanto buio, mi viene difficile raccontare e commentare una situazione in cui viviamo tanti disagi. Non era questa la partita in cui entrare in apoteosi con il tifo, si cercava da tanto tempo un osso per il cane e penso sia arrivato il momento”.
Altre dichiarazioni dalla sala stampa
Davide Petrucci, capitano e centrocampista Acr Messina: “Purtroppo il risultato oggi non è stato quello che volevamo. I rinforzi stanno arrivando ma dobbiamo migliorare. Oggi abbiamo incontrato anche una squadra più forte e hanno meritato. Loro sono una squadra in fiducia e quando vanno in vantaggio è più facile per loro giocare. L’atteggiamento di oggi nei primi 30 minuti è stato buono ma noi dobbiamo fare la prestazione nell’arco totale dell’intera gara. Segnare noi per primi potrebbe essere una scintilla, dobbiamo lavorare bene. La società si sta muovendo con efficacia sul mercato, portando calciatori di qualità ed esperienza come Crimi. La squadra, però, non è ancora completa e ci serve la scossa. Chi è arrivato ha molta voglia ma deve entrare nei meccanismi, chi è andato via non aveva piacere a stare in questo contesto. A noi dispiace non ripagare i tifosi con le vittorie, la spinta da quando sono tornati l’abbiamo sentita, cercheremo di invertire il trend”.
Mister Emilio Longo, allenatore Fc Crotone: “Vorrei fare una premessa perché ho due complimenti da spendere. Primo al campo, due anni fa avevo detto che il Messina non meritava questo campo, oggi devo fare i complimenti a chi lo cura. Secondo faccio i complimenti a mister Modica, uno zemaniano convinto e uno dei tecnici più completi di questa categoria. Nella prima fase abbiamo sofferto e abbiamo dato vita ad un bel primo tempo. Il Messina è una squadra che col tempo e con gli innesti farà bene. Ci sono stati dei momenti nella fase finale in cui abbiamo concesso all’avversario di riaprire la partita. Miglior attacco nasce dal fatto di avere un grande parco attaccanti e avere un gioco offensivo, dobbiamo essere bravi a mantenere l’equilibrio. Tumminello ha fatto tanti gol così come Silva e Oviszach, per continuare a realizzare tante reti bisogna lavorare in modo offensivo senza dimenticarsi di sacrificarsi anche nella fase difensiva. Non sono solito dare giudizi così positivi ma Tumminello è stato il calciatore che si è evoluto più di tutti all’inizio della stagione, inizialmente non ci siamo capiti. Oggi vanno fatti i complimenti a lui non solo per i gol ma anche perché è rimasto in campo con la ferita e quattro punti di sutura”.