Ad affondare i bilanci delle ex Province siciliane è sopratutto l'obbligo del prelievo destinato al governo nazionale. L'appello del deputato regionale è ai colleghi parlamentari perchè fermino un salasso che nel 2017 è di oltre 25 milioni di euro.
Se le ex Province siciliane sono alla canna del gas i motivi sono sostanzialmente due: il prelievo forzoso del governo nazionale (un vero e proprio salasso) e la riduzione dei contributi da parte della Regione. Più che tagliare gli Enti infatti, sia il governo nazionale che quello Regionale hanno tagliato i viveri rendendo impossibile l’espletamento minimo delle funzioni. Non sono i debiti ad uccidere Palazzo dei Leoni. Al di là di quelle che saranno le decisioni che riguardano il futuro della Città Metropolitana di Messina (è probabile ad esempio che Orlando e Bianco non la pensino come Accorinti sul dissesto), è chiaro che spetta alla politica la soluzione. Se i nostri parlamentari, forse distratti, hanno approvato senza battere ciglio la norma nazionale che prevede per le ex province l’obbligo del prelievo forzoso, adesso possono rimediare. Ad esempio chiedendo correttivi.
“Il dissesto si sa non è una scelta politica ma è una condizione dettata dai numeri- spiega il deputato regionale Nino Germanà– Sono stato assessore della ex Provincia di Messina, adesso Città Metropolitana e ne conosco le potenzialità e pur non avendo passività pregresse rilevanti, non riuscirà a chiudere il Bilancio preventivo 2017 entro il termine di legge del 30 settembre, a causa del prelevamento forzoso imposto dal Governo centrale ( solo per Messina per il 2017 è pari a 25.000.000,00 euro), poichè non ha entrate proprie sufficienti a coprire i costi dei servizi essenziali”.
Il problema in realtà non riguarda soltanto la Città Metropolitana di Messina ma tutte le 9 ex province, alle prese con l’intreccio tra la riforma nazionale e quella siciliana, impantanata per 4 anni con i conseguenti lunghi commissariamenti che hanno privato gli Enti di vertici politici. Solo la politica può infatti rimediare ad una serie di errori evidenti che stanno mettendo in ginocchio gli Enti Intermedi.
“Messina è la prima delle 9 ex province siciliane ad avviare le procedure di dissesto finanziario- prosegue Germanà- Questo è quello che accadra' se il Governo centrale non provvede immediatamente a bloccare il prelievo forzoso sul contributo di solidarietà. Messina sarà soltanto la prima ma a seguire si avvieranno al dissesto tutte le altre ex Province siciliane con gravissime conseguenze sociali…basti pensare che la provincia di Siracusa non paga gli stipendi da 5 mesi. La Regione siciliana può far ben poco ma faccio un appello accorato a tutti i nostri autorevoli rappresentanti Romani perché facciano sentire forte la loro voce”.
In questi giorni non si sono registrate reazioni da parte della deputazione nazionale alla notizia dell’ormai imminente avvio dell’iter per il dissesto. Eppure questa procedura avrà una serie di conseguenze ad esempio per le opere del Masterplan, per le quali in tanti si sono affrettati a definirsi come “salvatori” quando Messina era stata esclusa dai Patti.
Rosaria Brancato
È strepitoso l’interesse del deputato Germana’ per le sorti dell’ex provincia regionale. I suggerimenti poi per risolvere il problema del disastro politico ( no dissesto) sono davvero stupefacenti. Dopo però che il governo Crocetta ha generato, nel silenzio pressoché totale, questa follia la responsabilità è adesso del governo nazionale che con l’obbligo del versamento del contributo di solidarietà ha fatto saltare i conti delle ex province. Complimenti, Un’analisi precisa quella del Deputato regionale. È bizzarro però che di questa scellerata riforma e dei suoi effetti devastanti e permanenti il comico Checco Zalone ne abbia dato un’interpretazione diversa ( oggi confermata dal dietrofront del governo regionale)…..ma non sarà che i com