Il dirigente dell'Ufficio provinciale incontrerà domani amministrazione e sindacati. "Applicare la legge 9 del 2010 è un obbligo, a garanzia dell'interesse della collettività e del servizio".
“La legge c’è, ed è la numero 9 del 2010, è applicata in tutta l’isola ed in gran parte della provincia di Messina senza alcun problema. Garantisce i lavoratori ed il servizio. Probabilmente, ma non garantisce il mantenimento di alcuni privilegi, ma questo è un altro discorso”. Il dirigente dell’Ufficio provinciale del lavoro Gaetano Sciacca incontrerà domani sindacati e amministrazione per affrontare la vicenda Messinambiente. Il nodo da risolvere è quello del personale di Messinambiente ed Ato 3 che secondo la Cgil dovrebbe essere affrontato applicando l’art. 6 del Contratto nazionale di lavoro (di fatto trasformando Messinaservizi Bene Comune in una sorta di società fotocopia), mentre secondo la Uil, ma soprattutto secondo quanto spiega Sciacca, basterebbe applicare quanto stabilisce la legge 9 della Regione Sicilia, con il passaggio alla SRR.
In provincia di Messina le SRR, che per legge hanno preso il posto dei vecchi Ato e Aro, sono 3: quella che riguarda le Isole Eolie, la SRR della zona nebroidea ed infine quella che ha come capofila Messina (perché Comune capoluogo) e raggruppa 48 Comuni, tra i quali Barcellona e Milazzo.
“Lo spirito della legge 9 è abbastanza chiaro- spiega ancora Gaetano Sciacca- e prevede che siano le singole SRR, che è una società pubblica, a decidere come gestire il servizio ed a che affidarlo, se cioè procedere con formule in house o con privati, in base alle esigenze dei territori. Le SRR sono già operative in diverse zone, con tanto di pianta organica. La normativa prevede che confluiscano nelle SRR tutti i lavoratori che risultano in organico fino al 31 dicembre del 2009. Questa è una garanzia per i dipendenti e non vuol dire che chi è venuto dopo resta fuori, dal momento che sono istituiti appositi bacini. E’ una doppia tutela perché è posta a garanzia di chi lavora da sempre nei confronti di chi è venuto dopo, però, magari, ha fatto rapide carriere o gode di alcuni privilegi o indennità a discapito di chi è, diciamo, più anziano. Anche i lavoratori entrati dopo il 2009 comunque saranno interessati al transito. Non vorrei che alcune ostilità all’applicazione della legge siano dovute alla tutela di alcuni privilegi. Sarebbe preferibile tenere in considerazione l’interesse collettivo in questo momento.”
Nei giorni scorsi Gaetano Sciacca ha già chiaramente espresso la sua posizione sia all’assessore Ialacqua che a Beniamino Ginatempo, che finora sono sembrati orientati verso l’applicazione dell’art.6 ed ha spiegato che l’amministrazione può seguire la strada che preferisce, ma la legge su questo punto c’è.
“Non comprendo perché osteggiare una soluzione a norma di legge, già applicata un po' ovunque- continua- L’amministrazione può prendere qualsiasi decisioni, salvo ricordarsi, in caso di ricorsi o denunce, che la normativa c’era. In quel caso l’Ufficio provinciale del lavoro non potrà che agire di conseguenza”.
L’incontro di domani servirà a chiarire punti che probabilmente finora non sono stati affrontati in modo esplicito. Gli ultimi mesi, con la gestione di Natale Cucè, di una sorta di “team” che opera in città, ha portato alla dimostrazione che è possibile garantire un servizio con la collaborazione di tutti.
Chi propende per l’art.6 è la Cgil, anche se, come sottolinea Sciacca: “è una posizione che il sindacato porta avanti solo a Messina. Non capisco perché ad esempio Pino, nei giorni scorsi, ha siglato l’accordo sulla SRR a Santa Teresa di Riva. Perché la SRR va bene lì e non a Messina? Aggiungo anche che a Taormina, dove ci sono 37 lavoratori di Messinambiente, abbiamo chiuso un accordo per il transito alla SRR mettendo nero su bianco le tutele occupazionali, così come richiesto esplicitamente da Calabrò.
Le SRR garantiscono un risparmio del denaro pubblico, il commissario Ettore Ragusa, in poco tempo a Messina ha già risparmiato 800 mila euro. Capisco che ci sono interessi in gioco, ma l’interesse principale deve essere quello della comunità. Senza sacrificare nessuno. Poi, se qualcuno faccio un esempio, è entrato in una società come usciere ed ha fatto balzi da gigante in pochi anni, anche a discapito di altri, questo è un altro discorso, che non dovrebbe fare parte di questa vicenda…”
Rosaria Brancato