L'ingegnere capo prende spunto dal terremoto di Ischia per riportare l'attenzione sugli interventi da fare in zone ad alto rischio sismico come Messina
Terremoti, attenzione alle amplificazioni sismiche in presenza di terreni scadenti
L’evento sismico di Ischia evidenzia ancora una volta come, in presenza di particolari conformazioni geolitologiche e morfologiche dei terreni, anche un terremoto di limitata energia possa causare danni rilevanti e vittime.
Sono tre le connotazioni di questo terremoto, per nulla anomalo, che devono fare riflettere e suggerire provvedimenti significativi per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio finalizzati ad evitare in futuro nuove vittime e danni.
Sono tre anche le analogie di questo terremoto con quelli che caratterizzano l’area dello stretto di Messina:
1. Il terremoto ha avuto un ipocentro (il luogo nel quale ha avuto origine) vicino alla superficie, i primi dati segnalano solo qualche chilometro di profondità.
Anche i terremoti di natura tettonica che si generano dai sistemi di faglie attive presenti nello stretto, hanno profondità limitate.
Questo comporta una limitata estensione dell’evento ma un forte impatto sulla superficie. Le onde sismiche raggiungono rapidamente la superficie causando generalmente un preliminare boato causato dalla compressione dell’aria e, successivamente, intensi scuotimenti del terreno.
2. Il terremoto di ischia ha impattato con terreni particolarmente scadenti per caratteristiche di portanza, conformazione morfologica e natura litologica
La presenza, in superficie di terreni sciolti o morfologicamente vulnerabili, provoca una ulteriore amplificazione delle onde sismiche. Anche messina presenta questi terreni, sia sui pendii collinari che in pianure costiere.
3. I fabbricati presenti, siano essi storici che recenti non sono stati progettati con criteri antisismici che tengono conto delle amplificazioni sismiche locali
Tutti i fabbricati, in Italia continuano ad essere costruiti sulla base di dati di pericolosità sismica che ipotizzano la presenza di roccia compatta ed orizzontale in superficie e semplici fattori correttivi derivanti dalla classe di terreno effettivamente presente in superficie. Non tengono quindi conto degli effetti di amplificazione di sito che la legge demanda a piú approfonditi studi di “microzonazione sismica”.
Le conclusioni vengono lasciate a chi deve:
· Rendere obbligatorio, per legge, uno studio di microzonazione sismica per ogni nuovo intervento edilizio;
· Pianificare urbanisticamente le cittá in areali stabili e non caratterizzati da presenza di sabbie liquefacibili o colline in frana;
· Progettare porti in litorali caratterizzati da pendii sottomarini stabili e terreni idonei;
· Progettare e realizzare fabbricati con materiali idonei e caratteristiche antisimiche non soltanto formalmente in linea con le leggi vigenti.
Leonardo Santoro, ingegnere capo Genio civile di Messina
tutto quello che è riportato sono giustamente le procedure da eseguire in caso di nuova costruzione, Ma qui troviamo ostacoli, il primo il mercato del mattone è in crisi, il secondo anche se giuste queste accortezze fanno lievitare i costi anche troppo, quindi gli appartamenti ad un costo alto non sono appetibili, sono logiche di mercato. Come si fa per i fabbricati attuali? in teoria gli adeguamenti anche qua sono costosi,nei centri storici fra vincoli arte etc non si può intervenire, perchè una delle soluzioni sarebbe demolire e ricostruire per essere veramente Sicuri, facendo una percentuale di rischio terremoti, quelli a maggiore rischio SONO I VECCHI CENTRI STORICI, muri Pietre e calce, molto meno rischio Messina Ricostruita dopo 1908
se qualcuno ha visto i video dei telegiornali a ISCHIA, dove vi erano riprese dei fabbricati abusivi, dando anche colpa all’abusivismo, quindi la fobia dell’abusivismo come fabbricati fatti male, QUELLI INVECE ERANO LI BELLI E ALL’IMPIEDI, perchè abusivismo non significa costruire male (a volte si) significa costruire dove non si puo’, ma se uno adotta le prescrizioni giuste, il fabbricato non cade, E’ COMUNQUE SEMPRE ABUSIVO, anche se non cade. anche a Ischia i fabbricati distrutti dal terremoto erano fatti di pietra e calce, guardate bene LE PIETRE E I MURI SI VEDONO SPACCATI CON PIETRE ENORMI i reporgage ISCHIA, Amatrice, e ve ne renderete conto da soli.
La liquefazione avviene più frequentemente in depositi sabbiosi. Durante la fase di carico, le sollecitazioni indotte nel terreno, quali possono essere quelle derivanti da un evento sismico, possono causare un aumento delle pressioni interstiziali fino a eguagliare la tensione totale dovuta al peso degli strati di terreno soprastanti. Viene così annullata la resistenza al taglio del terreno secondo il principio delle pressioni e si assiste così a un fenomeno di fluidificazione del suolo. In pratica, si può osservare che gli edifici costruiti al di sopra di un terreno soggetto a tale fenomeno subiscono affondamenti e/o ribaltamenti in quanto il terreno non è più in grado di opporre resistenza e bilanciare la spinta/peso segue…..
non è più in grado di opporre resistenza e bilanciare la spinta/peso proveniente dall’alto. Ne consegue che non è possibile edificare in presenza di tali terreni vedi zone costiere (aree ex ZIR e ZIS) dove l’amministrazione comunale ha predisposto il cosiddetto PIAU. Sarebbe cosa giusta adottare la salvacolline facendo si che i volumi non più utilizzabili vengano persi cancellati, proprio per evitare che questi vengano utilizzati in aree a rischio.