Uso indiscriminato del numero chiuso, fari puntati sulle nostre Università

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sabato 09 Settembre 2017 - 05:11

L'Unione degli Studenti si augura che la decisione dell’Università Statale di Milano di aprire i corsi possa avere effetti anche sugli Atenei della Sicilia che mantengono l'accesso limitato in corsi in cui non è previsto dalla legge

L'annunciato appello al Consiglio di Stato è stato ritirato. L'Università Statale di Milano, con un comunicato sul proprio sito ufficiale, ha aperto le immatricolazioni ottemperando in toto all'ordinanza del T.A.R. Lazio che accogliendo il ricorso dell'UDU, patrocinato dagli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia ha chiarito che è illegittimo istituire il numero chiuso per corsi diversi da quelli che il Legislatore del 1999 aveva testualmente individuato (come Medicina).

L'Unione degli Studenticommenta Andrea Coreè estremamente soddisfatta per una vittoria storica che ha riflessi nell'immediato sul futuro di tutti coloro che avrebbero dovuto sostenere il test nei prossimi giorni e sulle decisioni presenti e future prese da quegli atenei che hanno introdotto programmazioni dell'accesso illecite".

Dopo la decisione dell’Università Statale di Milano, bisogna capire infatti cosa succederà in Sicilia.”Ad esempio, all'Università di Catania, nonostante la vittoria dell'Udu e dei legali contro l'istituzione dell'analogo numero a Psicologia, è stato confermato il numero chiuso per Scienze e Tecniche psicologiche, Lettere e Lingue e culture europee euroamericane ed orientali. Anche a Palermo – continua il comunicato – è a numero chiuso Psicologia clinica, Scienze e Tecniche psicologiche e persino Lingue e letterature moderne. A Messina, infine, nonostante i proclami sull'abolizione del “numero chiuso” presso il Corso triennale in Scienze biologiche e su “Scienze motorie, sport e salute” (che però è limitato ai primi 500 iscritti), rimane a numero chiuso Scienze e Tecniche psicologiche e Psicologia clinica e persino Lingue, letterature straniere e mediazione linguistica e scienze pedagogiche”.

L’Udu si augura che al fine di evitare una pioggia di ricorsi degli esclusi , tali Atenei, come ha fatto Milano, ci ripensino in tempo utile.

Secondo l'Avvocato Santi Delia “gli Atenei solo al fine di rispettare i requisiti minimi imposti dal Miur per evitare la disattivazione dei corsi in ragione del numero studenti-docenti hanno deciso di introdurre indiscriminatamente il numero chiuso anche in corsi di laurea che il Legislatore del 1999 non aveva individuato per i quali era necessario programmare gli accessi. Questo in quanto l'obiettivo, che nel caso di Milano è stato apertamente confessato nelle delibere istitutive ma è comune a tutti gli Atenei che agiscono in tal senso, non è quello indicato dalla Corte costituzionale nella sentenza pilota del 1998 volta a favorire standard adeguati e utili per dare valore comunitario ai titoli di laurea conseguiti e recepito dal Legislatore nel 1999, ma solo quello di non perdere finanziamenti chiudendo corsi".

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