Quella che ha raccontato oggi in conferenza stampa la consigliera comunale del gruppo misto Antonella Russo possiamo definirla una storia simbolo di quanto accade in un consiglio comunale nel quale le logiche di voto non sono legate all’interesse per la città ma alle antipatie o alle simpatie personali, o peggio, ad un cerchio magico (vedi articolo a parte).
A farne le spese questa volta sono i disabili, e non è l’unica volta che un provvedimento di grande civiltà diventa ostaggio di guerriglie personali (è accaduto con gli stalli riservati). Per questo oggi in conferenza stampa al fianco di Antonella Russo c’erano quei consiglieri cosiddetti “ribelli” e che pongono un problema di agibilità d’Aula del quale parleremo in un articolo a parte. Nina Lo Presti, Daniele Zuccarello, Gino Sturniolo, Nora Scuderi, Donatella Sindoni, Ivana Risitano nel dare piena solidarietà e sostegno alla collega sanno, perché ci sono passati, cosa vuol dire portare avanti un provvedimento che viene osteggiato solo perché non ha la “firma” giusta.
“Io sono qui per raccontare alla città perché sono stata costretta a ritirare il regolamento per il Garante dei disabili- ha spiegato la Russo- Lo faccio sperando che, visto che il problema è il mio nome, questo regolamento venga votato e finalmente dopo due anni anche Messina abbia questo strumento di civiltà”.
Incredibile ma vero la proposta di delibera della Russo è stata presentata il 3 dicembre 2013 e due anni dopo non è stata ancora votata. Non stiamo parlando né di un Regolamento Onu né di una complicata manovra urbanistica o finanziaria, ma di istituire una figura importantissima per i diversamente abili. Quel che però indigna è il percorso travagliato di questa proposta, un parto elefantiaco i cui retroscena non fanno onore ad un consiglio comunale.
Il provvedimento presentato nel dicembre 2013 ha subito il via libera della giunta ma approda in Commissione un anno dopo, nell’ottobre 2014. La commissione è quella regolamenti presieduta da Mariella Perrone che con grande sensibilità lo porta avanti. Ad ogni seduta però spunta un cavillo o un rinvio, un nuovo emendamento, un dubbio, una perplessità. Due mesi dopo, il 19 dicembre, il regolamento viene esitato dalla Commissione “più che altro viene partorito-commenta- perché è stata una gravidanza a rischio, 9 mesi …..”.
In consiglio comunale però ha vita dura, ed infatti il 23 dicembre 2014 il capogruppo di Forza Italia Trischitta chiede il rinvio ed il ritorno in Commissione per una sfilza di nuovi emendamenti (stiamo parlando di una delibera con pochi articoli e che in centinaia di comuni del Paese è in vigore con estrema serenità).
“Da dicembre 2014 ad ottobre 2015 della mia proposta si perdono le tracce- continua la consigliera- Non è mai tornata in commissione eppure è stata discussa e affondata nella seduta del 6 ottobre dopo oltre 9 mesi dall’ultima volta. In quella seduta inoltre sono arrivati decine di emendamenti e sub emendamenti da far impallidire la riforma del Senato. Il consigliere Trischitta ancora una volta ha chiesto il rinvio e mi ha chiesto di ritirare il provvedimento. Quegli emendamenti peraltro stravolgono totalmente la mia proposta. Sempre Trischitta mi ha accusato di voler schedare i disabili ed ha aggiunto: il Pd invece che sospendere Nicola Cucinotta per la vicenda dell’omofobia deve sospendere la Russo. Il regolamento che ho presentato prevedeva, così come in decine di altri comuni, un registro riservato ad esclusiva tutela dei disabili e del quale ne avrebbe avuto cura il Garante”.
Tra i 30 emendamenti e subemendamenti (mai si è visto un consiglio comunale così attivo come in questo caso) ne figurano alcuni per sostituire vocali “emissiva al posto di omissiva).
“A questo punto se il problema è il mio nome come firmataria io faccio un passo indietro e l’ho ritirata. Non è la mia proposta, è la proposta della città. Non appartiene ad Antonella Russo ma ai disabili di questa città. Purtroppo devo rilevare che ogni mia proposta ha la stessa vita travagliata, ma qua non stiamo parlando di me, stiamo parlando di diversamente abili”. Nel dirlo la Russo mostra delibere analoghe esitate in decine di comuni: pochi articoli, nessun dibattito interplanetario.
Al suo fianco i colleghi “piena solidarietà- dicono Nina Lo Presti, Daniele Zuccarello, Gino Sturniolo, Donatella Sindoni- questa è una delibera che dà lustro alla città” e la presidente della commissione Nora Scuderi aggiunge: farò mia questa proposta, non possiamo parlare di città inclusiva quando accadono queste cose”.
Il regolamento per il garante per l’infanzia non ha subito lo stesso trattamento. Purtroppo in un Consiglio dove si consumano paradossali guerre personali non conta il contenuto ma la firma.
“Non si capisce perché dobbiamo pagare noi, che colpa abbiamo noi disabili? E’ successa la stessa cosa per gli stalli” commenta Monica Subba.
Domani sera assisteremo allo stesso teatrino perché la delibera sul regolamento per istituire la figura del Garante dei disabili sarà di nuovo all’ordine del giorno. Ed i ribelli, che aumentano di mese in mese, pongono un serio problema di agibilità d’Aula (vedi articolo a parte).
Alla fine della conferenza stampa Lorenzo Ferrigno ha aperto un altro capitolo: “il 17 settembre ho presentato istanza per ottenere l’autorizzazione allo stallo per disabili. Ebbene da allora nessuna risposta dal Comune. Sono pronto a denunciare il dirigente Pizzino perché la normativa non prevede che sia lui a disciplinare chi ha diritto e chi no allo stallo ma solo la localizzazione”.
La Russo ha preso le distanze da queste dichiarazioni, spiegando che la conferenza stampa aveva come unico obiettivo quello di spiegare perché era stata costretta a ritirare la delibera,due anni dopo la presentazione.
Una storia che sconfina nel ridicolo se non facesse invece riflettere su un Consiglio comunale lontano anni luce dal territorio, avvitato su logiche vecchie e logorato da scontri che nulla hanno a che vedere con l’interesse della città.
“Ci piacerebbe che i nostri colleghi così solerti nel boicottare questo provvedimento avessero avuto lo stesso interesse per il Piano di riequilibrio e per gli altri documenti contabili….” Commentano i ribelli.
Rosaria Brancato