MESSINA – “La visione del Don Bosco e l’esperienza dei Salesiani non vanno disperse a Messina”. Da qui la raccolta di oltre 200 firme, ma le adesioni sono in corso, e un documento “per scongiurare la chiusura dell’Istituto di via Brescia”. In particolare, si mobilitano le ex allieve, che hanno animato un’affollata assemblea al Cirs.
Si legge in una nota: “Nel corso della partecipata riunione si sono susseguiti numerosi interventi che hanno illustrato l’attuale condizione del Don Bosco. Si è parlato delle possibili prospettive concrete per scongiurarne la definitiva dismissione, la quale seguirebbe a quelle precedenti degli Istituti “San Luigi” e ” Domenico Savio”. Realtà che, con il “Don Bosco”, hanno rappresentato prestigiosi riferimenti culturali e sociali della tradizione salesiana nella nostra città”.
E ancora. “Si è ricordato innanzitutto che l’Istituto è stato affidato, nel 1930, dall’allora arcivescovo monsignor Angelo Pajno, alle suore salesiani Fma (Confederazione mondiale, n.d.r.) . E che la scuola – i cui princìpi sono stati ispirati alla dottrina sociale di San Giovanni Bosco – è stata riconosciuta come “paritaria” sin dal 1937, offrendo un’offerta formativa ampia, dalla scuola materna ai licei. Accanto alle numerose attività culturali, sportive e ricreative, nell’Istituto è sempre stato presente l’oratorio, cardine del sistema preventivo di Don Bosco. Presidio fondamentale per la prevenzione di possibili devianze giovanili, fenomeno sempre più sofferto dalle attuali comunità e anche nella nostra città”.
In Assemblea è risultata “prioritaria la volontà di garantire la ripartenza della scuola in ogni suo ordine e grado e il mantenimento della struttura alle varie funzioni di ospitalità e servizio alle quali è stata sempre dedicata. Ed è stato proposto che una gestione manageriale e competente possa, nello spirito salesiano e con il contributo di personale laico, raccogliere le istanze per realizzare una scuola di carattere internazionale, con tempo prolungato e con numerose attività extracurriculari”.
Il documento – approvato da circa 200 aderenti che hanno seguito anche on line l’incontro – è stato inviato alle istituzioni religiose e laiche locali e nazionali. In primo piano la disponibilità a “una interlocuzione attiva per scongiurare la chiusura dell’Istituto e mettere in campo le competenze”.