Da “Ora Basta!” a “Sì Messina”. In questo ultimo scorcio di campagna elettorale prima dell’appuntamento di domenica e lunedì, il candidato sindaco del centro-sinistra, Felice Calabrò, cambia slogan. Il secondo però non esclude il primo, anzi ne è la conseguenza logica perché dopo aver percorso in lungo ed in largo la città ed i suoi quartieri, dopo aver incontrato migliaia e migliaia di messinesi e aver toccato con mano la miriade di problemi di Messina, per l’ancora consigliere comunale è arrivato il momento di dire che le proposte vincono sulle facili denunce.
«Sì al più bel lungo mare d’Italia, sì ad una città vivibile, sì agli ultimi ed agli invisibili. Noi messinesi siamo abituati a dire sempre di no, dobbiamo imparare a dire sì », ha infatti detto Calabrò nella conferenza stampa di stamattina, che precede l’appuntamento elettorale del 9 e 10 giugno. Inevitabile l’accostamento a Renato Accorinti ed a quella maglietta No Ponte diventata una seconda pelle per il candidato sindaco di “Cambiamo Messina dal basso”. «Non c’è alcuna opposizione ad Accorinti ed alla sua maglietta, anch’io dico no al Ponte, ma voglio lanciare un messaggio nuovo, essere propositivo ed inaugurare un nuovo modo di fare. In questo lungo percorso, non ci siamo fermati alla denuncia, nonostante sarebbe stato facile visti i 5 anni tutt’altro che idilliaci dell’ultima amministrazione comunale. Dall’indignazione siamo andati oltre la denuncia ed abbiamo lanciato proposte concrete» ha aggiunto Calabrò.
“Sì a Messina” significa anche no al dissesto per il candidato del centro-sinistra: «La relazione di Croce sui 500 milioni di euro di debiti mi lascia alquanto basito. Nell’incontro con tutti candidati c’è stata solo una ratifica della situazione economica , di cui noi abbiamo solo potuto prendere atto. Il Comune non aveva bisogno di un notaio ed è mancato il passo in avanti: l’operazione verità». In merito all’evidente divergenza di valutazione sulla massa debitoria di Palazzo Zanca tra la gestione commissariale e l’area economica Calabrò commentati così: «Il Comune è uno e ci sono due visioni diverse, ma non capisco perché , se il timoniere della nave che deve essere portata in salvo non fa il suo dovere , il comandante non lo toglie e lo sostituisce con un altro». Calabrò non fa nomi ma è sin troppo evidente il riferimento al ragioniere generale Ferdinando Coglitore ,il timoniere, ed al commissario straordinario Luigi Croce , il comandante.
Nell’incontro di stamattina con i giornalisti si è parlato anche di coalizione e di possibili o paventanti tradimenti da parte di chi dovrebbe sostenere Calabrò ma che nel segreto delle urne potrebbe pugnalarlo alle spalle: «Tradimenti non ce ne saranno, i miei alleati saranno onesti e leali nei confronti della città. E, poi, se vinco io vinciamo tutti, se perdo io perdiamo tutti». Così l’aspirante sindaco del centro-sinistra, che chiuderà la sua campagna elettorale venerdì sera alle 20 davanti a Palazzo Zanca, dove spera di rientrare già il prossimo 11 giugno da sindaco di Messina. (Danila La Torre)