Quella sui 600 mila euro dalla Regione a Dolce & Gabbana rischia di non essere affatto una “polemica da ombrellone” come la definisce l’assessore regionale Turano. I soldi destinati, peraltro in tempi record, per il film “Devotion”, proiettato in 6 piazze siciliane, mentre nell’isola migliaia di imprenditori e di artisti ancora attendono risposte economiche ed aiuti, stanno causando malumori anche all’interno della maggioranza.
Se ad aprire i fuochi sono stati gli operatori di Assomusica, seguiti da proteste sui social e dalle polemiche di esponenti politici dell’opposizione, adesso a chiedere chiarezza è Ora Sicilia attraverso il deputato Totò Lentini. Ci sono infatti molti aspetti da chiarire rispetto al fatto che il sia pur pregevole film (con la regia di Tornatore e le musiche di Morricone), fatto per lanciare la nuova maison di Dolce e Gabbana, abbia ricevuto una somma consistente, per di più per essere proiettato nelle sei piazze siciliane. Secondo l’assessore Turano infatti lo scopo del finanziamento era la promozione della Sicilia e dei suoi prodotti, ma se il film che peraltro s’intitola Devotion come la nuova borsa degli stilisti, viene proiettato nelle sole sei piazze ed al pubblico che si è prenotato, non avrà molta eco nel mondo.
“Non ho elementi per stabilire se i quasi 600 mila euro investiti dalla Regione Siciliana per l’evento “Devotion” rappresentino o meno un esborso proporzionato alla qualità di un progetto che ha certamente veicolato il “brand Sicilia” ad altissimi livelli- scrive Lentini– Chiedo che questo chiarimento lo faccia l’assessore Turano, così da spiegare quali benefici, in termini di indotto turistico ed economico, abbia generato per la Sicilia il progetto in questione”.
Nelle prossime ore il deputato regionale di Ora Sicilia depositerà un’interrogazione per avere contezza sulla congruità dei costi e sul valore tangibile di una rilevante operazione di co-marketing. L’allarme però è su un altro aspetto, quello delle “scatole cinesi”, il sistema di sub appalti che potrebbe aver visto “sbriciolarsi” in più livelli i 600 mila euro a svantaggio di chi ha lavorato in Sicilia.
“Serve inoltre – prosegue il deputato regionale – che venga fatta luce sul circuito di “scatole cinesi”, di appalti e subappalti che ha contraddistinto il processo organizzativo dell’evento. E ancora che sia fatta chiarezza, magari con il coinvolgimento dell’assessore regionale al Lavoro, sulla natura contrattuale e sul trattamento economico riservati alle maestranze locali”.
Se Lentini si pone questo quesito è perché evidentemente qualcosa non ha funzionato nella catena di montaggio dell’evento e non a caso l’interrogazione è rivolta anche all’assessore al lavoro cui competono controlli e vigilanza. Il deputato inoltre chiede al governo Musumeci di mettere in campo misure di sostegno destinate ad un comparto devastato dall’emergenza Covid-19 e che finora è stato supportato solo a parole.
Mentre la Regione stanziava 600 mila euro per i due stilisti che certo non navigano in cattive acque, destinava per il 2020, all’interno del FURS, al comparto “Musica sinfonica e bande” 800 mila euro per una sessantina di associazioni siciliane. Ottocentomila euro da dividere in 60 associazioni che operano nel territorio e che dal covid sono state messe in ginocchio.
“ Ognuno tragga le proprie conclusioni– dice Lentini– ma all’Assessore Turano, che liquida i gridi d’allarme degli operatori del settore turistico e dei grandi eventi raggruppati in Assomusica come “polemiche da ombrellone”, dico che purtroppo quest’estate le aziende siciliane non andranno in vacanza, perché rimarranno a lavorare, o a cercare di lavorare, nel tentativo di recuperare l’attuale situazione disastrosa in cui versano”