MESSINA – Regolamento della Consulta giovanile del Comune di Messina: il Consiglio approva. Con 15 voti a favore, due astenuti e due voti contrari, il testo presentato in aula dall’assessora alle politiche giovanili Liana Cannata e dal dirigente Salvatore De Francesco ottiene il via libera. Sul fronte dell’opposizione, il capogruppo del Partito democratico Felice Calabrò e Antonella Russo hanno mosso diversi rilievi: “Perché proporre questo regolamento se già la Consulta era stata approvata nel precedente Consiglio? E, soprattutto, perché minarne l’autonomia, prevedendo la presenza del sindaco o di un delegato (elemento poi eliminato in fase d’emendamento, n.d.r.), di un consigliere comunale e dell’assessore alle Politiche giovanili? Per tutti questi motivi votiamo no”.
Di parere opposto l’assessora Liana Cannata: “Si tratta di un regolamento che, rispetto al precedente testo, ha introdotto criteri giuridici di uniformità e omogeneità, rendendolo più chiaro. Non c’è alcuna intenzione di politicizzare la Consulta ma, anzi, di dare attuazione a questo organismo per portare avanti le istanze dei giovani. La presenza di un consigliere comunale, che in commissione si occupi di tematiche affini, e dell’assessore competente nasce dall’esigenza di creare un’interlocuzione con i giovani. Un modo per non lasciare che le loro proposte rimangano lettera morta. I rappresentanti politici non hanno diritto di voto ma saranno presenti per dialogare e confrontarsi”.
Per il dirigente Salvatore De Francesco, vicesegretario generale e che ha la direzione del dipartimento Servizi alle persone e alle imprese, si tratta di una “grande opportunità di attuare finalmente questa Consulta”. Sul ruolo di De Francesco, il consigliere Calabrò, che ha posto anche un altro vizio di forma in merito al voto della delibera, ha sollevato il problema del conflitto tra due funzioni: quella di dirigente che propone la delibera e quella di rappresentante della segreteria generale, assente la dottoressa Carrubba.
Ecco la nota del Partito democratico, firmata da Calabrò e Russo: “La modifica al regolamento precedente, che si è sentito il bisogno di cambiare dopo un solo anno, senza che invece sia stato messo in condizioni di essere operativo, non ha fatto altro che peggiorare il precedente atto. Come gruppo del Pd abbiamo
tentato di restituire dignità alla Consulta giovanile, ma senza risultato, visti i numeri da maggioranza bulgara che la giunta Basile vanta in Aula. Abbiamo tentato di eliminare l’ingerenza dell’amministrazione comunale nell’attività della Consulta, davanti al tentativo iniziale che addirittura anche il sindaco e l’assessore al ramo fossero inseriti in seno all’organismo, ma non ci siamo riusciti. Con la conseguenza che ci sarà un rappresentante dell’Istituzione comunale tra i giovani partecipanti della Consulta, e questo minerà certamente la libertà e l’autonomia della Consulta stessa”.
E ancora: “Abbiamo anche cercato di impedire che a giovani dai 16 ai 26 anni, sol perché appartenenti a
movimenti politici, fosse inibito l’accesso a questo istituto di partecipazione popolare, ma anche
questo emendamento, come il primo, è stato bocciato. Abbiamo, infine, tentato di dare dignità
alla Consulta, quale importante strumento di iniziativa giovanile, cercando di istituire l’obbligatorietà, pur se non vincolante, del parere della Consulta nell’attuazione delle politiche giovanili del Comune, ma anche questo ulteriore emendamento ci è stato bocciato.
Siamo stati costretti, quindi, a votare negativamente una modifica peggiorativa del precedente
regolamento istitutivo della Consulta giovanile, perché è stato approvato uno strumento che – di
fatto – non garantisce la libertà, l’autonomia, e l’autorevolezza ad uno strumento di partecipazione dei giovani alle scelte amministrative della città. Poi non lamentiamoci se i nostri ragazzi non si sentono adeguatamente presi in considerazione e se giustamente bollano la politica (quella con la p minuscola) altro e diverso da loro. Oggi è stato negato ai giovani messinesi di potersi avvalere di un vero strumento che porti la loro voce nel Palazzo. Altra occasione sprecata…”.
Se per Antonella Russo (Pd) la Consulta “prevede l’ingerenza dei politici e di chi amministra e, invece, blocca chi è un giovane dirigente di partito”, per l’assessora Cannata “è una scelta di buon senso. È normale che, se si fa politica in partiti e movimenti con incarichi di responsabilità, non si possa fare parte dell’organismo. Ci sarà un bando e saranno le associazioni e organizzazioni di volontariato presenti nel territorio a proporre un loro rappresentante, dai 16 ai 26 anni come età di riferimento. Sarà un bel momento di democrazia partecipata”.