Messina – E’ una organizzazione all’ingrosso che gestiva magazzini, consegne e corrieri che consegnavano merci non a singoli spacciatori ma a gestori di altre grosse piazze di spaccio e lavorava come una vera e propria azienda commerciale quella scoperta dai Carabinieri a Messina con la maxi operazione scattata stamane.
Tre le inchieste diverse confluite nel blitz con 112 arresti complessivi (leggi qui TUTTI I NOMI), una delle quali, coordinata dalla sostituta vicaria Rosa Raffa e dall’aggiunta Antonella Fradà, riguarda proprio il gruppo messinese capace di incassare intorno ai 70 mila euro al giorno.
Il provvedimento è siglato dalla giudice per le indagini preliminari Monia De Francesco che ha disposto 42 arresti in carcere e 7 ai domiciliari, mentre gli indagati sono complessivamente 58. Tra loro molti nomi noti del mondo dello spaccio messinese.
A capo dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c’erano Giuseppe e Graziano Castorino, che su rifornivano di droga prevalentemente dalle ‘ndrine calabresi insieme a Rosario Abate. Giuseppe Cangemi e Salvatore Costa erano invece i “corrieri”, retribuiti lautamente per le consegne a Messina e provincia di ingenti quantità di cocaina, marijuana, hashish ma anche droghe sintetiche. Il loro compenso era una percentuale a parte del prezzo e gravava sul conto che pagava il cliente finale. “In tre anni ho fatto quasi un milione di euro”, rivela Cangemi parlando con un cliente della provincia, in una conversazione intercettata dai Carabinieri.
Il gruppo aveva due grossi “magazzini” dove custodiva armi e droga, come l’appartamento messo a disposizione da Alex Arrigo a Giostra, che affittava casa ai trafficanti per circa 1300 euro al mese. “Sono padre di 4 figli”, confessa Arrigo in un’altra conversazione registrata dalle “cimici” degli investigatori. L’uomo viene ingaggiato dai trafficanti anche per saggiare la qualità delle sostanze acquistate. “Ormai sei il nostro tester ufficiale”, gli dicono gli spacciatori. Alessio Abbate era invece il “cassiere dell’azienda”. La liquidità enorme della cassa comune – nelle conversazioni sono gli stessi indagati a parlare di incassi intorno ai 70 mila euro al giorno, “….permette all’organizzazione di acquisire credibilità sul mercato nazionale ed essere considerati affidabili anche dai diffidenti calabresi”, ha spiegato il procurato capo di Messina Antonio d’Amato. Per gli inquirenti, il loro giro d’affari sfiorava i 500 mila euro al mese.
Non solo droga, ma anche un vero e proprio arsenale dotato di fucili a canne mozze ed altre armi, custodite nel caso in cui durante le grosse trattative per le partite di droga qualcosa dovesse andare storto.
“Stiamo parlando di venditori all’ingrosso organizzati come una rete commerciale vera e propria- conferma la procuratrice vicaria Rosa Raffa – che rifornisce non singoli spacciatori ma fornitori di altre intere piazze, tanto che un gruppo di loro clienti particolarmente organizzati sono accusati di essere a loro volta una vera e propria organizzazione autonoma di spacciatori”. Il riferimento è al giro gestito da Antonino Astone, detto “Il bolognese” e il suo gruppo di fedelissimi.
Gli Anzalone erano clienti affezionati dei Castorina e di Abate, scoprono i Carabinieri. Il bolognese si riforniva praticamente soltanto da loro. Tanto che in prossimità del Natale 2021, ragionando come una vera e propria impresa commerciale, Abbate e i Castorina pensano di far recapitare a lui “perché è fedele” e altri clienti fissi il classico “cestino di Natale” come omaggio.
In carcere sono andati: Giuseppe “Monster Tatoo” Anzalone (36), Alex Arrigo (31), Antonino “il bolognese” Astone (37), Luca Micaelgabriel Astone (24), Giuseppe Astuto (32), Giuseppe Bellamacina (52), Fabio Bellantoni (43), Danilo Lorenzo Calderone (25), Giovanni Cannistrà (Fiumedinisi, 43), Claudio Caporlingua (35), Andrea Centorrino (27), Angelo Conti (34), Carmelo Conti Gennarino (37), Salvatore Costa (53), Giuseppe Costanzo Zammataro (Tortorici, 47), Giovanbattista “coccolo” Cuscinà (45), Valentina Demarco (32), Simone Di Bella (39), Antonino Falcone (51), Sebastiano Galati Massaro (53, Tortorici), Giuseppe Gangemi (35), Bruno Giorgi (29, Locri), Paolo Grassi (34), Giuseppe “macchinina” Lo Cascio (38), Giuseppe “pippo ciabatta” Maressa (64), Antonino Mastrolembo Barnà (55, di Brolo), Filippo Messina (52), Domenico Milanese (47), Vincenzo “Jamanica” Muni (42), Gaetano “Emanuele” Pennino (39), Giovanni “mu-mu” Rizzo (37), Antonino Scirone (30), Francesco “ciccio” Spadaro (45Achraf “Alex” Tahib (34), Gianluca Torrini (39), Gianluca Vento (27). In carcere anche i calabresi: Gioacchino Cananzi di Rosarno, (49), Antonio Strangio (40, di Locri), Grazia “zia Graziella) Minutoli (62, di Reggio Calabria),
Agli arresti domiciliari: Alessio Abbate (30), Maria Cacopardo (69), Stefania Galletta (36), Francesco Pelle (69, di San Luca), Domenico Romano (25), Giada Sabatini (27).