Politica

A Messina 20mila abitanti in meno rispetto al 2013 e il pieno d’inattivi

di Marco Olivieri

MESSINA – Una città sulla base dei numeri. Si chiama Messina in cifre e registra la situazione economica, sociale e demografica di una realtà che ha subito negli ultimi 40 anni un terremoto progressivo. Un lento e inesorabile declino. Fino ad ora inarrestabile ma non ineluttabile in chiave futura. Rispetto al 2013, Messina perde, in base ai dati dell’Ufficio statistica del Comune e che si fermano al 31 dicembre 2023, 19.847 unità (-8,20%). Quasi ventimila abitanti. E andrebbe considerato chi mantiene la residenza ma di fatto studia e lavora fuori.

Messina in cifre

A Messina “la popolazione risulta essere pari a 222.150 abitanti, di cui 106.708 maschi e 115.442 femmine in costante decremento, -2.014 abitanti (-0,83%) rispetto al 2022 e -19.847 unità (-8,20%) dall’anno 2013. Tali decrementi sono determinati in prevalenza dal saldo naturale costantemente negativo (-1.434) e dal saldo migratorio (-507 unità in meno)”.

Ecco alcuni elementi rilevanti: “La città, in linea con quanto avviene nei grandi centri urbani, è sempre più vecchia con un incremento, nell’anno 2023, della popolazione in età senile del +0,65% rispetto all’anno precedente e del +13,07% rispetto a dieci anni prima (+6.114 unità). Dalla composizione per età della popolazione residente si evince una costante perdita di residenti tra la popolazione in età prescolare (0-6 anni) pari al -1,77% (-196 unità) rispetto al 2022 ma piuttosto evidente il dato rispetto al 2013 con il -25,88% (-3.798 unità). Analogo il decremento per la popolazione in età scuola dell’obbligo (7-14) -1,78% rispetto all’anno precedente ma più contenuto il decremento rispetto a dieci anni prima -13,9% (-2.480 unità), così come per la popolazione giovanile (15-29) che registra un -0,9% rispetto al 2022 e un -18% rispetto al 2013″.

Il 23% circa della popolazione ha più di 65 anni a Messina

E ancora: “Il 23% circa della popolazione ha più di 65 anni e solo l’11,8% è meno di 14 anni. I residenti con più 85 anni rappresentano il 3,16% della popolazione, in prevalenza residenti nel centro storico. L’età media generale scende leggermente nel 2023 a 46,37 dai 46,65 del 2022, il quartiere più “giovane” è il secondo con 44,86 anni, il più “vecchio” il quarto con 47,87 anni d’età media dei residenti. Nel 2023 ci sono 209 anziani ogni 100 giovani (9 in più rispetto al 2022). Il quartiere più vecchio è il quarto con 250 anziani ogni 100 giovani, 41 in più rispetto alla media cittadina. A Messina nel 2023 si segnala un indice di dipendenza pari al 56,48% ad indicare che 100 individui in età attiva oltre a mantenersi essi stessi ne “mantengono” altri 56 circa”.

Non funziona il ricambio nel mondo del lavoro messinese

“L’indice di ricambio, che misura il rapporto tra coloro che stanno per lasciare, a causa dell’età, il mondo del lavoro e coloro che stanno per entrare, nel 2023, è di 50,32. Il tutto a significare che quelli che escono sono circa il 50% in più di quelli che entrano nel mondo del lavoro”, rilevano gli esperti dell’Ufficio statistica.

“ll quartiere con la più alta percentuale di bambini in età inferiore ai 5 anni è il secondo, con 3,71% della popolazione totale, seguito dal terzo dal primo (3,56%). Sempre il secondo quartiere, dato costante rispetto agli anni precedenti, è quello in cui si registra il valore più elevato dell’indice di carico figli per donna 18,06 bambini in età 0-4 anni ogni 100 donne in età 15-49“.

Per fortuna ci sono le comunità d’origine straniera

“I residenti stranieri sono 13.436, in crescita rispetto all’anno precedente (+183 unità), pari al 6,05% della popolazione totale (nel 2019 era il 5,27%). Le comunità maggiormente presenti sono quella dello Sri Lanka (3.988) e delle Filippine (2.128). I cittadini stranieri risiedono prevalentemente nella IV circoscrizione (11,07%). Di meno nella seconda circoscrizione (1,92%) e nella prima (2,59%)”.

Messina terza in Italia per inattivi

Il tasto maggiormente dolente è quello dell’occupazione. Messina sconta antichi problemi sociali ed economici. Ecco i dati: “In città, nell’anno 2023, decrescono gli occupati, -1,78% rispetto al 2022, con un tasso di occupazione pari al 38,4%, nel 2023 era del 39,2%. L’analisi per genere evidenzia che la città perde il 2,4% di occupati maschi, rispetto all’anno precedente, mentre si registra la crescita degli occupati di genere femminile +0,7% rispetto al 2022 e +3% rispetto al 2018“.

“Cresce il tasso di disoccupazione 35,9%, come anche, seppur lievemente il tasso di inattività (15-64) +0,1%. Sono infatti circa 39.500 le Non forze lavoro: solo Palermo (44.100 inattivi) e Napoli (41.100 inattivi) registrano un dato peggiore. L’analisi del dato per genere rileva come nel 2023 sia cresciuto il numero di donne inattive (+1,8%), rispetto al 2022, con un tasso di inattività pari al 51,3%. Anche su questo fronte solo Palermo (54,5%) e Napoli (55,5%) mostrano un dato peggiore tra i grandi Comuni. Diminuiscono i maschi inattivi (-1,5%) rispetto all’anno precedente con un tasso di inattività pari al 27,2%“.

Il tema è come creare lavoro nel Messinese

In questi giorni abbiamo registrato, sulla base di dati nazionali, alcuni avanzamenti sul fronte ecosostenibile. Negli ultimi anni i miglioramenti si sono registrati sul fronte dei rifiuti, della mobilità e dei servizi, soprattutto del trasporto pubblico locale. Quindi non tutto è perduto.

Ma il tema dei temi è come creare lavoro in quella terra desolata, bellissima ma spesso desolata, che è il sud. E, ancora di più, nella città dello Stretto e nella realtà metropolitana. Assieme alla non più rinviabile questione sociale, su questo bisognerà concentrarsi. Ora e subito. E in prospettiva.