Auguri, care lettrici e cari lettori di Tempostretto. Buon Natale, quali che siano il vostro credo e le vostre convinzioni. Ma che cosa vorremmo trovare sotto l’albero? Facile rispondere pace, giustizia sociale, libertà, diritti, bellezza, lavoro e legalità. Molto più difficile costruire percorsi che reggano alla prova del tempo. Che aiutino a credere, nel locale e nel globale, a Messina e nel mondo, ad alternative solide.
Un altro mondo è possibile, a Natale e ogni altro giorno, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo. E allora soccombiamo a una quotidianità densa di problemi e di montagne spesso insormontabili. Ma si tratta di un’utopia necessaria, per nulla ingenua. Di una rivoluzione che richiede una costruzione lenta e quotidiana.
In questo quadro, gli elementi tossici non mancano. Da dove iniziare? L’elenco è lunghissimo. Le periferie dimenticate, mentre nuovi muri si aggiungono a quelli esistenti. E così si alimenta la separazione tra i tantissimi che hanno poco e i pochissimi che detengono ricchezza e potere.
La sanità pubblica che perde colpi a favore del business del privato. Il lavoro che non c’è. La casa che non c’è, tra morosità incolpevole e ingiustizia sociale. Ingiustizia che prolifera nell’assenza di un modello di politiche sociali all’altezza delle sfide contemporanee.
E ancora: la lotta quotidiana ai migranti, in un’Europa che da anni calpesta umanità e diritti. Le mafie e le criminalità che prosperano lì dove lo Stato non mostra il suo volto di equità e attenzione a tutti, in misura maggiore ai più deboli. Le vecchie e le nuove povertà. Le guerre mondiali e le guerre quotidiane nei nostri territori. Il malessere mentale e psicologico. La poca attenzione alle nuove generazioni, alle loro potenzialità, e agli anziani. Le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. I femminicidi e tutti gli attentati all’altrui libertà e al rispetto dell’essere umano.
Le barriere sociali, culturali, architettoniche. Gli attentati all’ambiente, mentre prevale un’idea acritica del capitalismo, con le sue devastazioni e i suoi inquinamenti. E potremmo continuare all’infinito, da Messina a tutto il pianeta. Allora, ripartiamo da un’idea di bene pubblico, d’interesse generale, di progresso sociale e culturale, con al centro la nostra bistrattata Costituzione. Ripartiamo dall’articolo uno: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Dall’articolo due: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
L’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
L’articolo 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Ripartiamo dunque, ognuno in base al proprio ruolo, dalla nostra Carta costituzionale. Povertà, disuguaglianze e guerre non sono l’unico orizzonte possibile. Oltre i muri esiste un altro mondo, una luna e un sole che non spesso non guardiamo. Un orizzonte a cui tendere, a Messina e nel mondo.
Buon Natale.