MESSINA – Un aeroporto intercontinentale che colleghi Messina e il Mar Mediterraneo a tutto il mondo, non tanto per i passeggeri e a fini turisti quanto e soprattutto per veicolare le merci e diventare un “volano per l’economia”. È questo il progetto, con base nella zona della piana di Milazzo, presentato durante la commissione Ponte dalla Sciara holding. Una società che punta “con soldi propri” a realizzare l’omonimo aeroporto intercontinentale del Mediterraneo, diverso da quello del Mela per caratteristiche, seppur progettato sulla stessa area del precedente scalo. E cosa c’entra con il Ponte sullo Stretto? Nulla, secondo i progettisti, perché non si tratta di una “opera compensativa”.
Ospiti sono stati l’avvocato Roberto Di Pietro, coordinatore generale del project finance dell’aeroporto del Mediterraneo, il dottor Fabio Bertolotti, ceo della business unit della Sciara Holding, l’ingegnere Lino Maio, team manager per la progettazione dello scalo aeroportuale, e il dottor Piero Benvenuto, altro componente della business unit, esperto in presentazione delle istante di certificazione aeroportuali. E il presidente della commissione Pippo Trischitta ha spiegato in avvio che “oggi si parla della possibilità di utilizzare buona parte del materiale di risulta degli scavi del Ponte e che residuerà dai lavori effettuati per costruire l’aeroporto intercontinentale del Mediterraneo. Già sappiamo che buona parte del materiale sarà riutilizzato per il ripascimento delle coste”.
A parlare del progetto per primo è stato Roberto Di Pietro: “Tutti noi abbiamo il nostro lavoro, ci occupiamo di tante cose, ma abbiamo a cuore lo sviluppo di questa provincia. Ringrazio questa commissione e il Consiglio comunale per l’opportunità di parlare di questo progetto e ringrazio chi collabora con me ogni giorno. Noi non siamo qui per chiedere fondi, perché questo aeroporto vogliamo costruirlo con fondi interamente privati e questo dimostra la buona fede del progetto stesso. Il dottor Bertolotti vuole investire sul territorio le ricchezze fatte all’estero. Tutte queste persone qui al mio fianco sono persone esperte e valide. Parlando dell’opera, si parla di un aeroporto intercontinentale. Abbiamo almeno 3 aeroporti vicini, Reggio e Lamezia che svolgono voli prevalentemente nazionali, e quello di Catania che è un grosso scalo internazionale. Questo vuole essere intercontinentale per collegare Messina a tutti e cinque i continenti. Non è il solito aeroporto che si vuole proporre, per questo anche l’Enac è molto attenta. Noi vogliamo occuparci di traffico passeggeri ma soprattutto di traffico mercantile”.
E ancora: “La situazione attuale vede le merci viaggiare con le navi, prevalentemente. Sbarcano a Rotterdam, ma passano dalla Sicilia senza mai fermarsi. Vogliamo che questo aeroporto diventi uno scalo merci per un reale sviluppo del territorio. Tutti vogliamo dare risposte, non false speranze, e questo aeroporto che abbiamo studiato in maniera approfondita è una risposta. Tutte le province con un aeroporto crescono, perfino Reggio. Oggi i nostri parenti e amici partono e vanno via dalla città. Qui vogliamo dare opportunità di lavoro, vuole essere un volano per l’intera economia. Siamo in zona Zes e insieme all’aeroporto, collegato ma esterno, vorremmo fare anche un porto franco: uno scalo merci dove ci sono sgravi nei costi assicurativi e di spedizione, comportando un abbassamento di prezzi e un vantaggio per i consumatori. E inoltre: se le aziende dovessero iniziarci a vedere come una provincia con quadrimodalità, potrebbero voler venire a investire qui. Prevediamo decine di migliaia di posti di lavoro, anche oltre l’aeroporto. Dal Nord cosa ci differenzia? Le infrastrutture. Ci sono tre aeroporti intercontinentali in Italia: Milano, Venezia e Roma. Al Sud nessuno. Vogliamo colmare questo gap. Quest’opera permetterebbe a Messina di pareggiare i conti con le grandi città e diventare il cuore pulsante dell’Europa del Sud. Non chiediamo soldi, ma un sostegno politico perché noi facciamo economia. Non ci interessa il partito, ci interessano le persone oneste che vogliono lavorare”.
Poi Bertolotti: “Questo non è un banale sogno ma un realtà che si può realizzare solo con il vostro supporto. Abbiamo già mandato a Regione, Enac, Mit, tutto il progetto. L’unico scoglio è la politica. Ma ci sono piccole premesse. Noi ci siamo prefissati l’obiettivo di creare nuove rotte, per garantire un’interconnettività con tutto il mondo. La mia company è una società neonata. Nel 2021 abbiamo creato La Sciara e completato tutte le operazioni per renderla forte e solida. Non chiediamo soldi allo stato, alla provincia, alla regione, ma li mettiamo noi tramite le nostre capitalizzazioni e i partner che scegliamo quando ci servono. Per l’aeroporto stimiamo circa 800 milioni, ma metteremo da subito 1 miliardo. Oggi non presenteremo il project finance finale, ma per un semplice motivo: le elezioni per l’area metropolitana di Messina. Auguro a voi il successo ovviamente, ma noi dovremo aspettare la fine delle elezioni per eventuali modifiche con gli interlocutori finali. Ripeto: non siamo politicamente coinvolti con nessuna fazione, ma resta inteso che siamo inclini con chi sposerà il progetto, mi sembra ovvio. Per il progetto abbiamo coinvolto ingegneri, architetti e geometri del luogo perché chi vive un territorio lo conosce, non si può fare un progetto a distanza. Bisogna cercare i migliori sul posto. Non stiamo creando una struttura compensativa al Ponte, ma siamo autonomi. Possiamo dare una mano al massimo, risolvendo problemi, ma l’aeroporto può essere creato a prescindere. Non sono opere simbiotiche, possono diventarlo ma non lo sono. Con l’aeroporto potremmo risolvere diversi problemi di mobilità. C’è un altro intercontinentale al Sud, ma è a Napoli. I siciliani fanno prima ad arrivare a New York”.
E ancora: “Oggi 13 milioni di persone secondo il ministero passano da Messina, ma se ne vanno e scelgono altre mete. Così Messina diventa un punto di passaggio e non una giusta meta. Parliamo di una città stupenda che sto imparando a conoscere visto che sono qui da un po’ di tempo. I numeri li avete, ma le persone scappano, sia i giovani sia i turisti. Parliamo di visitatori che scappano, è allarmante. La gente non rimane perché non c’è attrattività, noi le vogliamo creare. Il nostro aeroporto non si baserà però prevalentemente sul turismo, ma lo diventerà. Le merci sono invece fondamentali: Messina è il cuore del Mediterraneo. Abbiamo fatto valutazioni se ci fosse già l’aeroporto: oggi da Messina per Catania e Reggio ci state un’ora e mezza, da Catania alle Eolie 4 ore e mezza, con l’aeroporto del Mediterraneo si fa in mezz’ora il primo tratto e in un’ora il secondo. I dati di Enac, Enva e aeroporti maggiori parlano delle spese dei turisti di lunga tratta: 6 su 10 spendono di più. Se ci sono scali lunghi queste persone si vivono i posti intorno e così sarebbe anche per Messina. Abbiamo già visto un’area e sottoscritto un preliminare: da lì riusciremmo a creare quadrimodalità, vuol dire trasporti aerei, navali, gommati e ferroviari, che per le merci è fondamentale. Perché nel cuore del Mediterraneo avremmo quattro modi per spostare le merci in un’area in cui passa il 30 per cento delle merci mondiale. Un numero impressionante”. E infine: “Il vero indotto dell’aeroporto sarà creare lavoro e far restare qui i giovani, prima ancora del turismo. E tra le altre strutture ci sarebbero la scuola di volo con i simulatori, un centro congressi, un eliporto per la prevenzione antincendio. Abbiamo stimato circa 100mila posti di lavoro tra noi e tutto il resto. Abbiamo davanti una opportunità unica che non costerebbe nulla alla città, alla regione, all’Italia e ai contribuenti, ma sarebbe al servizio di tutto”. Nel presentare La Sciara Holding, Bertolotti ha anche spiegato che oltre oceano la società produce droni e dirigibili di nuova generazione.
L’ingegnere Maio ha aggiunto poco dopo: “Questa è un’opera colossale, un’opera così grande e importante in Sicilia penso non si sia mai fatta né pensata. Ma questa non è un’opera compensativa del ponte. Il ponte è una risorsa, mica fa danni? Non so nemmeno che cosa significhi opera compensativa. Chi dice che l’aeroporto lo è, è un’ignorante perché ignora i fatti. E i fatti sono che l’aeroporto del Mediterraneo sarà realizzato con quattrini propri, capitali privati, le istituzioni non metteranno una lira. Le opere compensative del Ponte sono fatti con soldi degli italiani e gravano sul debito pubblico. L’aeroporto del Mediterraneo graverà nelle tasche della Sciara holding che ha ampia disponibilità. E l’altro punto è che questo non è l’aeroporto del Mela, sono due cose separate”.
Ha proseguito l’ingegnere: “L’aeroporto del Mela è un’idea progettuale, non un progetto. Ed è un’idea progettuale morta già da decenni: un morto non torna mai a galla, rimane sempre a fondo. Ed è morto perché è stato bocciato più volte e sonoramente dall’Enac per la vicinanza agli aeroporti di Reggio e Catania e per caratteristiche sarebbe stato identico. L’aeroporto del Mediterraneo invece non ha niente a che vedere, soltanto la zona è identica, la zona della piana di Milazzo. Questo scalo manderebbe voli in tutto il mondo e li riceverebbe da tutto il mondo. L’aeroporto intercontinentale ha grandi ambizioni, tante idee, tanti progetti. Noi vogliamo dare un grande contributo per rilanciare l’economia della città e della provincia. Messina ha conosciuto momenti di grande splendore anche dopo il dopoguerra e noi vogliamo dare un contributo per rilanciare l’economia e far ridiventare Messina un polo di attrazione turistica mondiale. Ci stiamo impegnando per questo. Noi ci crediamo e il nostro auspicio è che voi ci crediate con noi”.