Politica

“A Messina si vive meglio rispetto a 5 anni fa” ma preoccupa la sanità

MESSINA – “Indagine sulla qualità della vita. A Messina e Bari il 43% e il 51% degli intervistati pensa di vivere meglio rispetto a cinque anni fa. Un dato in controtendenza perché in quasi tutte le città prese in considerazione dal sondaggio, negli ultimi 5 anni i cittadini hanno percepito un peggioramento delle proprie condizioni di vita”. Il sindaco Federico Basile commenta con soddisfazione l’indagine della Commissione europea e dell’Istat dal titolo Quality of life in European cities. Rileva l’indagine: “Quote piuttosto basse di popolazione italiana ritengono che la qualità della vita sia migliorata negli ultimi cinque anni. Fanno eccezione Bari e Messina”.

Il tutto nonostante lo studio confermi il divario tra città del sud e del nord e gli elementi critici per tutte le realtà meridionali sia in termini d’insoddisfazione per le amministrazioni locali, sia per quanto riguarda la sanità. Scrive l’Istat: “Le quote di soddisfatti per i servizi sanitari oscillano tra il 30 e il 40% a Napoli, Catania, Palermo, Messina e Cagliari”. E sappiamo infatti quanto preoccupi in Sicilia la crisi della sanità pubblica e l’emergenza delle liste d’attesa.

La fiducia nell’amministrazione pubblica è ancora una strada in salita

E ancora: “Per quanto riguarda l’inquinamento acustico, le percentuali più basse di persone soddisfatte per i livelli di rumore sono espresse dai residenti di alcune città dell’Italia meridionale, come Catania, Palermo, Taranto, Napoli, Messina, ma anche da quelli di Milano, Bucarest, Atene, Sofia, Roma, Parigi, Madrid, Genova”.

In particolare, “una scarsa efficienza percepita dell’amministrazione pubblica locale è espressa nelle città sarde e siciliane e in quasi tutte le città del Sud (con l’eccezione di Bari), ma anche nelle città di altre ripartizioni. I valori più bassi sono registrati in particolare a Pescara, Messina, Roma, Sassari, Cagliari, Palermo, Taranto, Catania, Reggio di Calabria, mentre i valori più alti sono rilevati a Trento, Bologna, Bolzano/Bozen, Brescia, Bergamo, Verona – livelli simili si riscontrano in molte città tedesche, francesi e spagnole ed in numerose città dell’Europa dell’est”.

Lo studio

Scrive “La rilevazione Quality of life in European cities, condotta dalla Commissione Europea con il contributo dell’Istat, in una selezione di città europee, è rivolta ad accrescere la conoscenza sulla qualità della vita percepita in ambito urbano. L’indagine si inserisce nel filone di studi sulla “life satisfaction” ed è rivolta a misurare diversi aspetti, tra i quali: la percezione della qualità della vita nella propria città, sia in termini generali che rispetto a specifiche dimensioni (lavoro, servizi pubblici, sicurezza, ambiente, amministrazione locale ecc.); le opinioni sulla capacità inclusiva della città; il sostegno da parte delle reti sociali e la fiducia verso i propri concittadini; le opportunità offerte dalla città, come trovare un buon lavoro e un alloggio”.

Il vero tema è la rimossa questione meridionale

“L’obiettivo è quello di comparare i dati delle 26 città italiane considerate nell’indagine (edizione 2023) alle altre 59 città dell’Unione europea che fanno parte dell’universo di riferimento, al fine di evidenziare punti di forza e di debolezza dei contesti urbani del nostro Paese e di rilasciare informazioni utili a definire meglio le politiche urbane. In totale sono state considerate 85 città”.

Il tema centrale rimane sempre il divario tra nord e sud, con la rimossa questione meridionale.